Oltre 190 milioni d’investimenti nei marina dell’Adriatico nel triennio 2024-2026
Secondo l’Adriatic Sea Tourism Report 2024 a spingere l’offerta di posti barca saranno però Albania e Croazia mentre in Italia qualcosa si muove in Veneto e in Puglia
Nel mercato della nautica nel triennio 2024-2026 risultano oltre 190 milioni di euro complessivi di investimenti tra inaugurazione di nuove marine (oltre 183 milioni) e ampliamento di strutture preesistenti (oltre 6 milioni). Tra le strutture che verranno inaugurate nel corso dei prossimi due anni si segnalano, in particolare, Vlora Marina a Valona in Albania (45 milioni di euro, 438 ormeggi) nel 2025 e Porto Baroš Marina a Rijeka in Croazia (50 milioni di euro, circa 230 posti barca) nel 2026. In relazione ai progetti di ampliamento si prevede che le marine di Skrivena Luka nell’isola croata di Lastovo e Marina Korkyra nell’isola croata di Korčula acquisiranno rispettivamente 10 nuovi ormeggi (100.000 euro di investimento) e 45 nuovi ormeggi (1,5 milioni di euro di investimento) nel 2025. Sul versante italiano, invece, entro i prossimi due anni sono attesi gli incrementi dei posti barca di Marina Fiorita a Venezia (50 ormeggi per 3 milioni di investimento), Darsena Le Saline a Chioggia (20 ormeggi per 700 mila euro di investimento), Marco Carani Nautica a Brindisi (100 ormeggi per 200mila euro di investimento) e del Porto Turistico di Rodi Garganico a Foggia (40 posti barca per 350.000 euro di investimento).
Questa fotografia del mercato ‘scattata’ da Risposte Turismo è stata presentata in occasione dell’Adriatic Sea Forum a Ravenna dove un focus è stato appunto dedicato ai nuovi investimenti propedeutici a una successiva fase di forte sviluppo per tutte le componenti del maritime tourism in Adriatico.
Secondo l’Adriatic Sea Tourism Report 2024 a fine 2024 saranno 500mila i movimenti di turisti nautici in Adriatico. Un valore che, sebbene non includa la consistente componente di diportisti “residenziali” in escursione giornaliera dal proprio marina, fa emergere un interessante mercato di turismo nautico, con una prevalenza di movimentazione nella costa orientale dell’Adriatico e con ampie prospettive di crescita trainate anche dalla nuova offerta presente nell’area.
Dall’indagine realizzata su 78 marine nell’area adriatica, risulta che la maggior parte dei turisti in transito giornaliero nei porti turistici considerati sulla sponda occidentale provenga in assoluta prevalenza dal mercato interno (italiani, 65,9%), seguiti da tedeschi (14,1%) e austriaci (8,1%). Sulla sponda orientale, invece, l’analisi evidenzia come dopo il mercato domestico (il 33,7% dalla Croazia e il 4,3% dalla Slovenia) ci sia una maggiore varietà di clientela, tra cui turisti nautici italiani (16,4%) e tedeschi (16,2%).
Per quanto riguarda, invece, la clientela delle società di charter nautiche oggetto dell’analisi dei ricercatori di Risposte Turismo, emerge che chi usufruisce di servizi charter sono per la maggior parte di provenienza extra-adriatica (72,2% del totale) con una prevalenza di tedeschi (25%) e austriaci (20,3%). La costa occidentale risulta essere particolarmente preferita da belgi e francesi mentre quella orientale è scelta da polacchi e cechi.
L’indagine sugli operatori charter di Risposte Turismo ha, inoltre, riguardato le abitudini e le scelte della clientela: “Dal nostro studio emerge in modo significativo una finestra molto breve tra il momento della prenotazione dell’imbarcazione e l’uso della stessa, con il 40% a noleggiarla con una sola settimana di anticipo” è il commento di Francesco di Cesare. “Non proprio un massiccio last minute ma senza dubbio una minore propensione a prenotare con largo anticipo, confermata dai responsabili delle società di charter che partecipano alle nostre indagini, e che affermano come sia sempre più determinante, per loro, utilizzare e saper sfruttare tutti gli strumenti on line in grado di intercettare la domanda e fornire ad essa informazioni e proposte in tempi molto rapidi. Il presente e futuro del turismo nautico – che coinvolgerà in prospettiva generazioni sempre più native digitali – vedrà quindi operatori impegnati a cogliere – o meglio non perdere – questi spazi di mercato”.
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