Biagio Balzano: “Manteniamo alta la qualità ma il rincaro dei materiali preoccupa”
Il fondatore del gruppo specializzato in impianti idraulici, tubazione e prefabbricazione per super yacht non nasconde le proprie preoccupazioni nonostante l’abbondante carico di lavoro
Viareggio (Lucca) – SUPER YACHT 24 entra in officina con Biagio Balzano, fondatore del Gruppo Balzano specializzato negli impianti idraulici, tubazione e prefabbricazione per i super yacht dei principali cantieri italiani e non solo. Il gruppo, di cui fanno parte le aziende Gl Sald Srl e Ambra Naval Srl, ha origini napoletane ma da venti anni ha base a Viareggio e commesse in tutta Italia oltre che all’estero.
In questi giorni l’azienda, guidata dallo stesso Biagio insieme al figlio Giuseppe, sta per concludere il suo lavoro sull’impianto idraulico di un superyacht Tecnomar: un nuovo 70 metri del famoso cantiere viareggino parte del The Italian Sea Group sarà quindi pronto a breve per passare alle successive lavorazioni mentre lo staff Balzano si dedicherà a un nuovo catamarano Tecnomar. Fra le collaborazioni continuative c’è anche quella con il cantiere Benetti Yachts nelle sue sedi di Livorno e Viareggio.
Il gruppo lavora nel nuovo e nel refit sia con basi fisse che con officine mobili completamente autonome, anche dal lato energetico, in grado di spostarsi in tutto il Mediterraneo h24. Una di queste sta adesso lavorando in Francia su uno yacht di 40 metri e un’altra sta rientrando da Antibes.
I due decenni trascorsi in prima linea nel settore hanno dato a Biagio Balzano esperienza e intuito, doti quanto mai necessarie in questa fase complessa, e benché il mercato continui a tirare afferma quanto segue: “Siamo un gruppo forte e affiatato e il lavoro non manca. Detto ciò i problemi non sono pochi, a iniziare dal costo del lavoro, alla mancanza di manodopera specializzata e altro. E adesso con la guerra in corso tutto si è complicato, dal forte aumento dei costi dei materiali alle nuove e grandi incertezze”.
Nel vostro gruppo lavorano circa 100 persone; come siete strutturati per affrontare un mercato così complesso?
“Pensi che siamo l’unica azienda del settore ad avere, ormai da quattro anni, un reparto composto da ben 5 persone dedicate alla ricerca di mercato per comprare il migliore materiale in tutto il mondo nel momento economicamente meno oneroso. Spesso ci dicono che siamo troppo cari, ma sfido chiunque a lavorare con il nostro livello di qualità a prezzi inferiori. Le cose comunque si complicano ogni giorno di più; gli investimenti nei materiali per poter garantire al cliente la migliore qualità con questa modalità sono davvero ingenti; oggi ad esempio abbiamo in corso un investimento da 800.000 euro e siamo in ansia per quello che può riservarci il futuro prossimo”.
Di quali percentuali di aumento stiamo parlando?
“I costi sono aumentati esponenzialmente: per l’alluminio ad esempio da febbraio a oggi si parla di un aumento del 70%. In generale, nelle materie di nostro interesse l’aumento degli ultimi 12 mesi è stato del 32%; e quello che ci aspetta in futuro non possiamo saperlo. Siamo stati costretti a sensibilizzare in questo senso i cantieri per i quali lavoriamo e siamo fiduciosi in un loro supporto, viceversa di fronte a ulteriori aumenti non potremo farcela”.
Come riuscite a far fronte alla mancanza di manodopera specializzata?
“Nella manodopera specializzata è stata saltata una generazione e non sono stati fatti i giusti investimenti sui giovani con il risultato che ora questa mancanza rappresenta un vero problema. Noi stiamo comunque investendo su di loro; per un’azienda oggi assumere un apprendista è un grande impegno: a prescindere dalle agevolazioni contributive i cinque anni minimi di lavoro garantiti al giovane da questo tipo di contratto rappresentano un costo notevole da sostenere nel caso si riveli poco motivato o non in grado di svolgere questo lavoro. Del resto né l’azienda, né il giovane stesso, possono riuscire a essere consapevoli della riuscita o fallimento in quell’unico mese di prova concesso dal contratto, soprattutto in un lavoro come il nostro, talmente specializzato da richiedere molto tempo e formazione. Solo tre apprendisti su dieci riescono in questa attività. Ciò nonostante continuiamo a crederci: entro l’anno ne assumeremo altri trenta.”
Dall’alto della sua esperienza cosa si sentirebbe di suggerire sempre dal lato formativo?
“Ritengo che sarebbe necessaria anche una vera e propria fase di prova e studio dell’equipaggio dell’imbarcazione sull’impianto idraulico nelle barche dai 40 ai 47 metri che, differentemente da quelle più grandi non hanno i progetti idraulici del cantiere, ma progetti realizzati da noi che possono quindi differire dallo standard. Una fase di prova e conoscenza di 15 giorni per l’equipaggio potrebbe evitare quei disagi che richiedono la nostra assistenza e che potrebbero essere tranquillamente evitati o risolti in un attimo grazie alla maggiore familiarità con l’impianto. L’armatore dovrebbe richiedere questo impegno nel contratto di lavoro con l’equipaggio.”
Lei ha lavorato anche sullo straordinario Sheherazade della Tecnomar ormeggiato a Marina di Carrara: si è mai stupito di quanto sia estesa la fascia dei super-ricchi?
“Si, Sheherazade è un megayacht di grande eccellenza come tutti i prodotti Tecnomar. Si, al di là di tutto in effetti mi stupisco, è incredibile il vedere quanto sia numerosa questa fascia e come l’aumento della domanda sia in escalation continua: per farvi fronte dobbiamo consegnare in un anno un lavoro che richiederebbe come minimo un anno e mezzo di impegno. Tra l’altro credo che tutto ciò comporti anche una doverosa attenzione da parte di tutti: questo fenomeno sta facendo nascere tanti cantieri che praticano prezzi concorrenziali; non dobbiamo scordare mai che la qualità ha il suo prezzo”.
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