Hong Kong e i super yacht degli oligarchi: “Ridicole le sanzioni contro Mosca”
Le sanzioni obbligano gli armatori oligarchi vicini a Putin a cercare nuovi porti anche in Estremo Oriente
La Cina sta attraendo sotto più profili un’economia russa inevitabilmente sommersa dalle sanzioni. Mosca cerca insomma nuovi interlocutori per le sue materie prime, ma non solo. Fra le nuove frontiere di Putin c’è anche il settore navale cinese, che con i suoi Marina adesso dà accoglienza ai super yacht degli oligarchi in fuga dal Mediterraneo. Pechino insomma non si tira indietro e continua in una linea indubbiamente anti-occidentale, calcando peraltro la mano sui dissidi con Washington.
Fra gli accoglienti paradisi nautici che non si curano di morti e conseguenze per l’Ucraina, oltre alla Turchia, c’è anche Hong Kong. John Lee, leader esecutivo dell’ex colonia britannica, ha spiegato che “Non ci sono basi legali per agire contro i super yacht russi”. Tutto ruota intorno al 465 piedi Nord di Alexei Mordashov, che ha ormeggiato circa un mese fa nel porto della città verticale.
Mordashov è uno degli oligarchi colpiti a sua volta dalle sanzioni della comunità internazionale. Ironia della sorte anche John Lee è stato raggiunto dalle sanzioni di Washington per il suo ruolo nelle proteste di Hong Kong, che ha sedato, come è noto, usando il pugno pesante.
Quanto alla Russia, Lee ha detto che le sanzioni rappresentano “una misura molto barbarica”, e ha spiegato che Hong Kong farà ciò che è “giusto” per proteggere gli interessi della città e del Paese. “Non faremo che ridere delle cosiddette sanzioni”, ha concluso Lee a margine di un summit tenutosi questo mese.
Alexei Mordashov vanta un patrimonio stimato in 29.1 miliardi di dollari, ed è ritenuto l’uomo più ricco della Russia, oltre che principale azionista di Severstal, la più grande società russa operante nei settori dell’acciaio e dell’estrazione.
Il 141 metri Nord ha un valore stimato in più di 500 milioni di dollari, e ha trovato approdo ad Hong Kong solo dopo numerose peripezie dei mesi scorsi, che hanno visto il super yacht prima in acque turche e asiatiche ma anche in quelle caraibiche. Un’altra delle imbarcazioni riconducibili all’oligarca, il Lady M, fu sequestrata dalla polizia italiana nel porto d’Imperia, proprio un mese dopo l’inizio del conflitto in Ucraina.
Gli yacht russi hanno messo la prua anche verso le acque della Korea. Il paese asiatico è diventato a sua volta non un paradiso nautico ma piuttosto una facile destinazione per la mini diaspora, che vede protagonisti i russi in fuga dall’adunata alle armi suonata in tutta fretta il mese scorso da Putin. Sempre secondo Reuters, almeno 20 yacht a vela hanno cercato di lambire le coste settentrionali dell’oceano pacifico in Korea, ma i loro passeggeri sono stati rifiutati quasi tutti dalle autorità portuali del paese.
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