Marinedi vince al Tar per il cantiere Baese Nautica Trapani
La contesa riguardava l’uso di un’area coperta, di un’area scoperta e di uno specchio acqueo portuale della superficie complessiva di mq 75.782 dove realizzare cantiere navale destinato al refitting di grandi yacht in un’area dell’ex Bacino di Carenaggio di Trapani
La battaglia legale fra l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale e il cantiere Base Nautica Trapani S.r.l. (società del Gruppo Marinedi) ha visto quest’ultimo imporsi nel contenzioso legale in atto da tempo.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia ha infatti accolto il ricorso presentato dalla società Base Nautica Trapani dandole ragione in una vicenda che si protrae da tempo e riconoscendo valide le motivazioni del ricorso presentate dagli avvocati Giovanni e Giuseppe Immordino a difesa dell’impresa e annullando i provvedimenti emessi dall’Autorità portuale di sistema.
Più in dettaglio la contesa riguardava l’uso di un’area coperta, di un’area scoperta e di uno specchio acqueo portuale della superficie complessiva di mq 75.782, allo scopo di realizzare e di mantenere un cantiere navale destinato al refitting di grandi yacht in un’area dell’ex Bacino di Carenaggio di Trapani. Precisamente era stato chiesto l’annullamento del decreto n. 268 del 20/09/2022 con il quale il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale ha dichiarato la “decadenza dalla concessione demaniale marittima n. 60/2022 del 08/06/2022, per l’occupazione e l’uso di un’area coperta, di un’area scoperta e di uno specchio acqueo portuale della superficie complessiva di mq 75.782,00, allo scopo di realizzare e di mantenere un cantiere navale denominato ‘Base Nautica Trapani’ per la durata di 29 anni”.
Con il ricorso al Tar Base Nautica Trapani aveva chiesto “l’annullamento previa sospensione dell’efficacia” della revoca della concessione “a causa del mancato adempimento da parte della società ricorrente degli obblighi aventi natura manutentiva previsti dal cronoprogramma allegato allo stesso atto di concessione”. Secondo la ricorrente l’inadempimento sarebbe stato “causato da fattori esterni alla sua volontà quali la presenza nelle aree di cantiere (o in prossimità delle stesse) di rifiuti pericolosi/speciali non rimossi dall’AdSP e l’occupazione parziale dell’area da parte di altra impresa, che di fatto impedirebbero l’apertura dei cantieri in sicurezza”.
Parte di Marinedi Group, Base Nautica di Trapani si descrive come “un nuovo cantiere destinato al refitting di grandi yacht. La posizione centrale nel Mediterraneo, le ampie superfici a terra sia scoperte (circa 5.0000 mq) che coperte (circa 10.000 mq), le banchine per l’ormeggio di imbarcazioni fino a 150 metri lunghezza fuori tutto e i fondali fra i 6 ed i 9 metri sotto il livello medio mare rendono questo cantiere molto competitivo nel panorama nazionale e mediterraneo. Al termine dei lavori di ristrutturazione, previsti alla fine del 2022, la struttura accoglierà anche una foresteria e posti barca per grandi imbarcazioni.La posizione centrale nel porto di Trapani lo rendono una location sicura dal punto di vista marittimo e accogliente per gli equipaggi degli yacht” si legge in una presentazione aziendale.
Possibile, anzi probabile, che il braccio di ferro prosegua con il ricorso in appello contro questa sentenza da parte della port authority siciliana che potrà far valere le proprie ragioni in secondo grado ricorrendo al Consiglio di Giustizia Amministrativa.
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Congelata dal Tar la revoca della concessione al cantiere Base Nautica Trapani