Natpower investe 100 mln per stazioni di rifornimento di idrogeno in Italia e nel Med
La Marina Santelena di Venezia farà da apripista al progetto, che vede come partner anche Baglietto e Sanlorenzo nonché lo studio Zaha Hadid
Milano – Venezia entro la fine del 2024. Poi Massa Lubrense, quindi i porti più importanti della Penisola e del Mediterraneo, per un totale di 100 scali e marine entro il 2030. È questa la roadmap di massima dell’ambizioso progetto presentato oggi da Natpower per dotare l’Italia della prima infrastruttura di rifornimento di idrogeno verde per la nautica da diporto, grazie a un investimento – interamente a carico del gruppo – stimato in 100 milioni di euro nel corso dei prossimi 6 anni.
L’iniziativa è stata illustrata oggi dai vari partner che stanno lavorando alla sua realizzazione. Oltre allo stesso Natpower – gruppo che si occupa dello sviluppo di infrastrutture per l’energia pulita, e che allo scopo ha avviato la nuova Natpower H – anche i cantieri Sanlorenzo (con il brand Bluegame) e Baglietto, nonché lo studio Zaha Hadid, che sta sviluppando le ‘coperture’ delle stesse stazioni in un’ottica di sostenibilità e tramite impiego, nei diversi contesti, di calcestruzzo stampato e materiali locali. Gli altri soggetti coinvolti sono BluEnergy Revolution, Fitchner, Linde, Studio Maresca, Tecma e Sige.
“L’80% degli acquirenti di yacht chiede imbarcazioni totalmente alimentate da idrogeno verde” ha esordito Andrea Minerdo, amministratore delegato di Natpower H, evidenziando le ragioni che hanno portato all’avvio del progetto. “Abbiamo dialogato molto con cantieri, armatori, comandanti, port authority: la richiesta è elevatissima”. E ancora: “Non abbiamo trovato ad oggi cantieri – inclusi i grandi produttori italiani – che non avessero progetti per imbarcazioni con propulsione full o ibrida a idrogeno. Pensavamo che il mercato fosse più indietro” ha aggiunto.
Con queste premesse, ha spiegato Fabrizio Zago, a capo del gruppo NatPower – abbiamo deciso di creare NatPower H, operatore globale per la produzione, lo stoccaggio e il rifornimento di idrogeno verde, dando vita alla prima infrastruttura di approvvigionamento di idrogeno per la nautica da diporto al mondo. “Pur avendo appena avviato il progetto, abbiamo già una pipeline di 25 accordi vincolanti con marine e porti italiani, che ci consentirà di avviare la creazione di una rete di stazioni di rifornimento ad idrogeno capillare a livello globale”. Apripista di questo percorso sarà nello specifico il Marina Santelena di Venezia, situato nel bacino di San Marco, dove la prima stazione sarà completata “entro il mese di giugno, o comunque nell’estate del 2024”. L’entrata in funzione dell’hub avverrà però più tardi perché, ha aggiunto Minerdo, per quella data questo non avrà ricevuto tutte le autorizzazioni necessarie, cosa che indicativamente dovrebbe invece avvenire “entro la fine dell’anno”. Una interlocuzione avanzata è inoltre quella con il comune di Massa Lubrense, punto strategico per l’approvvigionamento delle imbarcazioni turistiche dirette a Capri. Nelle mire di Natpower H ci sono poi i principali porti della Penisola: “Stiamo lavorando con Trieste, Venezia, Napoli, Genova” ha spiegato Minerdo.
Nel concreto, la stazione ideata dalla società si configura come un impianto “che può stare in un contenitore di 4 x 4 metri, con idrogeno fornito a una pressione da 30 a 350 bar”, la quale potrà fungere da punto di approvvigionamento anche per eventuali mezzi per la micro-mobilità su strada impiegati nelle stesse marine. ‘Caricate’ con 4 bombole (che verranno trasportate in loco dai tipici carri bombolai), le stazioni potranno essere però anche essere dotate di elettrolizzatori, per la produzione in situ di idrogeno verde, possibilità che potrebbe essere sfruttata in particolare da quelle collocate in aree remote o difficilmente approvvigionabili.
Diversi i progetti già avviati che fanno ritenere a Natpower che la strada imboccata sia quella giusta.
Tra questi il prossimo lancio, da parte di Bluegame (Sanlorenzo) di chase boat a foil per l’America’s Cup alimentate a idrogeno. Nelle strutture del cantiere, che sta realizzando unità sia per il team statunitense sia per quello francese, sarà aperto sotto la cura di Natpower H, quale sponsor tecnico, una prima stazione di rifornimento a uso interno che vedrà la luce verso la metà di febbraio.
Come noto a credere molto nell’idrogeno è anche Baglietto, che ha dato il via al progetto BZero, presentato lo scorso aprile. Un’ulteriore spinta a questa tecnologia – soprattutto per quel che riguarda un suo impiego diffuso e nelle fasce più basse del mercato – arriverà inoltre dal nuovo motore fuoribordo con questa alimentazione sviluppato da Yamaha, annunciato lo scorso dicembre.
Quanto infine al riscontro da parte del segmento dei superyacht, “Sanlorenzo è stato molto chiaro e ha indicato di vedere l’idrogeno come carburante del futuro solo per le imbarcazioni inferiori ai 24 metri. Dai confronti che abbiamo avuto con gli operatori del settore, noi riteniamo che la soglia possa essere quella dei 52 metri. Va detto che comunque il cantiere olandese Feadship sta realizzando uno yacht, tra l’altro alimentato a idrogeno liquido, da 130 metri” ha commentato a margine della conferenza stampa Minerdo. Sul punto si era espresso durante la tavola rotonda seguita alla presentazione anche Paolo Dessi, Hsv Project manager di Bluegame, evidenziando come in realtà siano proprio le imbarcazioni più grandi quelle che spesso stanno ferme, in rada o in banchina: “Sono questi i contesti in cui serve l’idrogeno, per non inquinare e non disturbare, perché è silenzioso”.
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