Confindustria Nautica nel comitato dei 10 Esperti del Cipom
L’associazione ha ricordato come sia auspicabile una maggiore attenzione dal punto di vista della normativa fiscale, evitando autogol come quello del ridimensionamento del leasing nautico, che ha reso meno competitiva l’industria europea e ha danneggiato le entrate Iva, in particolare dell’Italia
Le critiche e le lamentele di Confindustria Nautica verso il Piano del Mare e verso il Comitato interministeriale per le politiche del mare (Cipom), dal quale inizialmente l’associazione era rimasta esclusa, hanno sortito l’effetto sperato.
A Catania si è appena svolto infatti il convegno “La sfida europea della pesca e delle politiche del mare nel nuovo contesto della blu economy e del green deal” organizzato dal Parlamento e dalla Commissione Ue e promosso dal Dipartimento per la Protezione Civile e le Politiche del Mare della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Sicilia e la Città di Catania, alla presenza del Ministro Nello Musumeci, dal Direttore dell’Ufficio in Italia del parlamento UE, Carlo Corazza, e dal Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione UE, Antonio Parenti. Il Ministro delle Politiche del Mare, nel sottolineare la ricchezza e il lavoro che la nautica da diporto può dare allo sviluppo del Paese e del Mezzogiorno in particolare, ha ricordato che Confindustria Nautica è entrata nel Comitato dei 10 Esperti del Cipom con la nomina del Dott. Roberto Neglia, Responsabile dei rapporti istituzionali dell’Associazione nazionale di categoria.
“Ringrazio il Ministro Musumeci per il sostegno e l’attenzione dimostrata al settore” ha commentato il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi.
Nella classifica dei prodotti manifatturieri per crescita export nel periodo 2000-2022 la nautica al 6° posto con un +298%, gli oltre 21.000 addetti diretti della produzione generano un export di 3,4 miliardi di euro e sono il motore di una filiera che nel quinquennio – inclusi i due ani di pandemia – è passata da 160.000 a 200.000 occupati.
Confindustria Nautica ha ricordato come sia auspicabile una maggiore attenzione dal punto di vista della normativa fiscale, evitando autogol come quello del ridimensionamento del leasing nautico, che ha reso meno competitiva l’industria europea e ha danneggiato le entrate IVA, in particolare dell’Italia.
Sempre in tema di fiscalità, è necessario riconoscere l’applicazione dell’IVA turistica ai servizi del turismo nautico e vanno comunque eliminati le sperequazioni tra i regimi applicati dai Paesi Membri dell’Unione.
“L’Italia costituisce la spina dorsale del sistema cantieristico da diporto europeo e la cantieristica da diporto nazionale è uno dei pochi settori industriali nei quali l’Italia ha la leadership mondiale assoluta, con il 50% degli ordini mondiali di superyacht” ricorda ancora il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi. “Abbiamo dunque bisogno di politiche espressamente pensate per il settore e non automaticamente traslate da altre realtà, con attenzione alla crescita dei Paesi extra UE del Mediterraneo, come la Turchia e dalla nuova Commissione UE ci aspettiamo più attenzione al settore”.
“Su temi quale il contrasto alle frodi e ai furti (denunciato dall’European Crime Prevetion Network), la promozione del turismo nautico e della nautica sociale, l’Italia ha messo in campo best practice che dovrebbero diventare patrimonio dell’Unione, come la Dichiarazione di costruzione e importazione (DCI), la Giornata del mare nelle scuole e il favor verso i natanti statuiti dal Codice della nautica da diporto” ha ricordato Roberto Neglia.
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Confindustria Nautica critica verso il Piano del Mare pubblicato in Gazzetta Ufficiale