La storia di un refit sulla Lady Jade, oggi yacht di 40 metri
La complessa progettazione è riuscita anche a far allungare del 20% lo yacht presso il cantiere turco Alia Yachts; particolarmente curati sono stati i calcoli strutturali per le modifiche allo scafo d’acciaio e alla sovrastruttura di alluminio
Lady Jade è un superyacht costruito dal cantiere brasiliano Inace nel 2008 nato con lunghezza al galleggiamento di 30 metri che, nel 2017, ha affrontato un complesso refit per allungare il suo scafo di circa 6 metri e inserire un bimini strutturale sul suo upper deck. Dopo un importante refit è stato riconsegnato al suo armatore dal cantiere Lusben.
Lo studio Names (Naval Architecture & Marine Engineering Studio) di Francesco Rogantin ha seguito tutte le fasi del lavoro di ristrutturazione di Lady Jade partendo da quella dell’ideazione, per passare poi alla progettazione e giungere a quella della realizzazione presso il cantiere turco Alia Yachts.
“L’armatore si era innamorato delle linee classiche di questo yacht” racconta Francesco Rogantin, “ma si era anche invaghito di una sistership dove era stato eseguito un intervento di allungamento della poppa. Questo è stato quindi l’input che noi, come altri studi di progettazione, abbiamo avuto come primo contatto. Quando la scelta è caduta su Names abbiamo subito affrontato la progettazione esecutiva delle strutture e dell’architettura navale che dovevano essere profondamente riviste per poter garantire quanto richiesto: un allungamento di ben sei metri con una completa revisione sia dell’opera viva, con un ricalcolo della distribuzione dei pesi, sia la verifica della resistenza della struttura esistente affinché potesse sopportare un intervento così radicale”.
Un lavoro che è stato possibile grazie anche all’esperienza che lo studio Names ha acquisito nell’ambito dell’architettura navale, con una approfondita conoscenza di idrodinamica, di utilizzo dei materiali e delle varie tipologie di propulsione. Il suo team di esperti ha infatti garantito il pieno supporto in qualsiasi fase del progetto, dall’analisi di fattibilità alle previsioni dettagliate di peso, stabilità e prestazioni prima della progettazione esecutiva.
Con le tecniche Cfd (Computational Fluid Dynamics) della fluidodinamica computazionale o numerica, il metodo che utilizza l’analisi numerica e algoritmi per analizzare i problemi di fluidodinamica, sono state eseguite delle verifiche comparative prima di iniziare qualunque intervento – informa lo studio – solo così si poteva avere la certezza che l’allungamento di sei metri, che avrebbe portato la lunghezza al galleggiamento da 30 a 36 metri, non influisse sulla tenuta in mare, quindi con la verifica del campo ondoso e dei valori di resistenza e assetto in seguito alla modifica.
“L’allungamento della poppa era funzionale a una sua completa rivisitazione anche sotto l’aspetto della fruibilità, secondo un ben preciso desiderio dell’armatore che la voleva più aperta verso il mare, ma anche con una revisione del ponte inferiore dove, oltre a spazi tecnici, è stata ricavata una sauna” ricorda Francesco Rogantin.
Il designer Stefano Pastrovich ha infine revisionato i tre ponti dello yacht con un aumento degli spazi coperti, in particolare inserendo un bimini strutturale sull’upper deck. Sono stati rinnovati anche gli interni che prevedono sei cabine per altrettante coppie di ospiti, armatore compreso, e quattro cabine equipaggio per comandante e cinque marinai.
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