Le proposte di Confindustria Nautica con Progetto Mare
Regolamento di attuazione del Codice della nautica da Diporto, drastica riduzione dell’impatto burocratico sul settore e valorizzazione del Salone Nautico di Genova fra i temi caldi dell’evento
Si è conclusa oggi la due giorni romana organizzata da Confindustria per la presentazione del rapporto Progetto Mare, raccolta di proposte, analisi e approfondimenti sull’economia del mare – che ha visto la presenza di tutto il sistema confindustriale fra cui i vertici di Confindustria Nautica – in primis quella del presidente Saverio Cecchi e del past president Anton Francesco Albertoni – che si sono espressi e confrontati con la parte politica istituzionale presente composta dall’onorevole Pina Picierno, vice presidente del parlamento europeo, Giuseppe Mele, direttore dell’area di coesione territoriale e Infrastrutture di Confindustria ed Enrico Giovannini ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili.
Centrali nell’intervento di Albertoni la necessità del regolamento di attuazione del Codice della nautica da Diporto e quella di una drastica riduzione dell’impatto burocratico sul settore, cantieristica e utenza privata, causa diretta della cancellazione di 2.000 unità all’anno dal nostro registro di bandiera. Il past president ha anche sottolineato l’importanza di una riforma del demanio dedicata alla portualità turistica, e non derivata dalla Direttiva Bolkestein che è scritta per i servizi pubblici ed esclude espressamente i porti. Albertoni ha infine definito urgente l’azione di rafforzamento della Direzione del trasporto marittimo del Mims per garantire le tempestive e necessarie decisioni di politica industriale, sottolineando che la proposta del ministero del Mare deve eventualmente nascere come un’iniziativa che possa unire le competenze e semplificare e non creare un ulteriore ministero che frazioni e rallenti l’attuazione di regolamenti.
Da parte di Andrea Razeto l’attenzione è stata posta sui temi della Nautica 4.0 e sul posizionamento strategico del Salone Nautico di Genova “La barca costituisce un insieme dei tanti elementi del Made in Italy, del bello e ben fatto. – ha detto il vicepresidente – Una delle componenti più importanti è quella dell’innovazione, attraverso l’utilizzo di materiali innovativi e legati alla sostenibilità. La clientela oggi è molto più esigente e chiede imbarcazioni che siano sempre più tecnologiche. Ciò che penalizza il nostro settore è il fatto che la nostra è un’industria piccola, ed è più difficile fare investimenti su questi numeri. Di conseguenza la transizione ecologica passa dall’ottimizzazione di quello che già abbiamo. Così avviene per i motori, più ecologici: abbiamo la combinazione di diesel ed elettrico e già 15 anni fa un nostro cantiere aveva presentato un’imbarcazione full electric.”. Per ciò che riguarda il Salone Nautico di Genova il vicepresidente ha sottolineato la sua strategicità nella politica industriale e nell’ internazionalizzazione per le aziende italiane e dunque la necessità di valorizzarlo sempre di più in quanto evento di settore più importante del Mediterraneo: “Nel 2023 avremo un Salone completamente rinnovato. I contributi ricevuti, seppur esigui, rischiano di essere polverizzati; andrebbe sostenuta la denominazione internazionale del Salone Nautico in maniera ancora più importante, ottimizzando le risorse disponibili senza polverizzarle per eventi locali”. Ricordando poi che l’export è cresciuto dal 50% del 2007/2008 all’attuale 76% e che su questo risultato il Salone Nautico ha giocato un ruolo importante ha auspicato politiche che incentivino gli italiani all’acquisto di barche: “Siamo al centro del Mediterraneo, possiamo essere ancora più attrattivi anche verso la clientela straniera.” ha concluso.
Il presidente di Assomarinas e del settore turismo nautico, porti e servizi di Confindustria Nautica Roberto Perocchio ha ricordato la sofferenza del settore avuta negli anni precedenti non solo a causa della pandemia: “Abbiamo avuto una tempesta perfetta iniziata dal 2008 con la crisi globale e finanziaria, seguita poi dal contenzioso sui canoni demaniali; l’IMU sui porti turistici, la tassa Monti che ha distrutto un mercato già indebolito, un declino della classe media che era quella che riempiva i porti turistici. Il contratto di ormeggio a lungo termine, diventato non più praticabile, era necessario al porto turistico per finanziarsi. La conseguenza è stata una raffica di fallimenti, una catastrofe dalla quale si esce in parte grazie al Progetto Mare per incentivare la riqualificazione dei porti turistici esistenti.
Assomarinas, come Associazione, aiuta i colleghi in difficoltà e che hanno avuto momenti di sollievo solamente in questi ultimi due anni di Covid, che ha incentivato le persone ad avvicinarsi alla nautica. È un settore che può esprimere ancora qualcosa, in relazione alle condizioni economiche e sociali esistenti.”
I lavori sono stati conclusi dal saluto di Carlo Bonomi: “Come Confindustria portiamo a casa il grande valore della collaborazione di tutti coloro che hanno contributo al ‘Progetto Mare’ e oggi non abbiamo attraccato ma salpato in direzione mare. – ha detto il presidente – Come abbiamo chiesto alla politica un coordinamento, dobbiamo essere i primi a realizzarlo, penso che Confindustria si dovrà dotare di una Direzione mare”.
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