Il ricordo di Paolo Vitelli per il 150° di Benetti: “Rilevai il cantiere mettendo sul tavolo i miei Bot”
Il fondatore ha ringraziato la figlia Giovanna per l’impegno alla guida dell’azienda e per aver “svecchiato” negli anni i progetti di super yacht costruiti
Viareggio – Paolo e Giovanna Vitelli sono intervenuti personalmente a Viareggio per dare il via a una tre giorni di celebrazioni dedicate ai 150 anni di Benetti che proseguirà a Livorno sabato (con gli armatori) e domenica (con dipendenti e fornitori). Ad accoglierli una ventina di barche, fra le più belle e iconiche prodotte dal cantiere nel corso degli anni.
La presidente del gruppo, Giovanna Vitelli, ha ricordato che aveva 9 anni quando suo padre tornò a casa dicendo: “Sono riuscito a comprare il cantiere Benetti”. Da quel giorno la storia dell’azienda ha visto susseguirsi anni di “crescita enorme”, scanditi da progetti come “il Benetti Classic, una serie di enorme successo” di cui ne erano stati costruiti un centinaio di esemplari in 10 anni.
Particolarmente toccante il ricordo di Paolo Vitelli, il fondatore del gruppo che appena pochi mesi fa ha lasciato nelle mani della figlia il trono e che nel ricordare la storia del cantiere Benetti ha parlato più volte di “achievement” (risultato). “150 anni di storia di Benetti, 54 anni di storia di Azimut e 38 anni di storia assieme sono dei bei primati per un’azienda e una famiglia. Siamo un’eccezione e siamo orgogliosi di esserlo” ha esordito dicendo nel suo discorso di fronte anche ad alcuni storici collaboratori e dipendenti.
Il racconto è partito da quando tutto iniziò: “Io arrivai a fare barche qui a Viareggio nella seconda metà degli anni ’70 perché Benetti era già un simbolo di eccellenza. A Viareggio si facevano barche di qualità e io volevo fare barche di qualità, per questo venni a Viareggio. Costruimmo barche dal ’76 al ’84 e quando Benetti fu in difficoltà ci sono due cose che ricordo con molta emozione: la prima è che furono i colleghi costruttori a dirmi: ‘Vai avanti, compra Benetti’. Quelli che lavoravano con noi ma anche i competitors. L’altra: venni a parlare con la dirigenza di Benetti e mi dissero: ‘Tu sei l’uomo giusto, compra Benetti’. E questo più di ogni altra cosa mi diede la forza per farlo”.
Il racconto è proseguito poi con il momento dell’acquisizione: “Andai in tribunale portando i miei risparmi, che allora erano cartacei (erano dei Bot che misi sulla scrivania del curatore). Non so se lo convinse il risparmio o l’entusiasmo ma ci assegnò questo cantiere e iniziò la grande cavalcata. La cavalcata recente, di oggi, è stata raccontata da Marco Valle e da mia figlia Giovanna, ed è bellissima”. Una cavalcata “dove il concetto di innovazione è fondamentale ma quello che io voglio sottolineare è il concetto di team: abbiamo lavorato assieme. Il calore che mi avete fatto sentire oggi arrivando a Viareggio è insuperabile ed è il segreto del successo”.
Secondo Paolo Vitelli “il grande achievement non sono i 150 anni, i 54 anni e i 38 assieme dei due brand ma sono poter dare continuità a questa storia. Avere una figlia meravigliosa che in sintonia con il management, con progettisti bravissimi, con chi lavora e facendosi amare con tutti quelli che operano in azienda, sa continuare l’innovazione. È a lei che devo dire grazie per aver svecchiato la mia Benetti, fatta di barche troppo classiche, portando il concetto dell’Oasis deck e degli interni innovativi. È lei che ha dato una spinta che ha reso Benetti oggi il primo cantiere al mondo. Perché è una spinta fatta di cose nuove. L’Oasis Deck ci è stato imitato da tutti, però abbiamo una gamma di 34 metri e 72 metri che è il simbolo dell’innovazione, così come lo sono state le barche precedenti”.
Infine il ringraziamento e l’incoraggiamento pubblico alla figlia: “Giovanna brava! Perché porti avanti questa mission e grazie perché non è facile. Auguri perché so che avrai un enorme successo. È una storia di achievement bellissima!”.
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