Equipaggi e super yacht: la fotografia italiana di Alessandro D’Angelo (The Crew Network)
Il racconto di come agisce la società di Viareggio nel mercato della ricerca e selzione di personale per le navi da diporto e i ‘plus’ dei comandanti italiani rispetto ai colleghi esteri
“Ragazzi validi ce ne sono tanti, per cui si prospetta un bel futuro per la marineria mercantile italiana”. Si conclude con questo messaggio di fiducia e ottimismo l’intervista che Alessandro D’Angelo, vertice in Italia della società The Crew Network con sede a Viareggio, ha rilasciato a SUPER YACHT 24 per parlare di grandi navi da diporto e personale di bordo.
Un mercato nel quale The Crew Network è attiva con uno staff diretto di almeno una dozzina di persone sparso fra quattro uffici nel mondo (gli altri sono ad Antibes, Palma di Maiorca e Fort Lauderdale) e capace di trovare imbarco ogni anno a oltre 700 persone (su 2.500 domande che pervengono), di cui almeno 200 “piazzamenti” attraverso la sede italiana del gruppo controllato da Fraser Yacht. La percentuale di successo nel fare incontrare domanda e offerta di personale è superiore al 30% (ciò significa che viene esaudita una richiesta ogni tre, un rate mediamente molto elevato).
“In questo mercato la ‘vecchia generazione’ dei comandanti è ancora quella che tira un po’ le fila anche se ovviamente i più giovani si dimostrano chiaramente più moderni avendo a disposizione più strumenti e metodologie per sviluppare il proprio lavoro” spiega D’Angelo. Che però aggiunge: “I giovani fanno più fatica a uscire da casa e allontanarsi. Se possono scelgono di imbarcarsi su uno yacht che naviga nel Mediterraneo piuttosto che negli Emirati Arabi o in America”. Con le rotazioni degli equipaggi i periodi di imbarco sono più brevi per cui in parte il ‘problema’ della lontananza da casa si risolve ma “potendo i giovani ufficiali prediligono lavorare fidelizzandosi con uno yacht e il più possibile vicino alla propria residenza”.
Nel mercato della ricerca e selezione del personale per yacht e super yacht agli armatori viene chiesto preventivamente una serie di informazioni per conoscerne i gusti e le abitudini e di conseguenza individuare i membri di equipaggio con le caratteristiche giuste. “Solo negli ultimi giorni ci sono pervenute richieste di personale da imbarcare in possesso di una laurea, con un corso di difesa personale (evidentemente per questione di security degli ospiti), ci viene spesso chiesto di individuare hostess o steward con corsi di infermiere, comandanti abilitati a pilotare un elicottero, baby sitter con conoscenze di lingue particolari o ancora richieste di avere a bordo biologi e scienziati per crociere in aree particolari del mondo” prosegue raccontando il numero uno di The Crew Network nel nostro Paese.
Ma in cosa il comandante italiano si distingue nel bene e nel male rispetto ai colleghi di altri Paesi? “Nel bene posso dire che il comandante italiano si dimostra certamente molto più flessibile e appassionato alla barca, la fa sua. Questo aspetto in certi casi può però anche rivelarsi un rischio perché l’armatore talvolta si sente legittimato ad avanzare pretese di ogni genere” sottolinea D’Angelo. “Un altro plus è rappresentato dalla migliore conoscenza delle coste italiane e del Mediterraneo, così come lo è l’empatia e la volontà di accontentare e far risparmiare quando possibile il proprio armatore. Un ormeggio particolare o un’escursione organizzata ‘in proprio’ senza necessità di appoggiarsi ad agenzie esterne rappresentano fattori apprezzati” dal datore di lavoro. Ecco perchè un comandante talvolta diventa anche il miglior organizzatore di eventi a cui l’armatore può rivolgersi: “E’ così, perchè ne conosce bene i gusti e le abitudini e non di rado accade che sia appunto il comandante a organizzare feste private anche nella villa a terra del proprio armatore, oltre a quelle a bordo che sono una consuetudine”.
Fra le particolarità osservate da The Crew Network c’è stata recentemente l’organizzazione a terra da parte di un comandante di una festa di Natale in Asia per conto di un armatore di un giga yacht da 60 metri. “Sono cose che un ufficiale straniero difficilmente farebbe perché meno accondiscendente a questo tipo di richieste” evidenzia D’Angelo, che in conclusione tiene a sottolineare il party organizzato ogni Natale dalla sua azienda e al quale prendono parte fino a 250 invitati. “All’ultima abbiamo avuto fra i nostri ospiti 140 comandanti e in quell’occasione organizziamo sempre una lotteria di beneficenza che in 7 anni ci ha permesso di donare oltre 100 mila euro”.
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