Dalle eliche alle pale eoliche, Piening Propeller diversifica e cresce
L’azienda estende le proprie aree di business e lavora a un progetto di un 180 metri
Terza puntata del reportage di SUPER YACHT 24 sulla nautica tedesca dopo il viaggio in Germania organizzato in collaborazione con Deutsche Yachten, l’associazione di categoria nazionale.
GLÜCKSTADT (Germania) – A proposito di aziende nautiche collocate in contesti praticamente rurali anche la storia di Piening Propeller vale la pena di essere raccontata.
Ci troviamo fuori Glückstadt, 50 km a nord-ovest di Amburgo, a poca distanza dal fiume Elba che separa il land dello Schleswig-Holstein, in cui si trova Piening Propeller, dalla Bassa Sassonia ma sufficientemente lontano da qualsiasi elemento che rimandi al mare, fatta eccezione per la grande elica collocata di fronte alla (bella) sede.
Questo del resto, insieme alle linee di asse, è il core business dell’azienda, fondata nel 1955 da Otto Piening e che ha mantenuto pressochè inalterate le sue caratteristiche fino ad oggi. E non è una cosa da poco, perché nel frattempo siamo arrivati alla terza generazione, rappresentata dall’esuberante e istrionico Ceo Mathias Pein, manager legato alla famiglia che conserva il controllo ma soprattutto l’identità dell’azienda.
Le prime eliche firmate Piening furono prodotte per le flotte di pescherecci della foce dell’Elba impegnati soprattutto nel mare del Nord, ed è proprio in quelle condizioni di lavoro spesso dure che questi prodotti si sono guadagnati la loro reputazione di affidabilità.
Quasi “facile”, o almeno naturale, il passaggio al mercato dei superyacht, che oggi si traduce in una ventina di progetti di newbuilding all’anno e vale circa un terzo del fatturato di Piening, con gli altri due terzi occupati rispettivamente dalle forniture militari e dalle navi da ricerca.
Questo bilanciamento fra diversi settori garantisce a Piening una buona stabilità nel medio-lungo periodo e la mette al riparo da eventuali cali degli ordini, a tutto vantaggio della capacità di pianificazione e della possibilità di dedicarsi alla ricerca.
Fra le principali innovazioni portate da Piening sul mercato dei superyacht c’è l’uso dell’acqua, anziché dell’olio, come lubrificante per le eliche, un passaggio che ha richiesto anni di studi ed è tanto più apprezzabile pensando alle dimensioni (medie) dell’azienda, che conta su una cinquantina di dipendenti ma è anche dotata di una fonderia interna.
Seguendo un modello di business consolidato fra gli accessoristi tedeschi, Piening progetta, produce e installa direttamente le proprie eliche in tutti i cantieri, avvalendosi unicamente di personale proprio, così come gestisce internamente tutte le fasi di assistenza post-vendita.
I clienti sono i principali produttori tedeschi di super e megayacht, ma le eliche Made in Glückstadt finiscono anche in molti cantieri navali turchi.
“L’acciaio e il bronzo che usiamo sono tutti di produzione europea, cerchiamo di non acquistare da Cina o India” spiega Pein, che poi rileva come fra i prossimi progetti ci sia quello di un 180 metri in costruzione in un cantiere fuori dalla Germania con consegna prevista nel 2025.
“Stiamo crescendo molto nel service e nel refit, anche perché molti grandi cantieri navali non hanno più personale qualificato per gestire queste attività e preferiscono affidarle a noi”, aggiunge.
Molto interessante in prospettiva l’allargamento al settore delle pale eoliche, di cui fra l’altro tutta la regione attorno è piena: il know how di Piening è applicato solo alla fase di service. Per ora.
CLICCA QUI PER ISCRIVERTI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPER YACHT 24