Bolkestain non applicabile ai porti turistici secondo Assonat
L’appello al Governo di Assonautica Italiana e di Assonat-Confcommercio per una riforma organica e sistematica del settore delle concessioni demaniali con riguardo in particolare ai porti turistici
In una nota congiunta Giovanni Acampora, presidente di Assonautica Italiana, rappresentanza del Sistema Camerale Italiano per l’Economia del Mare e Luciano Serra, presidente di Assonat-Confcommercio, l’Associazione Nazionale Approdi e Porti Turistici, affermano la necessità che il Governo operi una riforma organica e sistematica del settore delle concessioni demaniali marittime, con particolare riferimento alla portualità turistica.
“E’ necessario che il sistema normativo che dovrà regolamentare il settore portuale, sia disciplinato in modo diverso rispetto a quanto verrà disposto per gli altri tipi di concessione, come espressamente previsto dalla stessa Direttiva Bolkestein che esclude, all’art. 2, comma 2, lett. D, dal proprio campo di applicazione, i servizi nel settore dei trasporti, ivi compresi i servizi portuali” chiede Luciano Serra ricordando che, peraltro, ciò è confermato dalla stessa giurisprudenza della Corte Europea di Giustizia che ha precisato come il settore dei porti sia escluso dall’applicazione della direttiva servizi.
Tale necessità è stata confermata nella nota sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, posta alla base dell’ultimo D.L. Concorrenza, che ha espressamente evidenziato la necessità di enucleare in modo specifico la nozione di servizi portuali e la relativa disciplina e la nostra associazione si è opposta a quanto stabilito da tale pronuncia, anche mediante la sua recente impugnazione avanti le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, stante il travalicamento di poteri di esclusiva competenza della funzione legislativa. Tale diverso regime normativo dovrà essere realizzato con particolare riferimento a due aspetti essenziali, in primo luogo, quello delle relative gare. A tale proposito, la stessa Corte di Giustizia ha imposto, quale unico obbligo, la predisposizione di procedura di selezione imparziale e trasparente, adeguatamente pubblicizzata, lasciando agli Stati la possibilità di organizzarla, bilanciando i numerosi interessi pubblici in gioco, ivi compresi quelli di natura sociale, di sviluppo del territorio, non limitandosi solo a quelli di natura economica. Inoltre, tali interessi, dovranno essere contemperati, in ogni caso, con quelli del concessionario uscente, mediante, ad esempio, il riconoscimento di adeguati indennizzi, sia con riferimento ai beni immateriali che a quelli materiali”.
“Si deve innanzitutto partire” ha specificato per Assonautica Italiana, il presidente Acampora “dal censimento e mappatura dello stato attuale del demanio e delle coste italiane per riformare un settore composto da migliaia di piccole e medie imprese che necessitano di procedure certe, proprio per questo chiediamo – in sinergia con le altre realtà associative coinvolte – che vi siano disposizioni non solo chiare ma anche differenziate tra imprese. Bisogna – ad esempio – far le giuste distinzioni tra concessioni turistico balneari e nautica da diporto e portualità L’assenza di una distinzione a livello normativo tra concessionari avrebbe un forte impatto per le imprese di questo settore. È per questo che stiamo monitorando gli emendamenti presentati in sede di conversione del Decreto Milleproroghe e partecipando al dibattito istituzionale”.
“È fondamentale che venga corretta la legge sulla concorrenza, la n. 118/2022 – ha aggiunto il segretario generale di Assonautica Italiana Antonio Bufalari – che, erroneamente, tratta con medesimi criteri settori economici diversi come portualità e balneari. È necessario affrontare il tema dell’applicabilità della Direttiva 2006/123/Ce, cd. Bolkestein, e definire disposizioni e procedure certe che possano permettere la bancabilità degli investimenti e lo sviluppo dell’occupazione, in un settore strategico per l’Italia come la portualità e la nautica da diporto”.
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