Il cantiere Sangiorgio Marine chiede di poter mettere radici in porto a Genova
La newco partecipata da San Giorgio del Porto e guidata da Edoardo Bianchi ha chiesto una concessione venticinquennale prospettando di quintuplicare fatturato e dipendenti
Vuole radicarsi nell’area delle riparazioni genovesi per quintuplicare l’attività Sangiorgio Marine, cantiere nautico nato nel 2021 e specializzatosi nell’utilizzo di materiali compositi di carbonio e derivati e nuove tecnologie per realizzare, revisionare, manutenere e trasformare imbarcazioni custom racing e fast cruising.
La società, il cui socio di maggioranza col 46% e San Giorgio del Porto (il maggior cantiere navalmeccanico privato di Genova) mentre l’amministratore delegato (e socio al 32%, il terzo Pietro Bozzo detiene il resto) è Edoardo Bianchi, ingegnere ed ex velista olimpionico dotato del know-how necessario relativamente al mondo della nautica e delle competizioni ad alto contenuto di innovazione tecnologica, occupa da due anni i 4.700 mq di aree e capannoni cosiddette Ex Leghe Leggere Campanella e ha chiesto ora all’Autorità di Sistema Portuale di Genova il rilascio di un titolo concessorio di 25 anni.
A fronte dell’istanza, Sangiorgio Marine, che oggi impiega 12 persone, prospetta di poter arrivare nell’arco del periodo richiesto a 60 occupati. Oltre ai 460mila euro fin qui investiti il cantiere ha programmato altri 3 milioni di euro di spese per ammodernare le strutture a disposizione e acquistare le attrezzature necessarie alla propria attività, mentre sul fronte dei ricavi (oggi pari a 2,3 milioni di euro) la previsione del piano economico presentato in Adsp è di arrivare a 6,2 milioni di euro di fatturato nel 2030 (con 26 occupati) e a 13,8 a fine concessione nel 2048.
Intanto nei giorni scorsi, oltre ai lavori di carenaggio sul Moby Fantasy, è emerso che San Giorgio del Porto s’è aggiudicato anche la commessa per il restauro dello yacht Argo, ex imbarcazione spia della Marina Militare italiana e poi panfilo istituzionale da poco rilevato dal magnate dell’acciaio Giovanni Arvedi.
A.M.
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