Angelini (Navigo) ha presentato a Livorno i dati dell’Osservatorio Regionale della Nautica
Nel distretto produttivo che va da Livorno a La Spezia si produce l’80% del prodotto nazionale e il 35% del prodotto mondiale di yacht
A margine del convegno Livorno Form Yacthing, organizzato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale e dalla Camera di Commercio Maremma e Tirreno, SUPER YACHT 24 ha incontrato Pietro Angelini, direttore della società consortile toscana Navigo, che ha presentato i dati 2023 e le prospettive 2024 raccolti dall’Osservatorio Regionale della Nautica.
Dottor Angelini, Navigo ha contribuito a realizzare quest’analisi del settore. Quale obiettivo si è posta con la sua presentazione a questo convegno?
“L’obiettivo è di far capire, con la conoscenza territoriale delle imprese del comparto, come questo contesto si integra nel distretto della nautica più importante al mondo, che è quello che va da Livorno a La Spezia: un distretto nella Toscana e in un pezzo di Liguria dove si produce l’80% del prodotto nazionale e il 35% del prodotto mondiale.
Dal convegno emergono le caratteristiche che ha questo contesto. Tra l’altro la nautica è un settore che non si riconosce facilmente perché a volte si parla di cantieristica, a volte di economia del mare o di portualità, ed è difficile individuare chi sono propriamente le aziende nautiche. A Livorno sono emersi casi incredibili in questo lavoro: ci sono aziende storiche e non solo, che se non hanno nel nome e nel codice la caratteristica di essere nautiche, non vengono individuate. L’originalità di questo lavoro è stato mixare diverse informazioni attraverso Navigo, che oggi è il più grosso centro servizi esistente a livello europeo e ha potuto mettere insieme tante informazioni: quelle che ha sui fornitori della nautica e che ha mescolato con i fornitori dei cantieri, con quelli dei porti, con informazioni camerali e con quelle del Cerved. Il risultato è un elenco che secondo noi è quello più vicino alla realtà.
Il lavoro dimostra una conoscenza analitica del settore partendo dai processi nautici. La barca, al momento in cui si progetta, a quello in cui si mette in acqua, e successivamente, ha tutta una serie di processi. Porto l’esempio di un montatore di una pompa di sentina: non lo troveremo mai, né negli eventi né in forme di promozione, eppure senza questa figura non sarebbe possibile montare una pompa di sentina. Vediamo solo l’accessorio, ma la barca non è una somma di accessori, ma una somma di processi: è un approccio rivoluzionario. Quindi i numeri sono maggiorati perché in questi processi vengono individuati anche i soggetti che non si vedono. Abbiamo così trovato aziende enormi composte anche da 100 persone – quindi non ditte individuali – e che fanno nautica al 100%.”
A chi è utile soprattutto questa analisi?
“Credo che il sistema intero della nautica deve avere cognizione di questi dati, certo anche per statistica, ma soprattutto per elaborare strategie: per capire cosa dobbiamo formare fra tre anni, e fra cinque, in termini di persone, di studenti e di imprese. Per essere competitivo nel mio territorio integrandomi con il contesto, non appena il comparto mi fa capire che avrò bisogno di verniciatori tra tre anni devo anticiparmi nel concretizzare politiche attrattive con spazi, con asset, e con politiche di incentivazione. Questo è l’obiettivo.”
Navigo è stakeolder di Livorno Form Yachting, cosa vi aspettate da questa collaborazione?
“Form Yachting è un’idea specifica del territorio di Livorno, in cui Navigo è stakeolder dal suo inizio, nel 2022. Navigo, in quanto già fondatore dell’Itis, dell’Its, del Consorzio Marine delle Toscana, è un interlocutore che porta con se l’impresa in maniera aggregata e sinergica, in altre parole un cluster di riferimento, come occorre in un contesto come questo. Livorno per questa sperimentazione era a nostro parere la città ideale perché ha tutto: il commerciale, il diporto, i trasporti, la logistica, le isole, il marina, il territorio allargato. Sperimentare in quest’area rappresenta per noi un buon caso di studio per vedere se le cose funzionano. Auspicabilmente questo metodo si amplierà a tutto il distretto. Quella che mostriamo oggi è una fotografia di una situazione che verrà scattata di nuovo fra tre anni, perché l’osservatorio deve permettere appunto di osservare come si sviluppano le situazioni nel tempo.”
Nella fotografia attuale di Livorno cosa emerge dall’osservatorio in termini di esigenze per il settore?
“Emerge una città molto coesa sugli obiettivi di formazione. Livorno vuole integrarsi, collaborare e soprattutto capire cosa fare per interagire con questo settore che evidentemente sta portando tanto in questa città. Abbiamo bisogno di formare le maestranze (saldatori, carpentieri, allestitori) e il top management.
Va detto inoltre che formando a Livorno non si aiutano solo le persone della città di Livorno. La città avendo la costa, può avere l’obiettivo di formare le persone di altre città. Bisogna capire che la formazione non è locale, perché quella di cui c’è bisogno è come minimo regionale, se non nazionale e internazionale. Vediamo già che le competenze che lavorano a Livorno non sono formate solo dalla scuola di Livorno, ma possono essere state formate a Viareggio.
Altro dato di fatto è che per il più grande cantiere livornese ci sono ben 4.800 fornitori; sicuramente non tutti sono di Livorno. L’obiettivo quindi è di avere la conoscenza dell’esigenza del mercato e formare le persone in base a questa.”.
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