Bucci preannuncia nuovi spazi per l’industria nautica con la nuova diga di Genova
Il sindaco e commissario straordinario accoglie le richieste di Amico (Genova for Yachting) ‘promettendo’ nuovi spazi guadagnati anche con riempimenti a mare
“La potenzialità di crescita del comparto e la creazione di ricchezza per la città sono sempre più un’occasione da non perdere, in un contesto italiano che registra costanti perdite di capacità produttive. È cruciale recuperare spazi per nuove infrastrutture attraverso una riorganizzazione degli stessi in ambito riparazione navali, e sfruttando gli interventi sul Waterfront di levante e della nuova diga. A terra mancano officine e laboratori, per mantenere localmente le lavorazioni qualificate, fattore chiave per la competitività del comparto” il monito è stato lanciato da Alberto Amico, presidente di Amico & Co. durante l’assemblea di Genova for Yachting andata in scena nel capoluogo ligure. “Le aziende sono pronte – ha aggiunto – abbiamo progetti, finanziamenti, capacità di stare sul mercato e prospettive. Servirebbe un’accelerazione nelle procedure di esame e definizione delle pratiche autorizzative, in primis con l’Autorità di Sistema Portuale: la competizione con gli altri territori del Mediterraneo, Italia compresa, ci vede questa volta in ritardo”.
Qualche risposta delle istituzioni presenti in sala è arrivata, in particolare dal sindaco di Genova, Marco Bucci, che ha detto di puntare a conquistare “almeno 2 miliardi di quei 10 di mercato potenziale”. Per farcela serviranno come detto nuove infrastrutture che il sindaco (e commissario straordinario della nuova diga di Genova) sembra intenzionato a fornire. “Il progetto della diga parte B è stato messo in parallelo alla prima parte per avere tutta la nuova diga pronta entro fine 2026. Entrambe le fasi garantiranno 3 milioni di mq presi dal porto al mare, di cui su 1 milione circa mettiamo terra mentre gli altri 2 milioni saranno acqua”. Questo significa “rendere le nuove infrastrutture adatte per il diporto”.
Bucci ha poi aggiunto: “Non è sciocco pensare quello che quello che ieri era per le navi un domani possa essere utilizzato per il diporto, anche se servono spazi di lavoro più puliti e attrezzati. Vogliamo essere avanti”. Il riferimento era rivolto a infrastrutture come gli attuali bacini di carenaggio dell’area delle riparazioni.
Il primo cittadino infine ha fatto sapere di aver “ricevuto richieste di spazi da almeno tre cantieri che producono barche poi destinate all’imbarco per l’export versa America. Parlo di cantieri che non sono qui oggi”. Fra le tante aree da riguadagnare non poteva mancare anche il riferimento all’Ilva di Cornigliano: “Abbiamo tutte queste aree per noi e prima e poi dobbiamo riprendercele” sono state le parole di Bucci.
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