No dall’Acap all’hub per mega yacht sul molo San Vincenzo a Napoli
L’ostacolo sarebbe il traffico mercantile e crocieristico troppo intenso intorno al molo. Attesi i dati tecnici dai commercialisti napoletani
In merito alla realizzazione dell’hub per mega yacht sul molo napoletano di San Vincenzo, di cui ormai si parla dall’aprile 2022, dopo il parere positivo del Comune, dell’AdSP, della Marina Militare e poi di tutti i qualificati partecipanti al convegno di fine ottobre dell’Ordine dei Commercialisti di Napoli è ora la volta del parere – tranchant – dell’Acap, l’associazione degli armatori che operano i collegamenti con le località turistiche del litorale campano.
L’associazione Acap – riporta Il Mattino di Napoli – ha messo nero su bianco che “il molo San Vincenzo non può ospitare i grandi yacht” perché il porto di Napoli e la calata Beverello sono già gravati da un intensissimo traffico di mezzi veloci e navi e che, un eventuale ulteriore allargamento dei traffici, metterebbe a rischio l’operatività del porto di Napoli.
La ragione dell’impossibilità di creare su una parte del molo un’area dedicata ai grandi yacht, come nell’idea progetto dei dottori commercialisti di Napoli, non sarebbe praticabile, ha spiegato l’Acap, presieduta dall’armatore Emanuele D’Abundo e diretta dall’avvocato Salvatore Ravenna. Dopo aver precisato: “che non c’è alcuna preclusione sui progetti che tendono a valorizzare il molo San Vincenzo» l’associazione ha messo in evidenza la densità del traffico che si registra al Beverello dove il San Vincenzo è la sponda principale.
“Calata Beverello – scrivono gli armatori – già serve oltre 7 milioni di passeggeri per anno e il traffico è in aumento” e non solo; allargando il discorso agli altri flussi, l’Acap mette in evidenza che «è noto a tutti gli addetti ai lavori che l’imboccatura del San Vincenzo serve tutti i flussi delle unità veloci da e per la calata Beverello, delle navi traghetto e delle unità veloci da e per la Calata Porta di Massa, delle navi da crociera che ormeggiano al molo Angioino e al molo Pisacane, oltre ai mezzi militari». È altrettanto noto – aggiunge la nota – che i collegamenti dalla calata Beverello con le isole del golfo di Napoli sono soggetti ad un regime che include il rispetto di orari ed obblighi di servizio sulla base di un quadro orario della Regione. In questo contesto solo i transiti delle Unità Veloci da e per il Beverello determinano, in alta stagione, un transito che varia da 129 a 168 unità al giorno; a questi si aggiungono i traghetti diretti alle isole, altre 43 unità. Aggiungendo i transiti stabili delle navi da crociera e delle navi traghetto diretti alle isole maggiori si arriva a valutare un flusso di almeno 225 unità navali in 12 ore”.
Intanto il consigliere dei dottori commercialisti di Napoli, delegato della Commissione Economia del mare, Gianluca Battaglia, sentito oggi da SUPER YACHT 24, ha aggiornato sugli obiettivi e sugli sviluppi attuali dell’iniziativa dell’Ordine: “Sentendo parlare da più parti della possibile destinazione di 900 metri del molo San Vincenzo a mega e giga yacht, che riteniamo auspicabile anche in considerazione della carenza di spazi per questo tipo di imbarcazioni dal nord al sud di tutto il nostro Paese e la conseguente perdita di occasioni di generare ricchezza nell’indotto, ci siamo proposti gratuitamente di consegnare alle istituzioni uno studio di prefattibilità per capire cosa è possibile realizzare in quella parte di territorio. Non essendo noi dei tecnici rimandiamo all’esperienza delle istituzioni preposte a questo per capire a) se è fattibile, b) se effettivamente questo tipo di imbarcazioni possono ormeggiare in questa parte di darsena e se ciò non crea difficoltà al traffico mercantile e croceristico presente. E soprattutto – nel caso l’hub fosse realizzabile – se dobbiamo immaginare un ormeggio a murata oppure di poppa per questi mega yacht (nel primo caso si parlerebbe al massimo di ormeggiare in contemporanea 4-5 imbarcazioni mentre nel secondo oltre 20): due possibilità che hanno prospettive economiche molto diverse. Stiamo quindi aspettando questi dati che proverranno dalle istituzioni quali l’ente portuale (che da quanto ci risulta ha dato incarico alla Imat di sviluppare questo rilievo), dalla capitaneria di porto locale e dall’assessorato ai trasporti della Regione Campania, per iniziare il nostro studio e presentarlo con un nuovo convegno al massimo entro la fine del febbraio prossimo. Se le indicazioni di natura tecnica dovessero farci capire che il progetto non è fattibile per oggettive implicazioni informeremo dell’impossibilità di realizzarlo e delle alternative al diporto nautico che potrebbero essere indicate per quella destinazione.”
C.G.
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