Tra i lasciti di Del Vecchio anche un maxi porto turistico a Trieste
La Porto San Rocco Marina Resort è una società nata nel 2001 per gestire la grande marina turistica con 546 ormeggi nella baia di Muggia
A proposito di grande nautica e dell’eredità lasciata da Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica, i suoi eredi non solo riceveranno il super yacht Moneikos (un Codecasa di 62 metri del 2006) ma anche un intero porto turistico.
Come riportato infatti da MF-MilanoFinanza il rapporto fra Leonardo Del Vecchio e Trieste non si esauriva solo nelle Assicurazioni Generali, compagnia di cui la holding Delfin, è seconda azionista dopo Mediobanca, ma fra le partecipazioni azionarie iscritte al bilancio della scatola lussemburghese dell’imprenditore dell’occhialeria scomparso il 27 giugno scorso figura anche il possesso del 100% del capitale della srl triestina Porto San Rocco Marina Resort, quota detenuta indirettamente, per il 51%, tramite la controllata Partimmo srl e per il 49% invece direttamente tramite Delfin. Possessi che sono stati ereditati in parti uguali dai sei figli, dall’ultima moglie Nicoletta Zampillo e da Rocco Basilico, il primo figlio della Zampillo nato dal matrimonio con il banchiere e finanziere Paolo Basilico.
La Porto San Rocco Marina Resort è una società nata nel 2001 per gestire la grande marina turistica che con 546 ormeggi e appartamenti nella baia di Muggia, nel golfo di Trieste, che offre servizi di nautica per yacht e mega-yacht in transito verso dal capoluogo giuliano verso le coste croate e greche.
Il quotidiano finanziario ricorda che l’origine del progetto per la realizzazione della marina nell’area dismessa dei cantieri San Rocco risale all’inizio degli anni ’80. Un progetto inizialmente portato avanti da un industriale regionale che dopo un lungo periodo di gestazione, legato alle solite lungaggini sulla fattibilità, alle concessioni edilizie e a problemi di pre-esecuzione dei lavori, vide finalmente la luce nel 2001 con l’ingresso nel pacchetto societario di nomi dell’imprenditoria nordestina fra cui oltre a Del Vecchio, anche Gilberto Benetton e una dozzina di importanti industriali veneti.
Il motivo? Non solo la passione per la barca di Del Vecchio, ma anche le prospettive di sviluppo per una marina crocevia nell’Adriatico, che sui giornali locali viene ribattezzata come una «piccola Montecarlo» e che nelle intenzioni dei promotori del progetto e delle autorità giuliane deve diventare un clone in miniatura di Porto Cervo, tanto che il piano venne affidato allo studio di Luigi Vietti, il celebre architetto autore della rinomata località sarda, di ville a Cortina d’Ampezzo e in Costa Smeralda.
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