Per i porti turistici si riaccende una speranza di contrastare il maxi aumento dei canoni demaniali
Accolto dal Consiglio di Stato un ricorso contro un’ordinanza respinta dal Tar del Lazio
I terminalisti portuali possono (in minima parte) compiacersi del fatto che il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della società Gestione Villaggi Turistici Rosapineta s.a.s. di P. Brazzalotto & C. contro l’ordinanza del Tar del Lazio che lo scorso maggio aveva bocciato la richiesta di sospendere l’efficacia del Decreto ministeriale sugli “Aggiornamenti relativi all’anno 2023, delle misure unitarie dei canoni per le concessioni demaniali marittime”. Nel caso specifico l’aumento imponeva a questo concessionario di aumentare “ad € 1.477.219,80 l’importo della polizza fideiussoria richiesta alla ricorrente ex artt. 17 reg. es. c.n. e 50 L.R. Veneto n. 33/2022, quantificando il canone demaniale 2023 per la concessione n. 23/2009 in € 703.438,00”.
Il Tar del Lazio nella sua pronuncia ha ritenuto che l’istanza cautelare non fosse “complessivamente assistita dal necessario periculum in mora, essendo stati addotti a fondamento della stessa nocumenti di natura esclusivamente economica, come tali ex se risarcibili”. Invece il Consiglio di Stato ha accolto l’impugnazione dell’ordinanza cautelare perchè “diversamente da quanto statuito dall’ordinanza appellata, secondo la plausibile prospettazione a base del presente appello il pericolo assume i connotati dell’irreparabilità, nella misura in cui il sensibile aumento del canone ha un impatto immediato sulla stagione estiva in corso, sotto il profilo dell’aumento dei costi di impresa e delle possibili conseguenti ricadute sui prezzi alla clientela”. Oltre a ciò si legge: “In relazione alla prognosi sull’esito del ricorso, il profilo concernente l’applicazione a fini di adeguamento del canone di un indice statistico non previsto a livello normativo richiede un approfondimento nella sede del merito”.
Ordinanza accolta, dunque, e sospesi gli effetti degli aumenti dei canoni demaniali previsti dal Ministero dei Trasporti, in attesa che il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio si esprima appunto sul merito della questione mentre in giro per l’Italia, sia nei porti mercantili che nei porti turistici, regna la confusione perchè c’è chi ha provveduto già a saldare i rincari richiesti e chi invece si è rifiutato di pagare in attesa di capire quale sarà l’epilogo di questa contesa legale che ha visto anche l’associazione Assonat presentare il medesimo ricorso alla giustizia amministrativa (salvo vedersi anch’essa rigettare la richiesta di misura cautelare avanzata).
Nel frattempo tarda invece a materializzarsi il provvedimento normativo che il Governo, attraverso il viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi, aveva promesso per limitare al minimo possibile l’applicazione dei rincari previsti (+25%) per gli aumenti dei canoni concessori nei porti.
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