In calo (-3.420) il numero di navi e di unità da diporto battenti bandiera italiana
Il rapporto “Diporto Nautico in Italia – Anno 2022” del Ministero dei Trasporti mostra in particolare che i super yacht italiani oltre i 24 metri di lunghezza sono scesi a 166
Oltre a ‘La Nautica in Cifre’ elaborato da Confindustria Nautica, il Salone Nautico Internazionale di Genova è stato anche l’occasione per presentare il rapporto intitolato “Diporto Nautico in Italia – Anno 2022” prodotto dall’Ufficio di Statistica del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il contributo del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, delle Capitanerie di Porto e degli Uffici Marittimi Dipendenti, degli Uffici della Motorizzazione Civile, delle Autorità di Sistema Portuale, della Direzione Generale per la Vigilanza sulle Autorità di Sistema Portuale, il Trasporto Marittimo e per Vie d’Acqua Interne.
Le statistiche riportate nella sezione di sintesi e nelle tabelle di dettaglio inserite nei vari capitoli evidenziano in primis come al 31 dicembre 2022 risultino iscritte sul territorio nazionale 81.464 unità da diporto, delle quali 66.308 registrate negli Uffici Marittimi Periferici delle Capitanerie di Porto e 15.156 presso gli Uffici Provinciali della Motorizzazione Civile, a fronte di 157.950 posti barca destinati all’attracco e all’ormeggio di naviglio da diporto disponibili lungo i litorali italiani.
A tale riguardo, occorre sempre tenere in conto come le attuali dotazioni infrastrutturali siano in parte destinate anche ad accogliere unità da diporto di lunghezza inferiore ai 10 metri per le quali non sussiste l’obbligo di iscrizione a tali Registri.
Il numero di unità iscritte rispetto al numero di posti barca (“indice di affollamento”) risulta particolarmente alto nel Lazio (100,4 unità ogni 100 posti barca), nel Veneto (99,7) e, a seguire, in Liguria (75,7) e in Emilia Romagna (70,3), a fronte di valori dell’indice significativamente bassi, con valori inferiori alla media nazionale (51,6), nelle Regioni dell’Italia Meridionale e insulare, dove dotazioni infrastrutturali e punti di sbarco destinati al turismo nautico sono rivolti anche a soddisfare le numerose domande di attracco che si registrano nei mesi estivi da parte di diportisti di altre Regioni o esteri.
Per quanto riguarda l’incidentalità, infine, nel 2022 si è registrata una notevole diminuzione del numero dei sinistri (176) rispetto al 2021 (271), ma anche un aumento delle persone coinvolte, 78 a fronte delle 59 del 2021. E questo incremento riguarda sia il numero dei morti che quello dei feriti.
Scorrendo la pagina della pubblicazione è interessante notare che, delle 66.308 unità da diporto ‘immatricolate’ in Italia, appena 166 sono super yacht di lunghezza superiore ai 24 metri (navi da diporto), un valore in calo di 3 unità rispetto al 2021, mentre 43.787 sono imbarcazioni di lunghezza compresa fra 10,01 e 24 metri (il 66% del totale) e 22.355 i nattanti fino a 10 metri o di lunghezza non specificata.
In generale si può osservare che il numero delle unità complessivamente iscritte in Italia al 31 dicembre 2022 sia inferiore (di 3.420 unità) rispetto a quello rilevato al 31 dicembre 2021, le unità a vela siano concentrate (l’83%) nelle classi di lunghezza 10-18 metri. A fine 2022 il Compartimento Marittimo con il numero maggiore di unità iscritte è quello di Genova (10.742 unità), seguito da Roma (7.330 unità) e Napoli (6.590 unità).
Nella prefazione del volume il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, sottolinea come “il settore della nautica da diporto è ormai da alcuni anni in ripresa, con significativo vigore, dopo il parziale rallentamento nella prima parte del 2020 a causa della pandemia. In particolare – ha proseguito il Ministro – il biennio 2021-2022 è stato caratterizzato da una sensibile ripresa della crescita degli ordinativi e della domanda interna ed estera delle imbarcazioni italiane da diporto e sportive. Anche il 2023 sta confermando tale trend, parallelamente a un ulteriore rilancio del turismo nautico, favorito dalle migliorate condizioni, sul piano infrastrutturale e ricettivo, grazie a una più razionale distribuzione dei posti barca, di porti e punti di sbarco dedicati al diporto”.
Secondo Salvini, infine, “la migliorata situazione del nostro Paese sta, inoltre, consentendo all’intero settore di usufruire di nuovi finanziamenti, nazionali ed europei, che stimolano un’ulteriore crescita dell’indotto e, più in generale, dell’occupazione, ponendo nuovamente la nautica da diporto tra i principali volani dell’economia nazionale”.
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