Il delicato equilibrio tra bellezza assoluta e sicurezza assoluta nello yachting
Secondo l’esperto com.te Rosario Fortuna la questione della sicurezza a bordo, che dovrebbe rappresentare la priorità assoluta, è a volte relegata in secondo piano in favore di design ed eleganza
Quale può essere il giusto compromesso tra il design e la sicurezza nel mondo dello yachting? Che l’attenzione alla sicurezza sia prioritaria non è infatti sempre così scontato in questo ambito.
SUPER YACHT 24 ospita il parere e le valutazioni del comandante Rosario Fortuna su questo argomento nel terzo capitolo della rubrica sui temi considerati più importanti per il settore – a volte scomodi – da lui ispirata.
Contributo a cura del com.te Rosario Fortuna
“Nel mondo dello yachting, dove la ricerca del design e dell’eleganza è spesso portata all’estremo, la questione della sicurezza a bordo, che dovrebbe rappresentare la priorità assoluta, è a volte relegata in secondo piano. Purtroppo, l’aumento degli incidenti di varia natura nello yachting, come incendi, naufragi e collisioni sta rendendo sempre più evidente la necessità di trovare un giusto compromesso tra la bellezza, la visibilità, la praticità e funzionalità in termini di sistemi sicurezza.
Ritengo che la tragedia accaduta un mese fa davanti a Palermo ci consegnerà sicuramente degli Armatori più attenti con una più accurata e maggiore sensibilità al problema della sicurezza e salvataggio a bordo e come si é già detto si percepisce in termini di scelta di equipaggi formati. Argomenti sulla sicurezza a volte sono poco affrontati dagli Armatori in fase di acquisto poiché questi delegano e confidano sui molteplici attori che verranno preposti come Enti di registro, di Classificazione nonché società di management, tecnici survey, etc.
Non per ultimo e non nel maggiore dei casi, quasi alla fine della costruzione quando a volte non si può più interagire spunta la Crew (Comandante, chief Engineer e chief Stewardess ) che poco possono fare con un progetto esecutivo già in fase finale. Fermo restando che siano persone di esperienza di navigazione reale ed esperti in lavori di costruzione e refit in modo da poter contribuire, altrimenti diventano presenze scomode per tutti!
Chi vive e lavora 320 giorni in uno yacht sicuramente saprà dare ottimi suggerimenti!
Mentre infatti si discute molto su fattori come la pericolosità delle batterie al litio e la mancanza di preparazione degli equipaggi dovuta alla carenza di tempo per una loro adeguata formazione – ambedue fra le principali cause di questo trend preoccupante – si discute poco, per la loro natura ‘sensibile’, di problemi altrettanto seri che nascono proprio dal fatto che quel compromesso finora non si è voluto o ‘potuto’ trovare”.
Ad esempio: negli yacht la ricerca della bellezza assoluta, tipica del design italiano, spesso prevale sulla necessità di rendere ben visibili pratici e facilmente accessibili le vie di fuga e mezzi di salvataggio, così come avviene invece sulle navi passeggeri e commerciali.
Ma su questi oggetti non si può prescindere dal facilitare la via di fuga inserendo per fare un’esempio maniglie del tipo antipanico visibilissime e facili da raggiungere. Non dimentichiamo che a terra il maniglione antipanico come strumento di sicurezza che fu ideato ed inserito per la prima volta in un cinema nel 1903, proprio a seguito di un incendio dove morirono tantissime persone, all’epoca venne subito contestato proprio per il fattore estetico, ma ha salvato e salva tuttoggi una quantità enorme di persone. Il mio auspicio è che si possa riguardare e intraprendere una discussione in questa direzione.
Quali sono gli scogli da affrontare? La richiesta in questo senso deve partire innanzi tutto dagli armatori, solo loro hanno il potere contrattuale di far valere la loro volontà rinegoziando con i cantieri navali costruttori alcuni aspetti sulla sicurezza a bordo!
