Carlo Gazerro (Smartgyro): “Come abbiamo stabilizzato il catamarano Bluegame BGM75”
Il sales director spiega a SUPER YACHT 24 la sfida vinta prima di altri nel riuscire a stabilizzare lo scafo rendendo l’esperienza di bordo identica a quella di un monoscafo
Un monoscafo stabilizzato è sempre più confortevole di un catamarano non stabilizzato, nonostante la larghezza maggiore di quest’ultimo possa far pensare al contrario. Ed è proprio partendo da questo fatto che il cantiere Bluegame e il produttore italiano di stabilizzatori giroscopici Smartgyro hanno collaborato per ridurre i movimenti sul secondo scafo del catamarano BGM75.
SUPER YACHT 24 ha intervistato Carlo Gazerro, sales director di Smartgyro per capire come è stato ottenuto questo importante risultato.
Quali sono le differenze tra monoscafo e catamarano in termini di stabilizzazione?
“In realtà per i catamarani non si parla tanto di rollio quanto di accelerazioni verticali, è un mezzo molto più nervoso nei movimenti. Il rollio è più basso ma molto più veloce e mette a disagio gli ospiti, un po’ come un’auto che va in fuoristrada”.
Quale soluzione avete scelto per il BGM75?
“Sul BGM75 abbiamo installato due stabilizzatori SG80, di solito su uno yacht monocarena da 72/75 piedi ne installiamo uno solo, ma il catamarano ha due scafi e inoltre non è possibile utilizzare tutta la parte centrale, perché non è strutturale e inoltre è occupata dagli spazi abitabili”.
La sfida più impegnativa?
“Non esisteva nessun esempio di catamarano da 75 piedi con stabilizzatori giroscopici. Gli unici modelli matematici disponibili erano relativi ai monoscafi. Quindi la sfida è stata mettere a punto gli algoritmi di stabilizzazione per reagire ai movimenti del catamarano, che come ho detto sono diversi rispetto a quelli del monoscafo. Sono servite molte uscite in mare per la sua messa a punto e alla fine siamo soddisfatti, abbiamo raggiunto un buon compromesso di miglioramento delle prestazioni sotto forma di abbassamento del rollio ed eliminazione delle accelerazioni. I due stabilizzatori sono connessi tra di loro e si scambiano dati per continuare a migliorare l’algoritmo”.
Immaginavate questo risultato?
“Non avevamo certezze: siamo partiti senza una vera base di riferimento, ma siamo riusciti ad affrontare il problema e a risolverlo prima degli altri. Tra l’altro Bluegame ha scelto di limitare la larghezza del catamarano a otto metri contro i nove o dieci metri di progetti di lunghezza simile, sia per essere più agili nei porti sia per ridurre i costi di gestione, e questa caratteristica progettuale ha contribuito a ridurre le accelerazioni”.
Come è nata la collaborazione con Bluegame?
“Siamo stati interpellati da Luca Santella, head of product strategy del cantiere, e il suo obiettivo era offrire anche ai clienti dei catamarani un’esperienza di comfort simile a quella degli armatori dei monoscafi stabilizzati. C’è stata una grande spinta da parte del cantiere nel cercare soluzioni innovative che nessuno aveva mai esplorato prima; allo stesso tempo Smartgyro è un’azienda che progetta sia hardware che software e costruisce tutto in casa, a La Spezia, è quindi versatile e riesce ad applicare velocemente le modifiche richieste. Per due anni Bluegame avrà l’esclusiva su questa tecnologia”.
Qual è il vostro mercato principale?
“I nostri prodotti coprono la fascia da 40 a 100 piedi e con l’ingresso di Yanmar nel capitale sociale quattro anni fa siamo riusciti a strutturarci molto bene con centri di assistenza e dealer in tutto il mondo”.
Seguite anche il mercato del refitting?
“Sì, anche se bisogna lottare contro gli scarsi spazi esistenti nelle sale macchine e locali tecnici perché la presenza di uno stabilizzatore non era stata prevista. Quindi accade spesso che al posto di una sola macchina grossa se ne installino due più piccole in posizioni diverse. Proprio per questo i nostri stabilizzatori, tranne il modello SG20, sono modulari e si possono smontare pezzo per pezzo per entrare più facilmente in spazi ridotti. Il mercato del refitting è importante anche se oggi, grazie al nuovo edificio di 1.000 mq e alle conseguenti maggiori capacità produttive, il nostro focus è introdurre Smartgyro nei grandi cantieri OEM (original equipment manufacturer, ndr)”.
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