Genova for Yachting torna ad alzare la voce sul problema dei visti per equipaggi extra-Ue
Diverse aziende liguri (Porto Mirabello, Marina Molo Vecchio, Pesto Sea Group, Amico & Co, Waterfront Marina e Marina Genova) testimoniano il calo delle attività denunciando come la ‘soluzione tampone’ non funzioni nella maggioranza dei casi
Genova for Yachting, l’associazione che raccoglie gli operatori della nautica professionale a Genova, torna a denunciare quella che definisce una “grave situazione di sofferenza” creata dalla applicazione della sentenza Europea che in Italia ha limitato, a partire dal 2021, la libera circolazione degli Equipaggi Extra Ue.
Secondo il racconto dell’associazione gli altri paesi europei (Francia e Spagna) continuano ad accogliere i marittimi non Ue a bordo delle loro navi, “al contrario dell’Italia che li espelle dopo 90 giorni”. “Da un confronto puntuale svolto con i principali operatori liguri – ha dichiarato Giovanni Costaguta, presidente di Genova for Yachting – emerge un calo medio del 20% sulle permanenze e un danno per il comparto della nautica professionale e per l’indotto genovese e ligure stimato in 50 milioni di euro al trimestre. L’estensione ai marittimi di un visto di soggiorno per motivi di lavoro, introdotta a maggio 2022 come ‘soluzione tampone’ non funziona nella maggioranza dei casi, per una serie di motivi spesso ‘strutturali’ che ne vanificano l’efficacia”.
Ancore nelle scorse settimane era invece intervenuta Federagenti – sezione Yacht per far sapere invece (soprattuto all’estero) che il problema ormai era ormai superato.
Genova for Yachting, “che da tempo ha elaborato una corretta interpretazione normativa e la soluzione tecnico giuridica per risolvere il problema e permettere ai marittimi di rimanere operativi a bordo delle navi per il tempo necessario alle stesse a svolgere operazioni commerciali e soste tecniche”, si dice “fortemente impegnata per promuovere il recepimento di tale soluzione. In tal senso ha ottenuto da gli organi di rappresentanza confindustriale il sostegno e la disponibilità per riavviare un confronto con il governo”.
Costaguta ha concluso dicendo: “Chiediamo ancora una volta ai politici e alle Istituzioni Liguri, che da sempre sono al nostro fianco di rinnovare il loro impegno per fermare questo danno ingiustificato e insensato ad un comparto ligure di eccellenza e all’economia indotta, oltre che all’erario”.
Nella sua comunicazione Genova for Yachting ha riportato anche alcune testimonianze raccolte nei giorni scorsi da diversi stakeholder liuri della grande nautica da diproto.
Alessandro Menozzi, amministratore delegato di Porto Mirabello: “Ad oggi abbiamo riscontrato una flessione delle presenze di unità aventi crew extra-CE attorno all’8% ma il timore è che questo dato possa crescere e raggiungere valori prossimi ad almeno il 20-25 %, in particolare nel periodo invernale 2023/2024. La nostra Marina si propone principalmente come home-port e le presenze di megayacht stanziali sono vitali per il nostro business, nonché per l’indotto creato sulla città della Spezia. Esprimo pertanto la mia seria preoccupazione in merito alla questione immigrazione, che reputo debba essere risolta con estrema urgenza”.
Fabio Pesto, presidentedi Marina Molo Vecchio & Agenzia Pesto Sea Group: “Dall’apertura di Marina Molo Vecchio nel 1997 abbiamo assistito a molteplici trend e superato anche momenti di forte criticità. Mai come ora però la flessione è apparsa così chiara e prolungata. Il calo, pari a circa 20/30% di soste in meno rispetto allo scorso anno, è sicuramente imputabile a più fattori quali la guerra e l’aumento incontrollato, rispetto ad altre nazioni, dei costi dell’energia elettrica. Ritengo tuttavia che il problema principale a cui imputare questa flessione sia quello dei visti per marittimi. Questo ci pone in una posizione di ingiustificata inferiorità competitiva nei confronti di stati a noi vicini che invece registrano una sostanziale costanza nelle presenze di yacht e superyacht presso le proprie strutture ricettive”.
Alberto Amico, presidente di Amico&Co e di Waterfront Marina: “La soppressione, ingiustificata e ingiusta, dei diritti degli equipaggi di svolgere il loro lavoro a bordo degli yacht presso le marine e cantieri italiani è diventata una discriminante negativa che condiziona in maniera definitiva le decisioni dei comandanti e manager di scartare a priori l’Italia per i programmi di soste tecniche, home port, refit in cantiere e scalo per charter. Le perdite di lavoro documentate presso i clienti abituali di marina e antiere sono dell’ordine del 20%, alle quali si aggiungono i clienti che ormai non considerano più l’Italia a livello di primo contatto. La situazione è in progressivo peggioramento, visto anche il sostanziale fallimento dell’introduzione del permesso D (permesso di lavoro in Italia per stranieri), totalmente inadatto allo scopo, per lo più
inapplicabile ed inapplicato dai soggetti che dovrebbero rilasciarlo. Il fatto che Francia e Spagna continuino a rispettare i diritti dei marittimi e tutelare le loro economie avendo dato un’interpretazione corretta della norma europea costituisce non solo un vantaggio competitivo per loro ed un danno esiziale per il comparto italiano, ma è l’ennesima occasione per alimentare i pregiudizi contro l’Italia e la sua burocrazia fuori controllo. Assistiamo inermi ad una perdita di reputazione che sarà difficile da superare, oltre che ad un danno economico enorme per il comparto, per l’indotto cittadino e per l’erario”.
Giuseppe Pappalardo, amministratore delegato di Marina Genova: “Il momento continua a essere molto difficile dopo esserci illusi di uscire da due anni di incertezze assolute. Assistere a una così superficiale e insufficiente (pretesa) soluzione al problema grave dei marittimi extracomunitari non fa che aumentare le ansie e rendere vani i tentativi di immaginare un futuro”.
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Marittimi extra Ue: l’attuale soluzione non basta a colmare il gap concorrenziale con l’estero