Italian Yacht Masters in assemblea a Genova per discutere del suo futuro
Il capt. Nocenti spiega gli sviluppi recenti e futuri della figura del comandante alla luce dei nuovi trend di mercato che richiedono formazione
Genova – In anticipo rispetto all’apertura dell’evento SeaYou in programma al Marina Genova nei prossimi due giorni, si è tenuta nel capoluogo ligure la riunione dell’associazione Italian Yacht masters di cui fanno parte circa 90 comandanti italiani di superyacht. A condurre i lavori è stato il vicepresidente Maurizio Capitani che, di fronte a una platea composta da una ventina di colleghi intervenuti di persona più altri collegati da remoto attraverso la piattaforma zoom, ha tracciato un bilancio delle attività dell’associazione nei primi mesi del 2022 e delle prossime iniziative previste per il prossimo futuro.
Il com.te Marco Nocenti, membro del consiglio direttivo di Italian Yacht Masters (di cui fanno parte Gino Battaglia, Luigi Cervetto, Maurizio Capitani e Luca Triggiani) e responsabile per la promozione e il marketing dell’associazione, a SUPER YACHT 24 spiega che “il numero degli aderenti è cresciuto esponenzialmente nel corso degli ultimi mesi e la spinta alla crescita proviene anche dal fatto che il mercato sempre più si sta espandendo e ultimamente è richiesta la ‘versione latina’ del comando”.
Al centro della discussione ci sono soprattutto “le sinergie che il nuovo consiglio direttivo in carica dallo scorso gennaio ha avviato con un paio di cantieri italiani molto importanti che vorrebbero attuare un progetto particolarmente significativo per loro clienti. Barche in uscita nel corso dei prossimi due anni ce ne sono molte, almeno 25-30 sopra i 45 metri, per cui ci sarà bisogno di un gruppo di comandanti consolidato, professionale, elastico, flessibile, controllato e con una deontologia professionale ben allineata con quelli che sono i canoni richiesti. Questo dunque è quello che stiamo facendo, con formazione e training, per la nuova generazione di comandanti”.
Al contempo, però, è apparsa sul mercato della grande nautica anche una nuova generazione di comandanti che Nocenti descrive così: “Non hanno più un panfilo o una nave da crociera com’era una volta, oggi gli armatori hanno un giocattolo e con questo giocattolo ci vogliono giocare solo loro. Quindi il manager e comandante a bordo deve essere quella persona tenuta a far sì che questo avvenga. È una filosofia che gli italiani hanno bene in testa perché sanno bene cosa significa coccolare l’armatore; non c’è nella filosofia internazionale la coccola nei confronti del proprietario della barca. Questa è una cosa che ci sta molto a cuore a noi comandanti perché porta anche fidelizzazione, longevità nel rapporto e sicurezza, cosa da non trascurare perché si trasferisce anche all’equipaggio”.
Il ‘marketing manager’ di Italian Yacht Masters sottolinea come comandante ed equipaggio “non siano a bordo per stappare champagne, le vediamo stappare le bottiglie di champagne ma dobbiamo anche saperle servire con il sorriso adeguato e con la partecipazione necessaria come coloro che in un villaggio turistico sanno coinvolgere gli ospiti a bordo”.
Questa cultura negli ultimi anni secondo Nocenti “era scomparsa” a causa anche del fatto che “il mercato si è globalizzato e sempre più persone sono entrate come forza lavoro. È un bene perché ha anche arricchito la nostra mentalità ma l’attività richiesta oggi è sempre più particolare, sempre più attenta al dettaglio, più vicina al lusso e abbraccia al massimo la personalizzazione del servizio offerto”. L’aspetto manageriale è fondamentale dunque.
Il futuro di questo mestiere sembra essere destinato ad allargarsi perché “ci sarà sempre più figure professionali all’interno di uno yacht e di un mega yacht; oggi le dimensioni medie sono 60-65 metri e su una barca del genere lavorano dalle 15 alle 20 persone quindi non è semplice la gestione. Oltre a questo ci sono da gestire le rotazioni del personale per cui nell’arco dell’anno ci sono 30-35 persone nello spazio di 65 metri che si trovano a ruotare è davvero un qualcosa di impegnativo”.
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