Overmarine spinge per ampliare l’attività al porto di Marina di Carrara
Katia Balducci da anni attende una nuova banchina attrezzata con travel lift nel porto toscano e ha espresso preoccupazione per i possibili ripensamenti di cui si discute in questi giorni
Secondo il professor Pietro Lunardi, ex ministro delle Infrastrutture e Trasporti, l’ampliamento previsto nel porto di Marina di Carrara non dovrebbe essere compiuto perché aggraverebbe i danni erosivi di cui soffre quel tratto di costa.
Il tema dei rischi ambientali dovuti all’ampliamento è riemerso in questi giorni nelle cronache locali con la lettera che il professor Lunardi ha scritto a un’associazione ambientalista (I Paladini Apuoversiliesi) e ha sollevato i timori di chi sullo scalo deve lavorare e sviluppare la sua attività. Per la nautica da diporto si è espressa su La Nazione di Massa Carrara Katia Balducci, amministratore delegato di Overmarine ed Effebi, che come altri tre cantieri importanti della zona quali Baglietto, San Lorenzo e Tisg, ha investito nell’area proprio perché dotata di porto e in previsione di avere un’area attrezzata per la nautica per poter sviluppare l’attività.
Overmarine ha oltre 160 dipendenti diretti e altri 500 dell’indotto distribuiti su oltre 190mila metri quadri dei 10 stabilimenti produttivi presenti a Viareggio, Massa e Pisa.
“Da anni” – ha detto Katia Balducci – attendiamo che il porto ci attrezzi un’area per la nautica. Quel famoso travel lift che tutte le aziende del comparto attendono che ci consenta di ultimare in mare quelle operazioni che adesso facciamo a Viareggio. Il travel significa nuovi posti di lavoro, non solo per le aziende della nautica che qui amplierebbero i propri investimenti, ma anche in banchina perché per le manovre dell’importante infrastruttura è necessario nuovo personale specializzato. Adesso noi nel porto possiamo appena fare il varo. Qui costruiamo i gusci in vetroresina e se terminiamo una barca dobbiamo vararla e portarla via. Gli allestimenti interni avvengono a Viareggio. Adesso è tutto molto complicato, per utilizzare un piazzale per il varo dobbiamo attendere i tempi delle attività commerciali che sono incompatibili. Con la Effebi produciamo grandi barche per la Guardia di finanza, ma le prove necessarie alla nautica militare non le possiamo fare in porto. Se si organizza un travel lift sarà poi necessaria una società che lo gestirà e che darà lavoro almeno a una decina di persone” sottolineando così l’importanza dell’ampliamento per poter sviluppare gli investimenti effettuati nell’area.
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