Per i bacini di carenaggio di Genova il cantiere Amico & Co. ci riprova
Presentata all’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale un’istanza di fatto concorrente a quella di Ente Bacini per la proroga
Non c’è solo Ente Bacini ad aspirare alla gestione del comparto delle riparazioni navali genovesi, compresa quella delle cinque vasche di proprietà pubblica.
Anche il gruppo genovese Amico&Co., attore primario del panorama della nautica nel capoluogo ligure in ragione del cantiere installato sugli spazi di cui è concessionario nella parte più a levante dello scalo, attigua appunto a quella delle riparazioni navali, ha presentato un’istanza a tal fine, in concorrenza a quella che Ente Bacini poche settimane fa aveva depositato per la proroga del proprio titolo a tutto il 2029.
A differenza della domanda della sua controllata, però, l’Autorità di sistema portuale non ha pubblicato, per il momento, l’istanza di Amico, segno che la valutazione della sua ricevibilità è in corso. Probabilmente anche per tale ragione il cantiere presieduto da Alberto Amico ha preferito al momento non commentare l’iniziativa.
La società fu già protagonista fra il 2018 e 2021 della cordata (formata insieme a Fincantieri e Genova Industrie Navali) che – previo contenzioso legale – si era aggiudicata la gara dell’Adsp per la gestione del comparto, bacini di carenaggio compresi, salvo rinunciarci dopo che la lite giudiziaria aveva dilatato i tempi della procedura.
Presumibile che il ritorno di fiamma sia legato al progetto di Amico (il cui patron Alberto Amico risulterebbe indagato in un filone parallelo all’inchiesta che ha portato agli arresti del governatore ligure Giovanni Toti) di realizzare un nuovo bacino di carenaggio, al momento non previsto dal piano regolatore portuale vigente, ma beneficiario di un cofinanziamento da parte della Regione Liguria.
A.M.
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