Armare mette in mostra il primato nella sostenibilità vera e certificata della sua produzione di cime
L’azienda guidata da Stefano Finco è la prima al mondo in ambito nautico ad aver sviluppato ed emesso due Environmental Product Declaration per il cordame con una valutazione trasparente e quantificata degli impatti ambientali associati al ciclo di vita del prodotto
Genova – Con una storia lunga oltre duecento anni e la sostenibilità nel suo Dna, Armare progetta, produce e commercializza cordami con uno specifico orientamento verso il settore nautico e marino. L’azienda ha sede a San Giorgio di Nogaro (Udine), nel Nord-Est dell’Italia, ed è oggi guidata da Stefano Finco, attuale amministratore delegato che da trent’anni ne segue crescita e sviluppo. La volontà di produrre cordami di alta qualità, pur mantenendo al minimo l’impatto ambientale, ha richiesto l’adozione di sofisticati strumenti di analisi di processo, orientati alla verifica dell’intero ciclo di vita dei prodotti (Lca), focalizzando le scelte sui concetti di sostenibilità, riciclo e circolarità.
Armare è così la prima azienda al mondo ad aver sviluppato una Epd (Dichiarazione ambientale di prodotto) per componenti nel settore nautico-marino. Le Epd rappresentano un importante traguardo nell’ambito della sostenibilità, poiché forniscono una valutazione trasparente e quantificata degli impatti ambientali associati al ciclo di vita del prodotto.
SUPER YACHT 24 ha incontrato il suo ad Stefano Finco al recente Salone Nautico di Genova per capire meglio il mondo Armare e la portata delle sue ultime novità.
Come è nata quest’attenzione alla sostenibilità?
“L’azienda ha sempre avuto una certa attenzione all’ambiente, c’è una storia familiare che ha tramandato questa sensibilità quando i miei nonni e bisnonni coltivavano la canapa di cui non si buttava nulla e tutto veniva riutilizzato. Un Dna rimasto nella nostra mente e all’interno della produzione dove abbiamo cura dei materiali di scarto, che vengono divisi per essere poi riutilizzati o venduti per creare altri prodotti. Un paio di anni fa ci siamo avventurati in una nuova via per offrire qualcosa di più ai nostri clienti. Abbiamo sviluppato due Epd che analizzano tutto il percorso del prodotto, dall’estrazione delle materie prime alla fabbricazione, dall’imballaggio fino allo smaltimento attraverso un software Lca. Le abbiamo certificate attraverso un ente terzo che a sua volta è stato anche asseverato da Accredia.
Il vostro obiettivo?
“Attraverso l’emissione delle Epd relative a due prodotti rappresentativi della gamma, Armare dimostra l’impegno concreto verso la riduzione degli impatti ambientali, fornendo le informazioni dettagliate su vari aspetti come l’utilizzo delle risorse, le emissioni di gas serra, il consumo dell’acqua e la produzione di rifiuti. Questa iniziativa non solo valorizza i prodotti di Armare in termini di sostenibilità, ma risponde anche alle crescenti esigenze di trasparenza e responsabilità ambientale richieste dal mercato e dai consumatori. Il nostro ufficio tecnico ha sviluppato un software disponibile online per tutti i propri clienti, che permette di calcolare e confrontare l’impatto ambientale fra diversi articoli. Ogni cima prodotta da Armare sarà dotata di informazioni relative al suo CO2 footprint e su richiesta potranno essere emesse EPD su specifici prodotti, in accordo con le esigenze dei clienti”.
Qual è il risultato di questa operazione?
