Fortunato Moratto presenta Marina Sant’Andrea: “Riceviamo solo energia verde
Il direttore del porto turistico di Marano, a San Giorgio di Nogaro, racconta le ultime novità e tendenze di questo porticciolo speciale in Nord Adriatico
SUPER YACHT 24 ha intervistato Fortunato Moratto, direttore del porto turistico Marina di Sant’Andrea situato nella laguna di Marano a San Giorgio di Nogaro (Udine). Velista professionista per oltre 20 anni, Moratto ha regatato in tutti i mari del mondo partecipando a campionati europei e mondiali. La grande passione verso il mare e la vela, unita alla cultura ed esperienza di ex ufficiale di Marina, lo hanno portano dieci anni fa a dirigere il marina friulano.
Direttore, quali sono le caratteristiche fisiche di questo porto, inserito fra Grado e Lignano Sabbiadoro?
“Il marina è stato costruito venti anni fa, ha 250 posti e una posizione su un canale navigabile di acqua dolce con la profondità di 7 metri che lo rende in grado di accogliere imbarcazioni fino a 34 metri; possibilità che hanno solo altri due porti nell’area costiera che va da Venezia a Trieste: Monfalcone e Trieste stesso. E’ un marina molto protetto essendo all’interno della laguna e vi si può accedere in qualsiasi condizione meteo-marina. I fondali all’interno hanno una media di oltre 4 metri; proprio in questa fase stiamo studiando di portarli a 5 in un’area specifica”.
Vi definite un porto ‘stanziale’ votato alla specializzazione nella manutenzione e refit a 360 gradi: come siete strutturati in questo senso?
“E’ così, offriamo ormeggi semestrali o annuali. Il nostro cliente è quello che porta la sua barca, di ogni dimensione e tipologia, per manutenerla o per apportarvi variazioni di qualsiasi genere. Abbiamo 15.000 metri quadrati di capannoni di cui 1.000 dedicati alla cabina di verniciatura riscaldata e 1.000 circa per le grandi lavorazioni sulle barche, una falegnameria di 700 mq, varie officine meccaniche e per il resto molte aree al coperto dedicate al rimessaggio e molte aree di piazzale, un travel lift da 220, uno da 215 e uno da 80 più vari carrelli e vasca d’alaggio. Siamo inoltre centro assistenza autorizzato per l’Adriatico di Nautor Swan, Solaris e Sanlorenzo. Insieme a tutto questo ci dedichiamo inoltre a creare corsi di aggiornamento per i comandanti e forniamo tutta una serie di servizi specifici per le grandi imbarcazioni”.
Come è andata l’attività nel 2022 e quali sono state le differenze rispetto all’anno precedente?
“Il 2022 è stato un ottimo anno nel quale abbiamo tra l’altro investito nel refit e nell’aumento del personale. Il problema del Covid ha contribuito decisamente allo sviluppo della nautica pur se non saprei dire in quale misura possa aver inciso perché negli anni la nostra crescita è stata costante. Resta il dato di fatto che ora le persone hanno voglia di rimettere a posto le loro barche e di viaggiare in tranquillità. Per il 2023 la prospettiva è ancora positiva”.
Alcuni porti turistici si stanno attrezzando per dedicare ormeggi alle grandi imbarcazioni, che oggi sono le più richieste nel mercato. Questo produce risvolti positivi per voi in questo segmento?
“Il boom del mercato dei superyacht non tocca molto l’Italia perché grande parte di questi vengono venduti all’estero e rimangono poco nei nostri territori. In ogni caso sì, abbiamo avuto in riparazione alcuni superyacht in più rispetto al passato: barche che nel recarsi nei porti turistici di Trieste, di Venezia o in quelli croati, specializzati nell’accoglienza a queste grandi imbarcazioni, si sono poi rivolti a noi per i loro refit. Attualmente comunque la media delle nostre barche ormeggiate va dai 15 ai 26 metri, e abbiamo una decina di barche più grandi, a vela e a motore”.
