Prima consegna di diesel Hvo a un superyacht da parte di Femo Bunker
Il combustibile è un Hydrotreated Vegetable Oil capace di ridurre dell’80% le emissioni di CO2 nell’atmosfera
La Femo Bunker, azienda parte del gruppo Fratelli Cosulich e Pesto Sea Group attiva nel trading di gasolio per yacht ea livello internazionale, annuncia a SUPER YACHT 24 di aver appena effettuato la sua prima consegna ad un superyacht di Hvo (Hydrotreated Vegetable Oil), un tipo di diesel prodotto da olii e scarti vegetali che riduce le emissioni di C02 sino all’80% e conforme alla norma EN15940 per i carburanti paraffinici.
“E’ la nostra prima consegna in assoluto di questo prodotto ad uno yacht – informa Diletta Tunesi, senior yacht fuel trader di Femo Bunker – e finora solo pochissimi yacht lo avevano già provato o utilizzato; questo è quindi per noi un evento molto speciale che ci auguriamo sia il primo di una lunga serie per una svolta green di questo settore”.
La consegna ha riguardato 90 mila litri per il super yacht Savannah, e “anche questo – sottolinea la Tunesi – è un dato abbastanza importante perché ad oggi solo pochi yacht lo hanno sperimentato, alcuni dei quali facendo test con un minore quantitativo quantitativo e talvolta miscelandolo al diesel tradizionale, riducendo però gli effetti benefici sull’ambiente di questo prodotto”.
Questo gasolio, che nasce originariamente per utilizzi di tipo stradale, non è ancora disponibile ovunque, e la sfida che Femo Bunker è decisa ad affrontare è quella di portarlo a essere utilizzato dal settore marittimo essendo l’azienda molto attenta a tutte le novità in mercato per ciò che riguarda i nuovi combustibili. Una delle più grandi sfide in questo senso è sicuramente il tempo perchè, come per ogni novità – in questo caso si tratta di un’alternativa ai combustibili fossili – ha bisogno di passaggi e approvazioni a vari livelli: dall’assicurativo all’armatoriale, al manageriale oltre che della risposta dei motori all’utilizzo.
“Il dialogo sull’uso di questo prodotto sul m/y Savannah – continua Daniela Tunesi – è iniziato nell’aprile scorso; grazie a un comandante particolarmente ‘illuminato’ e convinto della validità della nostra proposta, che ha spinto per ottenere la greenlight, siamo giunti a questa fornitura in sostituzione del diesel tradizionale. L’impegno che tutte le parti in gioco – noi, il cliente e il fornitore – hanno profuso per arrivare a questo risultato è stato molto importante e ci ha visto coinvolti per mesi in un flusso continuo di ricerca e informazioni che è stato formativo per tutte le parti coinvolte. Dal campione di Hvo preso durante la consegna si vede che questo prodotto ha praticamente il colore dell’acqua ed è quasi completamente inodore”.
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