“Tutto questo concorre a definire un’impronta ambientale del prodotto che poi viene comunicata e sintetizzata attraverso una serie di indicatori, ed è la strada più difficile per un’azienda perché dietro ci sono tanti calcoli e risorse ma è l’unica per definire i parametri in termini oggettivi, scientifici, misurabili e ripetibili per diventare il metro di riferimento internazionale. Inoltre, significa che noi come azienda stiamo intraprendendo una strada estremamente seria e scientifica per dichiarare come viene fatta ogni cima e utilizzare queste informazioni nella progettazione di nuovi prodotti sempre migliori. Possiamo orientare tutte le scelte che precedono la produzione secondo criteri reali di impatto ambientale e non di supposizioni. Speriamo che venga apprezzato e che ci dia la possibilità di poter essere ancora più apprezzati di quanto siamo oggi”.
Il calcolatore è già attivo?
“Sì, collegandosi al nostro internet è possibile accedere alle sezioni dedicate all’ambiente, scaricare le due EPD, riferite ai prodotti Star diametro 10mm e Dyneforce 78 da 6 mm e utilizzare il calcolatore di impatto ambientale (Environmental footprint calculator) per verificare e confrontare i differenti prodotti. È anche operativo l’accesso all’area virtuale di Mapping Lca, punto di incontro di esperti di sostenibilità, che all’interno di un ambiente virtuale 3D consente di usufruire di molte informazioni di carattere ambientale e approfondire le tematiche correlate”.
Torniamo a parlare di Armare, qual è il vostro fatturato?
“È intorno ai 7,5 milioni di euro e sempre in crescita ormai da anni, il 50 per cento deriva dal settore nautico, ma siamo presenti anche in quelli della pesca professionale, industriale e della sicurezza. Il mercato predominante rimane il bacino europeo, ma stiamo avendo ottimi risultati dal punto di vista della qualità dal mercato americano e soprattutto asiatico, sguarnito di prodotti di alta qualità”.
Come si sviluppa la vostra rete vendita?
“La nostra politica è di selezionare i punti vendita preferendo quelli capaci di offrire anche una consulenza tecnica al cliente, altrimenti su prodotti molto tecnici e di fascia elevata come i nostri la vendita rischia di essere rovinata da chi non è in grado di consigliare il prodotto giusto”.
Come state sviluppando l’azienda?
“Stiamo costruendo uno stabilimento all’avanguardia dal punto di vista progettuale, di design e di suddivisione degli ambienti, che offriranno standard molto elevati di qualità del lavoro. È innovativo anche dal punto di vista del consumo energetico perché sarà completamente autosufficiente, sganciato da fonti di energia tradizionali. La struttura e la parte produttiva saranno terminate tra dicembre e gennaio, mentre per gli uffici bisogna aspettare la metà del prossimo anno, quando completeremo il trasferimento. Ma vorrei sottolineare un aspetto importante”.
Prego
“L’azienda ha fatto questo grande investimento restando sul territorio dove è cresciuta, il Nord-Est d’Italia. Tutta la parte sia di manage1ment sia di produzione è al cento per cento a kilometro zero fatta eccezione per alcune materie prime per le quali non possiamo fare diversamente semplicemente perché non esistono in Italia”.
Il target della vostra produzione?
“Possiamo fornire cime dalle piccole derive fino a imbarcazioni di 80 metri. Negli anni abbiamo costruito un parco macchine che ci permette di avere un ottimo range di prodotti e soddisfare un esteso bacino di utenza”.
In termini di mercato ci sono delle fasce dimensionali di barche che generano una domanda maggiore?
“Oggi i megayacht sono una parte molto importante, ma anche la vela è cresciuta di pari passo. Devo anche dire che in questi anni tutti i settori sono cresciuti abbastanza gradualmente e in modo distribuito, non c’è stata una crescita repentina di un settore rispetto a un altro”.
Vendete soltanto prodotti vostri?
“Per fidelizzare e consolidare meglio il rapporto con i nostri clienti, dal 2017 abbiamo ampliato l’offerta aggiungendo prodotti che non produciamo ma che distribuiamo in esclusiva per l’Italia, parlo Lopo Light, Karver, Ronstan, Clam Cleat e Nomem”.
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