Duò critico: “Avevamo consigliato di rilevare e rilanciare il marchio Vittoria Yachts”
L’ex responsabile marketing di Cantiere Navale Vittoria disapprova il comportamento della nuova proprietà rappresentata da Roberto Cavazzana e dal nuovo socio Francesco Maria Tuccillo

A un mese di distanza dal rogito che ha segnato il passaggio di proprietà di Cantiere Navale Vittoria alla Cnv Srl di Roberto Cavazzana e a pochi giorni di distanza dall’ultimo giorno di lavoro in azienda (avendo concluso il proprio contratto di lavoro), Filippo Duò, ex responsabile comunicazione e marketing, nonché figlio di Paolo Duò (ex presidente), ha chiesto a SUPER YACHT 24 di poter condividere il proprio pensiero e le perplessità sulle prospettive che offre attualmente la gestione dell’azienda sotto il nuovo corso. Cnv Srl, la società che ha rilevato Cantiere Navale Vittoria, è al 95% di Più Uno Holding Srl e al 5% di Tuccillo&Partners – General Consulting Srl.
Signor Duò partiamo dal riassumere brevemente la sua esperienza con il Cantiere Navale Vittoria?
“Sono stato responsabile comunicazione e marketing, social media manager e membro della quarta generazione della famiglia Duò, azionista del cantiere fino alla recente acquisizione da parte di Cnv Srl del dottor Roberto Cavazzana. Nel mio ruolo ho seguito negli anni l’andamento del cantiere e naturalmente tutte le ultime fasi di crisi aziendale che sono già state ampiamente raccontate e descritte anche da SUPER YACHT 24. Ho rassegnato le mie dimissioni circa 10 giorni fa.”
Quali sono le sue principali perplessità riguardo alla nuova gestione?
“Mi preoccupa la mancanza di un piano industriale chiaro e di un management con esperienza specifica nel settore navale. Il cantiere, come è noto agli addetti del settore, era in grave crisi debitoria, ed è stato acquisito tramite un piano di ristrutturazione omologato, una sorta di concordato preventivo che prevede la possibilità per l’azienda di trovare un acquirente che le dia continuità, per trovare poi un accordo di rientro con i creditori a stralcio o in percentuale. Grazie a queste agevolazioni nella primavera del 2024 si sono presentate due realtà: Fcm Group, un’azienda del settore, e Cnv Srl, del dottor Cavazzana, operante in ambiti estranei al navale, che ha poi acquisito il cantiere. Il dottor Cavazzana si è immediatamente interfacciato con noi, la famiglia Duò, per comprendere meglio le dinamiche del settore navale, data la sua inesperienza, e per chiedere consigli e supporto nella transizione, con l’obiettivo di mantenere la tradizione del cantiere, quasi centenaria. Tuttavia, le prospettive iniziali fornite da Cavazzana a noi, agli advisor, ai legali e all’intero comparto, di dotarsi di un management adeguato e di rilanciare rapidamente l’azienda, non si sono concretizzate.”
Cosa è successo?
“I tentativi di Cavazzana di trovare partnership nel settore cantieristico si sono rivelati infruttuosi, per ragioni che ignoro. Pertanto, ha deciso di procedere in autonomia, con capitali propri, ma si è trovato nell’impossibilità di avviare l’attività con commesse già acquisite. Nel frattempo, il cantiere aveva dovuto annullare tutti i contratti preesistenti, ordini e costruzioni, a causa della loro non redditività. Una non redditività che derivava dalla gestione del nostro ex management, che negli ultimi cinque anni aveva imprudentemente accettato commesse sottocosto, portando il Cantiere Navale Vittoria alla crisi.
Noi, insieme ai nostri consulenti, avevamo suggerito a Cavazzana, basandoci su un’approfondita analisi di mercato, di concentrarsi sul settore delle imbarcazioni private, come quelle di supporto per piattaforme petrolifere o parchi eolici, e sugli yacht, un’area in cui il cantiere si era già impegnato con il marchio Vittoria Yachts, purtroppo poi liquidato. Avevamo anche consigliato l’acquisto e il rilancio del marchio, e Cavazzana sembrava interessato, ma in questo senso non sono seguite azioni concrete.
Nel frattempo, nella società Cnv Srl di Cavazzana, è entrato Francesco Maria Tuccillo come amministratore e socio di minoranza. La sua esperienza proviene da settori diversi, come Finmeccanica e Piaggio Aerospace, da cui è uscito in circostanze controverse. Da questo momento, i nostri rapporti con Cavazzana sono diventati più difficili.”
Quale sarebbe quindi a suo parere la situazione attuale del Cantiere Navale Vittoria?
“A mio avviso, l’attuale gestione non sta adottando una strategia commerciale efficace per il settore navale. Preciso che questa è una mia opinione personale, non un dato di fatto. Sono perplesso per la drastica rottura con il passato, che ha emarginato la storia della famiglia Duò.
Non c’è stato alcun confronto sulle strategie future, nonostante avessimo delle proposte concrete. La nuova proprietà ha proceduto in autonomia, senza presentare un piano industriale, il che mi risulta singolare dopo mesi dall’acquisizione. L’atto di vendita, inizialmente previsto a dicembre, è stato posticipato a febbraio a causa di una commessa che Cavazzana voleva risolvere prima. Questo ritardo, dovuto a dinamiche da lui inizialmente accettate e poi cambiate, ha portato al rogito solo il 14 febbraio.
Ad oggi, comunque, non esiste un piano industriale concreto. È stata avviata una cassa integrazione di un anno, con i dipendenti impiegati in questi mesi solo per la riattivazione del cantiere. Considerata la lentezza delle commesse pubbliche e l’assenza di contratti privati, il ritorno al lavoro si prospetta lungo e complesso. Spero di essere smentito da un piano industriale convincente, ma al momento non ci sono segnali positivi. Trovo inoltre inaccettabile che si giustifichi il ricorso alla cassa integrazione portando, come è stato fatto, la motivazione che il cantiere avrebbe una serie di macchinari e attività produttive fuori norma, quando tutte le certificazioni sono in regola. Abbiamo offerto la nostra collaborazione per facilitare la transizione, ma Cavazzana ha scelto un approccio isolazionista che mi lascia perplesso.”
Qual è il suo auspicio per il futuro del Cantiere Navale Vittoria?
“Spero che la nuova gestione presenti un piano industriale solido e che coinvolga figure con esperienza nel settore. Ribadisco che le mie sono opinioni personali e che spero di essere smentito dai fatti. Desidero che il cantiere torni a essere un’eccellenza nel settore navale.”
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