La nautica da diporto chiede maggiori spazi alle riparazioni navali genovesi
Genova for Yachting ha chiesto nuovi spazi e infrastrutture; Comune, Regione e Autorità portuale hanno promesso ampliamenti a Sestri Ponente o all’imboccatura di Levante del porto
Nel 2021 il comparto della nautica professionale genovese ha generato con la propria attività un impatto economico totale di 341 milioni di sul territorio, con un indotto occupazionale che sfiora i 2mila addetti. Questo impatto economico è dovuto per oltre il 60% da attività di sosta, refit, manutenzione e servizi di imbarcazioni superiori ai 50 metri di lunghezza (ma con una sensibile punta nelle lunghezze oltre i 75 metri), evidenziando come la dimensione delle navi da diporto influenzi la capacità di generare indotto. Questi sono alcuni dei dati emersi dallo studio condotto per il terzo anno consecutivo da The European House – Ambrosetti e presentati in occasione dell’ambito dell’assemblea di Genova for Yachting, associazione di cui fanno parte oggi 58 aziende.
Numeri importanti che, però, evidenziano un trend in calo rispetto al 2019 (369 milioni ovvero un -7,8%) e al 2020 (354 milioni di euro e -3,6%), generato principalmente dal minor numero di transiti e di permanenza dei super yacht a Genova nel corso del 2021. Una diminuzione dovuta sia alla pandemia di Covid-19, sia, a partire da ottobre 2021, alla limitazione della circolazione dei marittimi cittadini Extra Ue, che a Genova hanno contribuito sensibilmente a diminuire il transito e le soste degli yacht fino a 75 metri di lunghezza, con evidenti conseguenze negative sull’indotto.
Secondo il presidente di Genova For Yachting, Giovanni Costaguta, si parla di “un comparto e un’eccellenza che vorremmo fossero riconosciuti anche nella stesura del prossimo Piano Regolatore Portuale con nuovi spazi e infrastrutture dedicati alla nautica dei grandi yacht”.
Un pensiero condiviso da Alberto Amico, vertice del cantiere Amico & Co nonché portavoce di Genova for Yachting per la cantieristica, secondo il quale “le potenzialità di crescita del comparto e i benefici per la città sono evidenti. A queste attività, che sono diventate uno dei cardini dello sviluppo del porto e della città, servono nuovi spazi e nuove infrastrutture, ormeggi e bacini, ma anche officine con logistica adeguata”. Amico ha poi aggiunto: “Le aziende sono pronte a fare la loro parte ma servono scelte strategiche condivise con l’Autorità di sistema portuale”.
Non limitare l’espansione delle riparazioni navali nel porto storico di Genova ma ampliare semmai questo segmento di business con la costruzione non solo di uno ma forse anche tre nuovi bacini di carenaggio a Sestri Ponente è il disegno a lungo termine che ha in mente il sindaco di Genova, Marco Bucci, per la navalmeccanica nel capoluogo ligure. Intervenendo all’assemblea dell’associazione Genova for Yachting si è espresso così: “Noi vogliamo che questo business cresca. Non sposteremo mai i bacini, c’è persino un vincolo della sovrintendenza per cui non si possono toccare. Ne stiamo costruendo uno da 400 metri a Sestri Ponente affianco a Fincantieri e verrà assegnato tramite gara dall’Autorità portuale. Ne abbiamo bisogno di altri due da 400 metri”.
Poi ancora ha aggiunto: “A Sampierdarena abbiamo altri programmi. Nell’area di Porto Petroli potremmo metterli lì (gli ulteriori nuovi bacini, ndr) e ci stiamo lavorando”. Una ‘invasione di campo’ nell’organizzazione degli spazi portuale giustificata dal fatto che il ridisegno dello scalo in vista del nuovo Piano Regolatore Portuale avverrà di concerto fra Comune e Autorità di Sistema Portuale, fra le quali al momento non sembra ancora esserci un’intesa.
“Uno degli studi commissionati in vista del nuovo Piano regolatore servirà proprio a individuare quali spazi ulteriori si potranno destinare alla nautica da diporto” ha detto il presidente della port authority Paolo Emilio Signorini, il quale ha invece detto di vedere “una possibilità di espansione per la nautica a Levante (quindi a Sampierdarena, ndr). Da capire se a Sestri Ponente o a Voltri-Pra’ si possa fare di più ma io vedo maggiori possibilità a Levante”.
Probabilmente sfruttando il trasferimento più al largo della diga foranea: “A Levante se spostiamo la diga in avanti si potrebbe avanzare verso mare con le attività della nautica. Vediamo che cosa è compatibile con cosa”. Un riempimento di specchi acquei, in corrispondenza di quello che oggi è il canale navigabile d’accesso al porto storico, rappresenta ciò che Confindustria Genova auspica per il ridisegno futuro del porto.
Beniamino Maltese, vicepresidente di Confindustria Genova con delega all’economia del mare, ha però sottolineato che nel capoluogo ligure l’area delle riparazioni navali “ha sempre più bisogno di un’area logistica attrezzata e sempre meno di bacini”. Il riferimento era in particolare al settore dei super yacht e al navale per ciò che riguarda il retrofit (quindi non le nuove costruzioni).
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