Cantieri Navali di Sestri investe ancora nelle strutture
In autunno via ai lavori di rifacimento di falegnameria e officina interne, in questa stagione effettuati lavori su oltre 100 barche
Genova – La stagione del refit è praticamente in archivio per tutti i cantieri specializzati e anche Cantieri Navali di Sestri non fa eccezione, anche se sui piazzali e nella marina del sito genovese restano ancora alcune barche da ultimare prima della consegna agli armatori.
Il titolare Fulvio Montaldo non nasconde in questa intervista rilasciata a SUPER YACHT 24 la soddisfazione per un’altra annata positiva dell’azienda, che comunque guarda avanti e continua ad investire per migliorare i propri servizi.
Partiamo dai numeri, quante barche avete lavorato quest’anno?
“Un centinaio circa se contiamo tutti gli interventi effettuati, di cui una ventina sono yacht sopra i 24 metri. L’anno scorso avevamo completato due megayacht da 50 metri che ci avevano impegnato molto, ma potendo scegliere preferiamo lavorare su un numero maggiore di barche, anche se magari un po’ più piccole nelle dimensioni”.
Da dove arriva la vostra clientela?
“Nella fascia di yacht fra i 24 e i 40 metri un 60% circa è composta da stranieri, armatori francesi, tedeschi, inglesi e anche americani. Abbiamo perso i russi per le note vicende ma comunque abbiamo mantenuto un buon bilanciamento del portafoglio clienti, di cui molti sono ripetitivi. Uno di questi è la compagnia corsa Nave Va, che gestisce una flotta di barche commerciali con un elevato numero di ore di navigazione all’anno, che quindi hanno necessità di lavori periodici”.
Quanto è il vostro fatturato e quanti dipendenti avete?
“Quest’anno dovremmo chiudere con un risultato numericamente appena inferiore a quello del 2022 ma con redditività migliore. I dipendenti diretti sono una quindicina, poi naturalmente ci rivolgiamo a squadre esterne per gli interventi più specifici. Nei picchi di lavoro qui in cantiere girano circa una cinquantina di persone”.
Vi servirebbero più spazi?
“Onestamente si, oggi possiamo contare su 10 mila mq di aree a terra e altrettanti di specchio acqueo e li saturiamo sempre, ma sappiamo anche che attorno al cantiere non ci sono reali possibilità di sviluppo dal punto di vista delle aree, qui gli spazi sono compressi”.
Quindi come riuscirete a crescere?
“Migliorando sempre i servizi offerti e investendo sulle strutture su cui possiamo già contare. In autunno sono previsti i lavori di rifacimento della falegnameria e delle officine interne, così come di magazzini e mensa. Si tratta in pratica della seconda fase del piano di interventi che avevamo previsto quando abbiamo inaugurato i nuovi uffici, l’anno scorso avevamo acquistato il travel lift da 300 tonnellate che oggi ci consente di lavorare barche di grandi dimensioni, abbinato allo scalo già esistente. Abbiamo tre certificazioni, ambientale, qualità e sicurezza sul lavoro, e puntiamo sulla qualità dei servizi e sulla fidelizzazione della clientela: il passaparola fra armatori soddisfatti resta fondamentale”.
Ecco parlando del settore nel suo complesso come vede il futuro del refit?
“L’aumento complessivo della flotta mondiale ovviamente ci induce all’ottimismo ma credo che la differenza la faccia la professionalità. Io sono qui da 33 anni e ormai credo di conoscere bene il settore: a volte forse facciamo anche qualcosa in più di quello che potremmo e ci è capitato di dover rinunciare a qualche commessa, ma resto comunque positivo perchè so come lavoriamo e il mercato ce lo riconosce”.
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