Perotti: “La sostenibilità? Ormai la chiede anche la finanza”
Circa il 30% dei materiali utilizzati per la realizzazione del SD90/S sono riciclati
Che il mare e più in generale l’ambiente vadano preservati il più possibile è opinione ampiamente condivisa da parte di tutta l’industria nautica, e da tempo. Fin qui siamo nel campo dello scontato, per fortuna.
Che le aziende, in maniera più o meno spontanea, si stiano orientando verso scelte sempre più responsabili e innovative in questa direzione è altrettanto assodato, e le differenze riguardano in gran parte tempistiche e tecnologie, non certo gli obiettivi finali.
Che però a sollecitare e accelerare questa tendenza verso la sostenibilità siano anche soggetti più “distaccati” dalle ideologie, come i colossi della finanza, è sicuramente un fatto nuovo e degno di riflessione.
Se poi a rivelarlo è un grande cantiere come Sanlorenzo, che essendo quotato in Borsa con questi soggetti ha a che fare quotidianamente, e per giunta per bocca del suo fondatore, allora il fatto merita particolare attenzione.
E’ stato proprio il presidente e amministratore delegato del cantiere spezzino, Massimo Perotti, infatti, intervenendo al primo dei “Sustainability talks” organizzati nell’ambito del Fuori Salone di Milano, a confermare come su questi temi l’influenza da parte del mondo finanziario nei confronti delle aziende sia ormai decisa.
“Quali sono i progetti di Sanlorenzo sulla sostenibilità? Ormai ce lo chiedono sia i fondi di investimento che gli azionisti”, ha dichiarato Perotti. “Richieste di questo tipo arrivano da colossi come JP Morgan o Black Rock, e spesso in modo formale, attraverso lettere o documenti ufficiali. Se la finanza, che ha guidato l’economia negli ultimi 50 anni, è la prima che incide sugli imprenditori, allora vuol dire che il segnale è forte” ha aggiunto il Ceo di Sanlorenzo.
Dialogando con l’architetto e designer Patricia Urquiola, che ha disegnato gli interni del futuro SD90/S di Sanlorenzo in uscita nel 2023 e di tutte le altre barche della linea di navette dislocanti, Perotti ha ricordato come proprio questa nuova barca “green” sarà un prodotto di punta della gamma del cantiere.
“Circa il 30% dei materiali utilizzati per la realizzazione del SD90/S sono riciclati. Sono numeri destinati a salire in futuro, ma vanno coinvolti anche gli armatori, perchè a volte è difficile convincerli a non mettere un piano in marmo in bagno, per dire” ha spiegato Perotti.
Fra le novità annunciate anche il BGM, il multiscafo a marchio Blue Game che uscirà sul mercato fra circa sei mesi e rappresenterà il primo catamarano del gruppo Sanlorenzo. “Prima non avevamo mai pensato di poter produrre una barca del genere, un catamarano lo vedevamo un po’ come un caravan…” ha scherzato Perotti, che ha però sottolineato i grandi vantaggi in termini di aumento degli spazi a bordo e riduzione di consumi ottenuti col multiscafo.
“A parità di velocità raggiunte, e cioè 18 nodi, il BGM consuma meno della metà di un SD90, parliamo di 190 litri/ora contro circa 400. Calcolando circa 300 ore di navigazione a stagione, che è un numero elevato, il risparmio di carburante è di circa 66 mila litri” ha dichiarato Perotti, aggiungendo un elemento di forte concretezza al suo discorso.
Frizzante anche l’intervento di Patricia Urquiola, che nel ricordare il suo approccio alla nautica, un mondo che non conosceva bene, ha rimarcato l’esigenza sempre più forte di alleggerire forme e volumi delle barche. “Un giorno un fly bridge cadrà sulla testa a qualcuno..” è stato il modo, spiritoso, con cui ha spiegato le tendenze in atto nel mondo del design. Vetrate sempre più ampie e un rapporto ancora più stretto fra armatori e mare sono le richieste che cantieri e progettisti vogliono oggi assecondare. In modo sostenibile.
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