Gleistein compie 200 anni ma non vuole ormeggiare
Anche le nuove normative internazionali, che impongono l’uso di cime certificate, aiutano il business dell’azienda tedesca produttrice di cordami
Nona puntata del reportage di SUPER YACHT 24 sulla nautica tedesca dopo il viaggio in Germania organizzato in collaborazione con Deutsche Yachten, l’associazione di categoria nazionale.
Brema (Germania) – Un’azienda produttrice di accessori per il mondo navale e nautico, che “dura” duecento anni mantenendo fortissima la propria identità familiare è già di per sé un bel traguardo.
Se lo fa in Germania, resistendo a ben otto passaggi generazionali, varie crisi cicliche, tentazioni di delocalizzazione e concorrenza internazionale non sempre corretta, allora diventa ancora più interessante e vale la pena di raccontarne la storia.
E’ quella di Gleistein, azienda fondata a Brema-Vegesack (nel bel mezzo della “Superyacht valley” tedesca) nel lontano 1824 dall’omonimo capitano, che sicuramente non si aspettava che la sua creatura vivesse così a lungo e soprattutto prosperasse in questo modo “semplicemente” producendo cime da ormeggio.
In realtà, approfondendo un pochino, si scopre che oggi gli ambiti di utilizzo delle cime e dei prodotti Gleistein sono oltre dodici, fra cui il navale (intendendo qui shipping + superyacht) resta preminente ma a cui si aggiungono rimorchio, gru, trasporti speciali, vela e sport acquatici, ascensori, industria edile e persino parchi giochi per bambini, che in varie parti del mondo si arrampicano allegramente sulle reti composte dalle cime intrecciate prodotte a Brema.
Duecento anni dopo la fondazione, Gleistein si è solo spostata di pochi chilometri dalla sua zona di origine ed oggi il suo quartiere generale, e sito produttivo, si trova nel distretto di Blumenthal di Brema.
Qui si producono cime di tutti i tipi e misure in una mirabile fusione di automazione e artigianalità, con macchinari modernissimi che compongono le cime o le avvolgono nelle bobine ma soprattutto diversi addetti, anche molto giovani, che le rifiniscono a mano o le personalizzano per usi speciali, per esempio aggiungendo occhielli: è con questo riuscito mix di tecnologia e saperi tradizionali che si arriva (bene) a 200 anni, probabilmente.
Dal 1997 si è aggiunta anche una seconda fabbrica, in Slovacchia, oltre ad una piccola unità dedicata al service in Olanda, e oggi Gleistein impiega in totale 250 persone, di cui 150 a Brema. Il fatturato è di oltre 30 milioni di euro, di cui un buon 20% generato nel settore navale, e la quantità di materiale utilizzato per le cime è di 2 mila tonnellate/anno.
Nel segmento superyacht Gleistein lavora molto con cantieri tedeschi, olandesi e italiani e mantiene ben saldo il suo focus di mercato sull’alt(issim)o di gamma. “Non vogliamo porci in competizione con i produttori cinesi e continuiamo a puntare sulla qualità” spiegano i vertici dell’azienda.
Un aiuto arriva dalla normativa Solas 2024, che per navi e superyacht impone l’utilizzo di cime certificate, anche se con differenze fra navi sopra e sotto le 2000 GT, cosa che induce all’ottimismo sul futuro immediato.
Gleistein ha appena sviluppato un sistema di tracking su base cloud che aggiorna in tempo reale sullo stato di salute delle cime per un importante player globale del settore crocieristico e intende trasferire presto questa tecnologia anche in ambito superyacht.
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