Per i segmenti medio e piccolo cosa state notando?
“Il segmento medio, dai 12 ai 18 metri, direi che è fermo, forse in attesa di capire come e quando potrà ripartire; ci sono comunque alcuni cantieri che costruiscono e vendono nella media dimensione e uno di questi ad esempio è Solaris. Nella nautica minore c’è invece un grande movimento di ripresa”.
Con l’attività di refit riuscite a intercettare le nuove tendenze degli armatori: cosa emerge in particolare?
“L’attenzione resta sempre rivolta all’efficienza e all’estetica ma il nuovo trend è la domotica: l’armatore vuole cambiare gli strumenti per poter passare alla loro gestione elettronica. Noto poi una spinta verso l’elettrico dal lato alimentazione, in particolare per l’inserimento del motore elettrico invece dell’endotermico. Si cerca di rendere gli impianti il più possibile indipendenti ricaricando maggiormente le batterie per usare al minimo i generatori, spegnendo tutto la notte quando sono nella baia”.
Nel service ai tre cantieri Nautor’s Swan, Solaris e San Lorenzo come siete organizzati?
“Nautor Swan è un cantiere fatto di veri artigiani del legno, unico al mondo a produrre barche dai 48’ fino ai 140’, quindi con un range notevole. Abbiamo dieci persone specializzate dedicate solo a questo brand. Per Solaris, anch’esso un bellissimo cantiere, facciamo il delivery: alberiamo le barche che ci arrivano e facciamo inoltre il customer and care; per Sanlorenzo facciamo solo assistenza e quando occorre, coordinandoci con la sede, il nostro team si sposta per seguire le esigenze della barca ovunque si trovi nel Nord Adriatico. Grazie alla nostra buona reputazione lavoriamo inoltre con clienti privati che ci coinvolgono con tutti i più prestigiosi marchi della nautica”.
Come affrontate l’attuale momento di picco dei vari costi?
“Il problema più grande è il costo dell’energia. Siamo nati come marina green, certificata Iso 14001 e riceviamo solo energia verde. Per le nostre attività abbiamo un impianto fotovoltaico che ci rende abbastanza indipendenti e subiamo quindi relativamente gli aumenti. Per le barche ovviamente, essendo molto più energivore, dobbiamo adeguare periodicamente le tariffe. Nei nostri programmi c’è l’ampliamento del parco fotovoltaico con inserimenti di nuove strutture, ancora più efficienti, sui capannoni: la nuova energia che produrremo sarà a servizio sia dell’illuminazione del marina sia delle imbarcazioni”.
Quando pensa che avremo la propulsione ‘vincente’ per la nautica da diporto del futuro?
“Credo purtroppo che ci sia ancora molto da lavorare per trovare un’alternativa ai motori endotermici. Ma la nautica è molto impegnata sul tema e c’è una assoluta ricerca a impattare il meno possibile sull’ambiente, sia nel sistema di propulsione che in ogni altro aspetto come ad esempio nei materiali e nei prodotti utilizzati per realizzare le barche. E’ un’attenzione che c’è sia da parte di chi produce, sia di chi acquista, come di chi refitta. E tutto questo è estremamente importante.”
Il Marina di Sant’Andrea è parte della rete Fvg Marinas costituita da diversi anni dalla vostra Regione, come sta funzionando?
“Siamo da sei anni in questa rete che ci permette di partecipare a fiere importanti, creare e attuare politiche comuni nei confronti della clientela e far capire a tutti la portata della bellezza del nostro territorio, sia lato mare che lato terra. Siamo i porti di ingresso di una regione che ha luoghi di grande interesse a partire dalla nostra laguna di Marano per non parlare di Venezia e di molti altri. Permettiamo alle barche di spostarsi all’interno della nostra rete facendo conoscere il territorio e togliamo nello stesso tempo un po’ di barriere fra di noi.”.
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