Bayesian: oltre alle prime ricostruzioni dell’accaduto prendono il via le autopsie sulle vittime
La testimonianza del marinaio ha rivelato alcune sequenze di quanto successo dal momento in cui il veliero è stato colpito dalla tempesta; da parte invece dell’ufficiale di macchina il ricordo che un solo boccaporto fosse stato lasciato aperto
Da oggi si procederà con le autopsie sui corpi di tutte le sette vittime del Bayesian, lo yacht a vela affondato davanti alla costa palermitana nelle prime ore del 19 agosto.
Le prime salme a essere esaminate saranno quelle di Jonathan Bloomer e della moglie Judith Elizabeth, seguiranno quelle di Cristopher Morvillo e della moglie Neda. Subito dopo le autopsie saranno eseguite sul corpo del magnate inglese Mike Lynch, su quello della figlia Hannah e infine su quello del cuoco di bordo Recaldo Thomas, unica vittima dell’equipaggio.
Gli esami autoptici, precisa l’Ansa, si svolgeranno alla presenza dei periti di parte dei tre indagati : il comandante neozelandese James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio Matthew Griffith che era di guardia in plancia la notte del disastro; nei loro confronti la Procura di Termini Imerese ha ipotizzato i reati di naufragio colposo e omicidio plurimo colposo.
I legali della difesa hanno annunciato che chiederanno due consulenze tecniche: una ingegneristica per accertare lo stato della nave e capire se vi fosse un guasto di cui nessuno era a conoscenza e un’altra meteorologica per comprendere se la tempesta che si è abbattuta sulla nave sia stata un evento improvviso e violento o se fosse prevedibile. Gli accertamenti potranno essere disposti dopo il recupero del relitto che non aveva la scatola nera ma il trasponder Ais, dotato di gps, che avrebbe tracciato gli ultimi movimenti del panfilo.
Griffiths, difeso dagli avvocati Mario Scopesi e dal marittimista genovese Corrado Bregante che assistono anche l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton, è stato intanto sentito come persona informata dei fatti dai pubblici ministeri: “Ho svegliato il comandante quando il vento era a 20 nodi – ha detto il marinaio – Lui ha dato ordine di svegliare tutti gli altri. Io poi ho messo via i cuscini e le piante, chiuso le vetrate del salotto a prua e alcuni boccaporti”. Il marinaio non avrebbe parlato dei portelloni, che non erano di sua competenza.
“La nave si è inclinata e siamo stati sbalzati in acqua” – ha continuato il marinaio Griffith – “Poi siamo riusciti a risalire e abbiamo cercato di salvare quelli che potevamo. La barca era inclinata e camminavamo sulle pareti. Abbiamo messo in salvo chi potevamo, anche Cutfield ha salvato la bambina piccola e sua mamma” riporta l’Ansa.
Per quanto riguarda il comandante Cutfield ricordiamo che martedì scorso aveva rifiutato di rispondere alle domande dei pubblici ministeri per decisione dei suoi legali (l’avvocato Giovanni Rizzuti e il genovese Aldo Mordiglia) che non ritenevano di essere ancora in grado di avere una piena conoscenza del quadro accusatorio raccolto dalla Procura, ma in precedenza, secondo il Il Corriere della Sera, il comandante aveva fornito agli inquirenti una descrizione simile a quella di Griffiths affermando che la barca si era inclinata di 45 gradi rimanendo in quella posizione per un po’ di tempo, poi all’improvviso era caduta completamente a destra.
Nell’unica testimonianza rilasciata da Parker Eaton, ha riportato domenica Il Corriere della Sera, l’ufficiale di macchina sosteneva che tutte le porte e i boccaporti fossero chiusi quando la tempesta ha colpito la barca, tranne uno che dava accesso alla sala macchine, ma che quella porta, trovandosi al lato opposto di quello inclinato, non poteva aver causato l’affondamento.
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