Luca Bassani (Wally) racconta a SUPER YACHT 24 il pozzetto innovativo del wallywind110
Lo spazio a poppa è di oltre 80 metri quadri attrezzato con divani, lettini, frigoriferi e aree per pranzi informali per Galma, il modello più grande dell’era Ferretti Group. Un progetto judel/vrolijk & co costruito interamente in fibra di carbonio
Si chiama Galma il primo wallywind110 di Wally, lo yacht più grande da quando il brand è entrato a far parte di Ferretti Group. Disegnato dallo studio judel/vrolijk & co è costruito interamente in fibra di carbonio. Il suo punto di forza sono le dimensioni del pozzetto: più di 80 metri quadri di divani, lettini e aree per pranzi informali possono essere configurati in diverse modalità a seconda delle esigenze dell’armatore. Questo spazio è sgombro dalle attrezzature tecniche, che sono concentrate a poppa. Anche in navigazione gli ospiti possono rilassarsi e godersi la navigazione nel più totale relax grazie anche all’assenza di gradini e ai frigoriferi esterni presenti sui due lati del pozzetto.
Il profilo elegante e basso regala la sensazione di una coperta sgombra, dove la tuga sembra non interrompere questa linea continua. “Il pozzetto è profondo, ma dall’esterno della barca non ce ne si accorge – spiega Luca Bassani, fondatore e chief designer di Wally -. Questo aiuta a nascondere la tuga, dando l’impressione di uno yacht flush deck. In realtà, il wallywind110 ha tutti i vantaggi di un raised saloon senza nessuno degli svantaggi estetici. Il wallywind110 è ideale per un esperto armatore di motoryacht che desidera scoprire il mondo degli yacht a vela sostenibili oltre i 100 piedi, per ottenere i comfort extra di quattro cabine ospiti e tre cabine equipaggio. L’armatore ideale ha tra i 40 e i 50 anni, una famiglia che ama andare in crociera d’estate, ma che partecipa anche a una o due regate all’anno con i propri amici”.
Sottocoperta può offrire fino a quattro cabine ospiti e tre per l’equipaggio, oltre alla possibilità di avere bar, ufficio o una sala TV. Lo stile del primo esemplare nasce dalla stretta collaborazione tra Wally guidato e lo studio Santa Maria Magnolfi. Legni chiari si integrano con naturalezza alle tappezzerie chiare e ai dettagli in fibra di carbonio per creare un’atmosfera contemporanea e informale, che rende questo yacht un rifugio accogliente, pur suggerendo il suo potenziale sportivo.
La chiglia standard da 4,50 m (in opzione si può scegliere la lifting keel da 4,50 m a 6,80 m) si contrappone a un piano velico di bolina di 635 metri quadrati (optional la randa square top che incrementa la superficie velica di circa 30 mq). Sono invece 1.296 i metri quadrati alle andature portanti.
In occasione della visita a bordo durante il Monaco Yacht Show SUPER YACHT 24 ha incontrato il fondatore Luca Bassani.
Bassani come è nata l’idea di un pozzetto così diverso da quanto visto fino a oggi?
“Non abbiamo fatto granché, per fare un pozzetto del genere non serve molta tecnologia, solo un filo di fantasia. Però le assicuro che con quel poco – ho trascorso dieci giorni in crociera – si rivoluziona la vita a bordo e finalmente puoi godertela in ogni condizione, da fermo, all’ancora o a vela con la barca sbandata. È come se fossi nel pozzetto di un superyacht a motore. Non ti senti più nel buco dove hai diversi gradini per uscire e per scendere ma sempre sullo stesso livello con varie possibilità di sedersi o sdraiarsi, all’ombra e al sole”.
Porterete questo pozzetto anche nei modelli più grandi?
“Sì, è un concetto che ci sta facendo rivedere i due progetti più grossi, wallywind130 e 150, perché vogliamo riportare anche nei modelli più grandi questo tipo di vita in coperta, che era prevista in modo più tradizionale. Abbiamo visto che è possibile fare qualcosa di meglio e ci metteremo subito al lavoro”.
Non c’è Wally senza innovazione.
“È il concetto che ho spiegato prima, in fondo è una cosa piccolissima con cui abbiamo però ottenuto tantissimo: vivere in modo più confortevole a bordo. Cosa c’è di meglio da raggiungere? Ai lati del pozzetto ci sono i due frigoriferi per acqua e vino, oppure per la macchina del caffè. Ancora, è una piccola cosa ma nessuno ci aveva mai pensato, non dico noi di Wally ma il mercato. Le innovazioni possono veramente arrivare da piccoli cambiamenti, ma che rivoluzionano il modo di vivere la barca”.
Cosa può dirci sulle prestazioni?
“La barca pesa 65 tonnellate a vuoto e 80 in assetto da crociera e devo dire che è andata addirittura meglio del suo Vpp (Velocity prediction program) teorico sviluppato dal progettista. Con randa e fiocco autovirante/avvolgibile, quindi non la soluzione perfetta per la ricerca delle prestazioni migliori, con 15/16 nodi di vento ne facevamo 15 in bolina larga. Con 28 nodi di vento, una mano di terzaroli e gennaker abbiamo toccato 23 nodi di velocità. E quando l’aria è poca, diciamo 7 nodi, si naviga a 8/9 nodi di bolina senza problema. Cosa volere di più?”
Le piace di più lavorare sui modelli a vela o a motore?
“Mi diverto quando capisco che posso fare qualcosa di nuovo che migliora la vita di chi vive in barca, dell’armatore, dei suoi ospiti e della sua famiglia. Dico sempre che io sono un cliente, non un fornitore. Quindi come cliente ancora ragiono e la differenza è che quando ho la possibilità di disegnare la barca per me allora la posso pensare con più libertà di pensiero. È difficile che i clienti abbiano la fantasia di andare oltre a quelle che sono sempre state le loro barche, che vogliono certamente migliorare ma con più calma. Questo wallywind110 è nato come fosse la mia barca e siamo riusciti a realizzare una cosa diversa”.
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