Agli Stati Generali della Portualità Turistica Italiana di Assonat a confronto la filiera dei porti turistici
Molti i temi emersi all’evento cui hanno partecipato i rappresentanti di oltre 120.000 posti barca sui 163.000 totali in Italia
A Roma si sono svolti gli Stati Generali della Portualità Turistica Italiana organizzati da Assonat in collaborazione con Assonautica Italiana: primo momento di confronto nazionale della filiera dei porti turistici. Secondo gli organizzatori erano presenti in sala i rappresentanti di oltre 120.000 posti barca sui 163.000 totali italiani.
All’evento, nato per approfondire la definizione del Piano Strategico della portualità turistica italiana 2025-2027 avviato nel 2023 e che si concluderà entro quest’anno – informa con una nota l’associazione – sono intervenuti il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, e il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
“Il sistema dei porti turistici italiani – ha detto il presidente Assonat -Confcommercio, Luciano Serra – ha la necessità di raccogliersi intorno a un piano che tracci la direzione per competere nei mercati nazionali e internazionali e rispondere così alle tante sfide che li vedono oggi impegnati, a partire dalle nuove frontiere del networking, della transizione energetica e digitale e della fiscalità”.
Inoltre ha aggiunto: “Presupposto essenziale è la necessità di dare la giusta evidenza alla specificità della portualità turistica quale settore economico capace di sostenere lo sviluppo economico, sociale, culturale e turistico del nostro Paese e di attrarre importanti investimenti nazionali e internazionali. La frammentarietà e l’assenza di organicità degli interventi legislativi che si sono succeduti nel tempo e, soprattutto, la mancata considerazione della importanza strategica delle strutture dedicate alla nautica da diporto, rendono ormai indispensabile un intervento normativo unitario e specifico”.
Il dibattito ha fatto sorgere diversi temi fra cui: quello delle strutture portuali che costituiscono una risorsa determinante per l’Italia, in quanto i porti turistici e le strutture dedicate alla nautica da diporto, hanno i medesimi profili di importanza strategica a livello nazionale, che caratterizzano i porti commerciali o di interesse nazionale (principio ispiratore della Legge 84/1994 che li disciplina), se solo si consideri che i concessionari portuali svolgono un’attività che non si esaurisce nel proprio legittimo scopo lucrativo, ma che trascende l’interesse del singolo marina, per sconfinare nella pubblica utilità.
Nell’occasione si è sottolineato poi che il numero di posti barca a livello nazionale, è inferiore rispetto alla domanda e lo dimostrano sia una stima delle attuali imbarcazioni di proprietà o possedute da cittadini italiani e di quelle che potranno derivare anche dallo sviluppo del settore a livello internazionale, nonché una comparazione con quanto avviene negli altri Paesi.
Indicata inoltre nell’assemblea la mancanza di una legislazione specifica di riferimento della portualità turistica italiana, non contenuta nemmeno nel recente codice della nautica da diporto emanato con D.Lgs. n. 171/2005, né nella legge 84/94 che non contiene disposizioni che si riferiscono specificatamente ai porti turistici, essendo questa norma indirizzata ai porti commerciali. Manca anche una nozione legislativa di cosa sia un porto (con le implicazioni di natura giuridica e pratica che ne derivano).
E’ stato inoltre evidenziato che i porti turistici non hanno mai ricevuto una trattazione unitaria nel nostro ordinamento. Con particolare riferimento al porto turistico, la materia del turismo, di attribuzione regionale esclusiva, si trova a confronto con la materia di porti attribuita alla potestà legislativa concorrente Stato – Regioni, il che ha non poco contribuito a rendere il quadro normativo estremamente frammentario.
Altro punto focale segnalato è stata la necessità di una riforma della portualità turistica, che risponda all’evoluzione che il settore ha vissuto dagli anni ’60 a oggi e che accompagni le imprese verso una riqualificazione delle strutture esistenti e nella inevitabile Transizione energetica e digitale.
Infine dall’evento è stata confermata la centralità attuale degli aspetti della fiscalità, della semplificazione, della capacità di networking e della formazione per favorire la leadership italiana nel contesto euro-mediterraneo.
Il dibattito ha visto i contributi di Gino Sabatini – vice presidente Unioncamere, Giovanni Acampora – presidente Assonautica Italiana, Marco Machetta – responsabile area legislativa di Assonat-Confcommercio, Cesare d’Amico – presidente Its Academy Fondazione “G. Caboto”, Vincenzo Poerio – presidente Fondazione Isyl e Gian Battista Borea d’Olmo – amministratore Cala del Forte di Ventimiglia e di numerosi porti turistici, approdi e punti di ormeggio.
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