Federica Brascugli e il lavoro di interfaccia fra il cantiere Benetti e gli armatori
La project manager racconta le ultime tendenze e le richieste dei ricchi di tutto il mondo che ordinano navi da diporto made in Italy
In occasione del recente varo a Viareggio di Juno’s 7, il primo superyacht della serie Class 44M di Benetti, SUPER YACHT 24 ha avuto l’opportunità di parlare con Federica Brascugli, da oltre 21 anni project manager del cantiere toscano.
Dottoressa Brascugli, può illustrarci le principali caratteristiche di Juno’s 7?
“Juno’s 7 è stato progettato per soddisfare le esigenze di una famiglia numerosa e circondata da molti amici. Oltre alle cinque cabine del lower deck – di cui due Vip e due twin con la possibilità di creare un letto matrimoniale e con due pullman bed, e alla cabina armatoriale a prua – lo yacht dispone di una sesta cabina Vip sull’upper deck: si tratta di una cabina del tutto speciale che avevamo già realizzato nel progetto Diamond – di cui il Class 44M è l’evoluzione – caratterizzata da una posizione rialzata e da un’ampia luminosità, che è stata molto apprezzata e richiesta dai nostri clienti.
Uno degli elementi distintivi del Class 44M è il design delle linee esterne; qui abbiamo apportato un importante ampliamento delle vetrature sul lower deck e sul main deck, tagliato degli elementi in vetroresina nell’upper deck per dare una linea ancora più filante alla barca, nonché aggiunto dettagli in nero su richiesta dell’armatore.
Inoltre, sempre su specifica richiesta dell’armatore, è stata realizzata una caratteristica aggiuntiva molto interessante: un bagno nella zona del beach club a poppa del ponte inferiore. Questa soluzione, che è stata subito apprezzata anche da altri armatori, permette agli ospiti di usufruire di un bagno direttamente a livello del mare, senza dover entrare all’interno dello yacht.”
Come si articola il suo lavoro di project manager e del team che gestisce?
“Il mio ingresso avviene talvolta in una fase precedente alla firma del contratto da parte dell’armatore, quando il sales manager ritiene che occorra definire aspetti tecnici più particolari, oppure subito dopo la firma, quando appunto il progetto passa sotto la mia supervisione.
Gestisco un team composto dai collaboratori più stretti, tra cui il capolinea della serie 44 metri, il capobarca – che segue unicamente il progetto che si sta costruendo e che sale a bordo quando lo scafo arriva a Viareggio per l’allestimento e lascia la barca solo quando è consegnata -, l’architetto di commessa, di configurazione, il planner, il buyer, gli ingegneri per la parte piping e machinery e quelli per la parte elettrica ed elettronica. Questo team ‘ristretto’ coopera con numerose altre figure per portare a termine il progetto.”
E’ sempre più evidente la tendenza verso una maggiore integrazione tra gli spazi dello yacht e il mare. Come si è evoluta questa esigenza nell’ambito del progetto Juno’s 7?
“È vero, c’è una crescente richiesta da parte degli armatori di essere sempre più vicini al mare durante la crociera. Un tempo lo spazio tra l’imbarcazione e il livello del mare era molto più grande e conseguentemente lo era il distacco degli ospiti dalla natura circostante. Anche per il progetto di Juno’s 7, l’armatore ha avanzato una specifica richiesta in tal senso e proprio il progetto del bagno dedicato all’area beach a poppa del lower deck, molto vissuta dagli ospiti, nasce dall’esigenza di rendere l’esperienza ancora più naturale e integrata con l’ambiente esterno.”
Quali sono i principali aspetti da gestire nel rapporto con l’armatore e il suo staff?
“Il mio ruolo di project manager è quello di interfaccia tra il cantiere e l’armatore, nonché il suo staff, che negli ultimi anni è diventato sempre più numeroso e rappresentativo, con figure come il comandante, il geometra e l’owner’s representative.
Come Benetti lavoriamo con clienti che provengono da ogni parte del mondo e per questo uno dei principali aspetti da gestire è la barriera linguistica: una barriera che si trova lavorando con clienti provenienti da Paesi in cui l’inglese non è molto diffuso, come Cina e Russia. In questi casi, è fondamentale il supporto di interpreti.”
Quanto è importante il rapporto con l’equipaggio?
“E’ determinante. Il comandante in particolare può avere un ruolo decisivo durante la costruzione dello yacht. Una barca perfetta può diventare problematica se il comandante non ha un approccio positivo. Costruiamo oggetti complicati, ville straordinarie che devono navigare e qualche piccolo problema può anche esserci: con una buona collaborazione tra il comandante e il cantiere tutto si risolve; dipende molto dalla sua capacità di mediare e gestire la situazione. Curare il rapporto con i comandanti e con gli ingegneri è fondamentale. Come Benetti tra l’altro siamo stati i primi a credere nell’importanza di questo interscambio ideando lo Yachtmaster, un evento che si ripete ogni anno nel quale gli equipaggi, ma non solo, si incontrano con noi per confrontarsi e discutere su ogni tema che interessi l’industria nautica per farla progredire.”
Quali sono gli altri elementi chiave del suo lavoro di project manager?
“Data l’importante mole di costruzioni che abbiamo come Benetti, non possiamo prescindere da una organizzazione del lavoro perfetta per garantire il corretto funzionamento della catena produttiva.
Infine, la sicurezza è un aspetto fondamentale, per il quale il feedback del comandante, con la sua esperienza sul campo, risulta per noi prezioso per individuare eventuali ulteriori esigenze, oltre a quelle previste dalle normative, e metterle in atto.”
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