Garrè e Bianchi raccontano le ambizioni di Sangiorgio Marine (e San Giorgio del Porto) nella nautica
Il composito sarà il valore aggiunto per la costruzione e il refit di barche a vela, a motore e anche per l’edilizia. Prevista anche una scuola per boat builder in grado di formare nuove maestranze
Genova – Ferdinando Garrè ed Edoardo Bianchi per la prima volta hanno aperto le porte del nuovo cantiere Sangiorgio Marine che sorge nel porto di Genova, una partnership che punterà sulla tecnologia del materiale composito per la costruzione di imbarcazioni a vela e a motore fino a 40 metri. A SUPER YACHT 24 i due protagonisti di questa innovativa e promettente iniziativa imprenditoriale hanno rivelato che l’idea è nata concretamente un anno fa ma sulla possibilità di aprire a Genova un nuovo cantiere navale di questo tipo i due si erano già confrontati in passato.
“L’anno scorso si sono presentate le condizioni giuste per farlo, a partire dagli spazi fisici, e da novembre siamo partiti” racconta Ferdinando Garrè, numero uno di San Giorgio del Porto, azienda navalmeccanica parte del gruppo Genova Industrie Navali che su Sangiorgio Marine ha creduto e investito anche nell’ottica di crescere e diversificare la propria attività nel settore della nautica.
Fisicamente il nuovo cantiere si trova all’interno di un capannone rilevato dal fallimento della società Leghe Leggere Campanella che garantisce circa 4.000 metri quadrati di spazi coperti più altri 1.000 mq di aree esterne.
Attualmente è in costruzione una prima barca a vela da regata, un Class 40 moderno, progetto che si chiama “Alla Grande”, sponsorizzato da Pirelli, Mapei e dalla stessa Sangiorgio Marine, per lo skipper Ambrogio Beccaria. L’imbarcazione, il cui varo tecnico è programmato nella prima metà di agosto (dopo circa 5 mesi di costruzione), sarà in vetroresina, senza foil, con albero e bompresso di carbonio.
Un primo, importante, biglietto da visita per un cantiere la cui mission aziendale sarà quella di “costruire barche ad alta tecnologia in materiale composito, da competizione ma anche da crociera, sfruttando competenze e professionalità che in Italia e in Europa hanno in pochi” spiega Edoardo Bianchi sottolineando proprio l’importanza in questo del cluster genovese. “Nel Mediterraneo non esistono cantieri che fanno imbarcazioni come queste, alcuni sono in Francia ma in Bretagna. Mentre per ciò che riguarda il refitting fino ad oggi le barche venivano mandate a Palma di Maiorca, dove però i cantieri si stanno progressivamente concentrando su scafi di dimensioni maggiori, lunghi anche oltre 100’. Sangiorgio Marine vuole invece posizionarsi sulle barche da regata almeno fino ai 50’ e sulle unità da crociera anche oltre i 70’, fino a 100”.
Un filone molto promettente (anche per San Giorgio del Porto) per varie ragioni, in primis perché nella vela da tempo la costruzione degli scafi si sta spostando verso questa tecnologia e lo stesso si inizia a vedere anche nelle barche a motore nell’ottica di una ricerca maggiore di leggerezza al fine di investire in sostenibilità. Guardando al carico di lavoro futuro del neonato cantiere genvoese, lo stabilimento produttivo dove già oggi lavorano 15 persone realizzerà una seconda barca gemella del progetto “Alla grande” inconsegna a breve e attualmente sono in corso negoziazioni per una terza unità che si preannuncia particolarmente innovativa.
“La formazione di giovani e di nuove maestranze sarà uno dei punti fondamentali del progetto di crescita di Sangiorgio Marine” rivela il suo amministratore delegato, aggiungendo che “abbiamo in mente di creare proprio una scuola di boat builder in grado di fare il composito per impieghi nella nautica ma non solo”. Già, perché San Giorgio del Porto e Sangiorgio Marine nel lungo termine hanno anche in mente un terzo ramo d’attività rappresentato dalla “costruzione di qualsiasi oggetto di grandi dimensioni in composito per altri settori industriali quali ad esempio l’edilizia”.
L’accesso al mare di cui il cantiere dispone nel porto di Genova, oltre a rappresentare una garanzia per poter costruire barche di lunghezza anche superiore agli 80’, consente anche di costruire e trasferire via mare produzioni che devono essere poi trasportate e installate in giro per il mondo.
Oltre a Sangiorgio Marine, San Giorgio del Porto intende farsi largo anche nel mercato delle riparazioni e del refit di navi da diporto che sempre più, per dimensioni, allestimenti e tecnologie, assomigliano alle unità passeggeri e crociere. “Un paio d’anni fa ci eravamo occupati del refit del super yacht Nero che a breve tornerà da noi a Genova per effettuare un’altra serie di lavori” annuncia Garrè che vede in questo segmento di business una possibilità di rinascita e sviluppo anche per l’intero comparto delle riparazioni navali genovesi dove il gruppo Genova Industrie Navali gioca un ruolo di primissimo piano.
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