Valentino Rossi sceglie il cantiere Rossini
Intervista al direttore Alfonso Postorino che, oltre a prendersi cura dello yacht del “dottore”, racconta passato, presente e futuro dell’azienda di Pesaro
Da Rossi a Rossini la strada è davvero poca. Un po’ come quella tra Tavullia e Pesaro, meno di 20 km. Se fossero da fare in pista, a bordo di una moto GP, basterebbero pochi minuti, ma probabilmente Valentino Rossi per arrivare al porto di Pesaro dal paese dove è cresciuto ce ne metterà qualcuno in più, complice il traffico. A prendersi cura della barca del più famoso pilota italiano, un Sanlorenzo SX88 da 24 metri consegnato l’anno scorso con il nome Titilla III, ci pensa infatti il cantiere Rossini, che nel marina pesarese si è insediato da pochi anni, affermandosi velocemente come una delle realtà più attive di tutto il Mediterraneo nel campo del refit.
A raccontarne la storia a SUPER YACHT 24 è il direttore, Alfonso Postorino, un esperto del settore con trascorsi importanti in Benetti, Cantieri di Pisa e Isa.
Partiamo dalla fine: come avete chiuso il 2021?
“E’ stato un anno molto positivo per Rossini, siamo contenti. Il fatturato sarà superiore ai 6,5 milioni di euro, frutto delle lavorazioni fatte su circa 30 yacht, anche importanti. Fra le commesse più significative abbiamo avuto l’ampliamento del parco batterie di un 50 metri diesel/elettrico e la competa pitturazione di un 48 metri. Il nostro target primario è quello di barche fra i 40 e i 50 metri, ma ci occupiamo anche di yacht di lunghezza inferiore. Per imbarcazioni di dimensioni maggiori abbiamo un accordo con un altro cantiere nelle vicinanze che dispone di un grande bacino di carenaggio”.
Ora facciamo qualche passo indietro: come avete iniziato?
“Il cantiere nasce nel 2015, sulle ceneri dei vecchi Cantieri Navali di Pesaro che in passato costruivano navi commerciali come chimichiere, gasiere ecc. Dopo circa dieci anni di abbandono, a causa del dissesto finanziario dell’azienda, lo spazio dove ci troviamo noi ora viene recuperato grazie all’intervento di un gruppo di investitori internazionali, che individuano in Pesaro la zona ideale per un insediamento produttivo nella nautica di questo tipo, preferendo questa area ad altre che erano state valutate nel Mediterraneo. Nel 2015 quindi viene rilevata la concessione demaniale e ha inizio il progetto Cantiere Rossini”.
Quando è partita l’attività vera e propria?
“Di fatto nell’autunno del 2018, con la prima barca che abbiamo lavorato, un Sanlorenzo SL di 46 metri. In mezzo ci sono stati tre anni di investimenti consistenti, superiori a 20 milioni di euro, e un grandissimo lavoro sulle aree, che ha comportato la ricostruzione completa dalle fondamenta del cantiere, l’acquisto di un travel lift da 560 tonnellate e la costruzione di due capannoni gemelli da 70 metri x 22, e alti 28, che sono un po’ il nostro fiore all’occhiello”.
Cosa hanno di speciale?
“Nel realizzarli abbiamo voluto dare un occhio di riguardo al design: ci troviamo vicini alla spiaggia, in una zona turistica, e volevamo che le strutture avessero un impatto anche visivo gradevole. Pesaro oltretutto non è mai stato un polo di riferimento per la nautica e dovevamo
abituare la cittadinanza alla visione di yacht di queste dimensioni. Il cantiere è tutto nuovo, siamo davvero partiti da un foglio bianco e gli ultimi lavori li abbiamo completati solo l’estate scorsa”.
Quanto è grande il cantiere e quante persone ci lavorano?
“Abbiamo sedici addetti diretti nel nostro staff ma nei momenti di punta qui arrivano a lavorare fino a centocinquanta persone, in uno spazio di 15 mila mq. Ovviamente il nostro è un business con una forte stagionalità, le operazioni di refit si svolgono principalmente nel periodo fra ottobre e maggio. Dobbiamo quindi mantenere una struttura snella ma efficiente, che comprende tre project manager e una squadra dedicata alla logistica e alla movimentazione”.
Come avete creato il vostro portafoglio clienti?
“Principalmente attraverso il passaparola, fra comandanti, yacht manager ma anche fra interior designer. Ci aiuta il fatto che il nostro amministratore delegato, Stewart Parvin, è un ex comandante con esperienze sia su navi da crociere che su megayacht. Non abbiamo mai partecipato a fiere di settore, siamo andati avanti così, in modo graduale. I nostri clienti sono armatori stranieri e le
barche arrivano da un po’ tutto il Mediterraneo, dalle Baleari alla Turchia alla vicina Croazia”.
Un “cliente” italiano però è davvero speciale…
“Sì, Valentino Rossi da sempre tiene il suo yacht da noi, lo faceva anche con quello precedente un
Mochi Craft 64. Fino all’anno scorso si limitava a crociere di una settimana, massimo dieci giorni,a
causa degli impegni con le gare, ma ora probabilmente avrà più tempo per godersi la barca”.
Su cosa puntate per far crescere la clientela?
“Abbiamo un approccio molto diretto e trasparente con armatori e comandanti. Non vogliamo imporre per forza di lavorare con ditte nostre, siamo trasparenti nelle quotazioni e abbiamo un rigoroso rispetto dei tempi di consegna degli yacht”.
Come sono i rapporti con la città e il territorio?
“Ottimi, devo dire che sia autorità portuale che comune e capitaneria ci hanno aiutato moltissimo, hanno capito subito la portata dell’intervento e la potenzialità di sviluppo per la città, che ha una vocazione più turistica che industriale. All’inizio qualche scettico c’era ma probabilmente ora si è convinto”.
Cosa prevedete per il 2022?
“Di continuare a crescere. Dire ora una cifra sarebbe poco realistico perché tutta la pianificazione degli interventi sui superyacht si fa dopo l’estate ma siamo ottimisti: oggi abbiamo dodici barche in lavorazione, fra i 24 e i 50 metri. In soli tre anni di attività, dopo investimenti davvero massicci, abbiamo iniziato a produrre utili, vogliamo andare avanti”.
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