Oggi tantissime barche, se non tutte, sono custom e questo significa che l’armatore sceglie un bellissimo design fatto sicuramente da un bravissimo architetto, poi i vari ingegneri ne sviluppano la fattibilità e nascono gli interni dove lo stilista italiano imprime il proprio stile che contraddistingue l’eccellenza italiana in tutte le sue forme, ma é a questo punto purtroppo che gli architetti e i designer, naturalmente votati alla massima bellezza, non saranno di certo i promotori di soluzioni che possano compromettere l’estetica.
Sarebbe anche auspicabile in questo frangente una collaborazione con chi vive a bordo …Qui occorre la determinazione dell’Armatore nel voler rinegoziare una barca che consenta nell’eventuale momento difficile di salvare la sua vita, quella della sua famiglia e dei suoi ospiti. Sarà quindi un suo compito pretendere che le vie di fuga e i sistemi di sicurezza e salvataggio siano ben segnalate e facilmente visibili e raggiungibili, anche a discapito di un po’ di bellezza.
Ma la responsabilità di queste carenze non ricade solo sugli armatori. Anche i comandanti, i surveyor e gli enti certificatori hanno un ruolo cruciale importantissimo e di responsabilità da svolgere. In tutte le fasi di realizzazione dello yacht ci sono corresponsabili: i designer perché vogliono raggiungere la bellezza perfetta, i comandanti che in alcuni casi non si impongono per proteggere il loro rapporto di lavoro, principalmente i surveyor che come responsabili della gestione della costruzione dovrebbero pretendere questa attenzione ed infine gli enti certificatori, e i vari Enti di controllo anche dopo la consegna nel caso incontrino nei loro periodici survey situazioni critiche, questi dovrebbero quantomeno porre il problema e trovare la soluzione migliore.
In carriera mi sono trovato molte volte davanti a situazioni al limite della sicurezza sia internamente che esteriormente e anche in sala macchine. Molte posizioni di dotazioni di sicurezza e sistemi sono spesso posizionate in modo poco visibile, poco pratico e non facilmente accessibile!
In generale tutte le dotazioni e sistemi di sicurezza devono essere visibili a tutti, facilmente raggiungili e pratici in caso di necessità!
C’è un altro tema fondamentale che riguarda il prestare la dovuta attenzione alle condizioni di lavoro dell’equipaggio. Anche qui serve una maggiore sensibilizzazione dell’armatore, chi lavora con ritmi serrati e a volte in spazi molto ristretti tipici dei piccoli yacht deve avere la possibilità di riposare regolarmente altrimenti ne va della sicurezza di tutti, ma questa opera di sensibilizzazione riguarda anche gli ospiti e yacht charterer.
Quando il comandante segnala determinate situazioni di pericolo deve essere ascoltato. Spesso clienti molto esigenti richiedono operazioni di sbarco tender, moto d’acqua gonfiabili e giochi vari tipo parco giochi, anche quando la situazione meteo marina va a peggiorare e non si ha abbastanza tempo per mettere tutto in sicurezza per mancanza di tempo, così come non si può pretendere di scendere per andare a cena al ristorante in condizioni di mare incerto che non lo permettono per poi ritornare a bordo alle due/tre del mattino e oltre, considerando poi che i vari portelloni dovrebbero rimanere chiusi con determinate condizioni a rischio di note conseguenze!
Tutti gli attori coinvolti, dagli armatori ai designer, ai comandanti agli enti certificatori, hanno il dovere di lavorare insieme per garantire la massima sicurezza a bordo, senza rinunciare completamente alla bellezza, ma puntando su alcune parole chiave: visibilità, praticità e funzionalità, senza trascurare gli orari di lavoro regole e gerarchie a bordo!
La sfida è complessa, ma sicuramente da migliorare con la collaborazione di tutti! Per questo la mia intenzione è di trasferire le mie esperienze e testimonianze alle nuove leve che potranno seguire gli imminenti corsi Stwc Imo che condurrò a Livorno nei quali finalmente si tratterà a 360° anche il tema dello yachting, finora quasi ignorato”.
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