Super yacht e sostenibilità: le parole di Tankoa, Boero e Rina
Ai convegni di Sea You è emerso come non bastino le nuove tecnologie e i materiali; al comparto serve un approccio complessivo
Genova – La seconda edizione dell’evento Sea You alla Marina Genova, oltre che un momento di incontro fra professionisti e operatori, è stata l’occasione per un confronto sull’argomento del momento anche nella grande nautica: la sostenibilità. Un qualificato panel di relatori succedutisi durante il convegno ha messo in evidenza come sia opportuno un approccio “olistico” al tema, unendo tutti i soggetti ma anche i processi su cui si sta sviluppando l’industria dello yachting.
Nell’aprire i lavori l’amministratore delegato di Marina Genova, Giuseppe Pappalardo, visibilmente soddisfatto per il ritorno di Sea You in presenza (oltretutto in coincidenza dei quindici anni di attività della società) ha ribadito come i porti turistici abbiano un ruolo importante come aggregatore di competenze “sul campo”.
Andrea Parodi, direttore tecnico dei cantieri “vicini” di casa, vale a dire Tankoa Yachts, ha proposto un’ampia panoramica sui sistemi di propulsione ibrida, a cominciare naturalmente da quelli in uso sulle barche già consegnate dal cantiere genovese, in particolare il 50 metri Bintador del 2019, il primo megayacht realizzato con sistemi in utilizzo nell’industria spaziale.
Stessa filosofia costruttiva e stessa propulsione ibrida anche per un secondo 50 metri firmato Tankoa e cioè il Kinda, che attualmente sta effettuando una serie di prove in mare dopo il varo avvenuto un mese fa a Genova. Questo tipo di prupulsione, ha spiegato Parodi, non solo riduce i consumi ma aumenta anche il confort di navigazione, oltre a permettere l’accesso in alcune aree marine protette.
Fra le soluzioni future cui Tankoa guarda con attenzione ci sono anche i kite e il fotovoltaico, senza naturalmente dimenticare tutti i combustibili di nuova generazione. “L’idrogeno forse non è ancora adatto per un superyacht di 50 metri che deve garantire certe velocità ma resta un elemento di grande interesse, che stiamo valutando” ha concluso Parodi.
Particolarmente vivace l’intervento di Andrea Cavalleroni, Yachting business developer di Boero YachtCoatings, azienda che si sta impegnando molto sul fronte della sostenibilità in vari progetti. Innanzitutto il marchio produttore di vernici e pitture quest’anno pubblicherà il suo primo rapporto sulla sostenibilità, ha anticipato il manager, ricordando la collaborazione in corso con la Water Revolution Foundation per un progetto sul ciclo di vita dei prodotti e il loro impatto ambientale, in particolare per le antivegetative. “L’obiettivo è eliminare i biocidi, stiamo collaborando con diverse università e centri di ricerca e presto comunicheremo i risultati”.
Per quanto riguarda i Voc (volatile organic compounds) Boero YachtCoatings ha già ottenuto risultati lusinghieri, riducendoli dell’11% nei prodotti antifouling per superyacht, mentre il recente lancio di una linea di prodotti come primer e antivegetative a base di acqua sta prendendo sempre più piede nel segmento delle barche più piccole.
Con Merijn de Waard, fondatore di Superyacht Times, il focus si è spostato sull’intelligenza artificale e le sue applicazioni in ambito nautico nel cosiddetto ‘infotainment’ e cioè i servizi di informazione e intrattattenimento a bordo. Il gruppo editoriale olandese, insieme a un partner locale, ha sviluppato Yacht Eye, un sistema di fornitura di informazioni e contenuti destinato sia ad armatore ed equipaggio che agli ospiti di un superyacht, aggiornati in tempo reale su aspetti come l’itinerario in corso oppure, ad esempio, le possibilità di svago (ristoranti, negozi, escursioni turistiche, ecc.) offerte a terra nei porti di approdo.
L’appello a un cambio di mentalità è arrivato da Giuseppe Zagaria, Marine technical director del Rina, che ha elogiato il “coraggio” con cui l’industria nautica approccia il tema della sostenibilità. “Per raggiungere risultati concreti è necessario però il coinvolgimento di tutta la supply chain. Vanno bene i nuovi carburanti, come idrogeno, metanolo o ammoniaca, anche se molti non li conosciamo ancora bene, ma bisogna rendere le soluzioni scalabili per farle diventare praticabili anche dal punto di vista degli investimenti” ha dichiarato Zagaria.
Il manager Rina ha poi sottolineato come spesso gli organismi internazionali, come ad esempio l’International Maritime Organization (Imo) e l’Unione Europea, su alcuni temi legati all’ambiente abbiano visioni non perfettamente allineate, ad esempio sulla “classificazione” dell’idrogeno stesso.
In chiusura Maurizio Capitani, vicepresidente di Italian Yacht Masters ha invitato a una presa di posizione comune da parte di comandanti, armatori, aziende e professionisti della nautica in generale per favorire scelte responsabili dal punto di vista ambientale. Capitani ha chiesto una maggiore severità nei meccanismi di accesso delle barche alle aree marine protette e ha lanciato la proposta di rendere obbligatoria per i porti turistici la fornitura gratuita agli yacht dell’allacciamento alla rete fognaria di terra.
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