Naufragio Bayesian: Perini Navi (Tisg) valuta il danno di immagine e Costantino critica
Dai rilievi dei sommozzatori l’albero risulterebbe attaccato allo scafo e integro perlomeno per i primi 50 metri, lo stesso scafo apparentemente non riporta falle
Mentre continua incessantemente la ricerca dei sei dispersi del sailing yacht Bayesian, inabissatosi ormai 3 giorni fa a 50 metri di profondità, a circa 400 metri dalla costa siciliana, la ricerca della causa che ha provocato l’incidente è aperta e dibattuta da testimoni ed esperti.
Non appena divulgata la notizia del naufragio dello yacht a vela 56 metri costruito nel 2008 da Perini Navi (The Italian Sea Group), era stata ipotizzata la rottura dell’albero di oltre 72 metri, ma dalle prime ispezioni dei sommozzatori l’albero è stato ritenuto senza danni significativi, perlomeno per i primi 50 metri, e attaccato allo scafo, anch’esso apparentemente integro e adagiato su un lato.
“L’attenzione da parte del Gruppo Tisg sul caso è massima” riportano fonti vicine al gruppo guidato dal ceo e fondatore Giovanni Costantino raccolte da MF-Milano Finanza: “Il gruppo sarebbe certo della sicurezza della nave e della sua struttura. Tanto che – dopo che gli inquirenti avranno effettuato le perizie per accertare le cause del naufragio, tra cui eventuali errori umani – potrebbero essere valutate cause per i danni d’immagine che Perini sta subendo dalla vicenda. Anche perché, secondo quanto risulta a questo giornale, dopo il varo il Bayesian (ex Salute) non avrebbe più fatto il suo ingresso in un cantiere Perini o Tisg per manutenzioni o ristrutturazioni. Nel 2016 la nave aveva subito un refit in Spagna, presso il cantiere Astilleros de Mallorca dalla Rsb Rigging Solutions. L’imbarcazione era ora data in gestione a Camper & Nicholson”.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il fondatore e amministratore delegato di The Italian Sea Group, Giovanni Costantino, ha difeso la solidità strutturale e le caratteristiche tecniche dello yacht a vela Perini sottolineando diversi aspetti che lascerebbero intendere come la responsabilità del naufragio vada ricercata nella gestione dell’emergenza da parte del comandante e dell’equipaggio.
Costantino sottolinea ad esempio come altri yacht Perini abbiano affrontato e superato l’urgano Katrina per cui una tempesta di qualche minuto in Italia non può bastare per parlare di causa di forza maggiore. Il fondatore di The Italian Sea Group, che solo di recente ha rilevato il marchio Perini, definisce il Bayesian come “una delle imbarcazioni più sicure al mondo”, praticamente “inaffondabile. Salvo che non imbarchi acqua. Non c’è un’altra spiegazione” secondo Costantino. Che nell’intervista si assume la responsabilità di dire che, prima di affondare, quando le luci sull’albero si sono quasi tutte spente, lo scafo aveva imbarcato acqua per qualche negligenza nella gestione dell’emergenza.
Per il numero uno del cantiere, in vista della forte perturbazione in arrivo, che era segnalata anche se non magari di quella violenza, “bisognava blindare lo scafo e la coperta chiudendo tutte le porte e gli sportelli, dopo aver messo gli ospiti nel punto di riunione della nave come da procedura d’emergenza” ha dichiarato. “Poi accendere i motori e tirare su l’ancora o sganciarla automaticamente, mettere la prua al vento e mandare giù la chiglia. La mattina dopo sarebbero ripartiti a danno zero”.
Costantino conclude l’intervista affermando che “le condizioni meteo non erano poi così pazzesche. Del resto il comandante della Sir Robert accanto (l’altra barca a vela poco distante arrivata in soccorso, ndr) è riuscito a gestire tutto senza problemi”.
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