Francesca Muzio: “Privacy, sicurezza e lunghe permanenze a bordo le richieste dei giovani armatori”
La fondatrice dello studio FM Architettura si dice pronta a fare sistema ed evidenzia la positiva contaminazione fra design nautco e residenziale
La Spezia – Positiva contaminazione fra design nautica e architettura residenziale, attenzione e cura per i dettagli a bordo, ascolto degli equipaggi, nuovi trend nell’arredamento e nelle dotazioni sugli yacht di armatori d’età media sempre più giovani e con il desiderio di trascorrere in mare più tempo possibile durante l’anno. Fino al punto di trasformare la nave da diporto in un hotel di lusso e in un ufficio mobile dove ambienti esterni e interni si integrano e soprattutto dove sicurezza e privacy regnano.
Questi alcuni degli argomenti sviluppati da Francesca Muzio, fondatrice di FM Architettura, in questa intervista rilasciata a SUPER YACHT 24 a margine del Blue Design Summit andato in scena a La Spezia nei giorni scorsi.
Quali criticità e opportunità vede nel rapporto tra chi architetti e designer di super yacht e chi poi li vive e li gestisce queste imbarcazioni?
“Il panel ‘di terra e di mare’ a cui ho partecipato al Blue Design Summit è stato interessantissimo, perché la contaminazione che abbiamo lavorando nei settori yacht e residenziale ci aiuta a capire meglio quali siano i criteri di fruibilità degli interni, in particolare lavorando nel settore degli hotel. Vediamo quanto sia importante la parte operations, quindi la parte che guida tutta l’architettura anche dal punto di vista funzionale del progetto. Di questo non possiamo dimenticarcene quando disegniamo uno yacht, che per antonomasia è ancora più complesso come elemento perché è indipendente e naviga.”
Questo quindi cosa significa?
“Lo yacht ha il senso del viaggio, devi fare cambusa, devi pulire con dei prodotti che debbano essere facili da reperire; è fondamentale il nostro rapporto, non solo con la committenza con cui partiamo da un pezzo di carta bianco per disegnare queste meravigliose navi, ma proprio durante il corso e lo sviluppo del progetto. Per noi è importante approfondire il disegno di uno yacht con chi sarà parte, insieme alla committenza, di quel viaggio. Cercare di avvantaggiare l’equipaggio nel servizio, nelle distanze, nel reperimento del vasellame così come di altre cose in maniera facile; questo rapporto è fondamentale durante la costruzione. C’è tutto un team di lavoro che è composto da tutte le persone che lavorano dietro alla costruzione di questi yacht.”
Guardando al futuro prossimo del design che cosa possiamo aspettarci nello yachting in termini di innovazioni e sperimentazioni?
“Certamente il designer nello yachting sta contaminandosi con il residenziale, con i modelli residenziali. Evolve il rapporto con l’esterno, con la natura; l’utilizzare i materiali che sono da esterni anche negli interni. Per esempio il tessile negli ultimi anni ha sviluppato una gamma di prodotti che sono veramente al tatto similissimi a quelli degli interni. Questo cosa vuol dire? Soprattutto in un’ottica di aprire le navi all’esterno hai la salsedine, hai degli agenti che creano umidità, ovviamente degli sbalzi di temperatura tra aria condizionata e caldo e questi fattori possono intaccare ovviamente gli interni. Quindi quali materiali utilizzare? C’è una conseguenza ai nuovi modelli di progettazione.”
Anche le nuove destinazioni avranno un impatto?
“Dobbiamo considerare la nave anche in altri ambiti, viene utilizzata oggi anche all’estremo nord, quindi anche questo diventa un altro tema da considerare. C’è secondo me un allungamento della vita e dell’usufruibilità della barca durante l’anno proprio perché anche le nuove tecnologie permettono all’armatore di stare più a bordo, di lavorare da bordo, ai suoi ospiti di godere la vita a bordo in sicurezza e in comfort. Guardiamo a quanto è evoluto negli ultimi anni il concetto di comfort, di vibrazioni e di navigabilità di una nave; questo permette una maggiore permanenza a bordo e quindi in differenti climi e differenti ambiti e modalità di utilizzo.”
Considerando che l’età media degli armatori si sta abbasando questo fattore quanto incide sul design?
“C’è ormai una nuova generazione giovane che si sta affacciando al mondo dei mega yacht. Ricordo che qualche anno fa ebbi un colloquio con una persona famosa, un armatore sotto i 30 anni, che si apprestava a disegnare e a costruire un 90 metri e questa intervista fu meravigliosa. Gli chiesi perché aveva scelto di costruire uno yacht di 90 metri e lui mi rispose: ‘Beh, perché prima di tutto garantisce sicurezza, ho il servizio di quello che è un super hotel, posso stare lì con i miei amici, con le persone che amo, in completa privacy’. Quindi oggi la nuova generazione pensa alla nautica con il senso del viaggio, il senso di permanenza a bordo per più mesi all’anno, di poter lavorare da bordo, di incontrare persone in completa privacy e chiaramente di essere molto più casual.
Oggi c’è il concetto molto più minimalista di barca, l’ambiente viene progettato in maniera molto più casual, così come avviene anche nella moda adesso sta portando certi personaggi in questa direzione.”
L’appello del suo collega Luca Dini a cercare di fare di più a livello di sistema è per lei condivisibile? Cosa si potrebbe davvero fare?
“Io credo che stia accadendo, sono molto positiva. Credo che stiamo già iniziando a fare sistema come nautica. Soprattutto dopo la pandemia e dopo la grande paura che abbiamo avuto negli ultimi anni come industria questa ora è un’occasione d’oro. Siamo in un momento molto positivo della nautica, dobbiamo approfittare per fare sistema insieme, con l’università, chiaramente con la parte politica e anche tra aziende. Non è facile però credo che sia possibile.”
CLICCA QUI PER ISCRIVERTI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPER YACHT 24