Il Governo pronto a modificare un decreto per gestire i super yacht russi
Per limitare il costo insostenibile delle manutenzioni l’esecutivo sembra orientato a introdurre il diritto di ritenzione che consentirebbe di vendere o affittare i beni ‘congelati’
Secondo quanto riferisce Il Sole24 Ore gli elevatissimi costi di gestione dei beni ‘congelati’ in Italia agli oligarchi russi agitano il Governo perchè deve decidere cosa farne (stesso discorso vale per le ville) considerato che nei rendiconti della Ragioneria dello Stato la spesa per la manutenzione di questi bani da circa 1 miliardo di euro sta lievitando a valori allarmanti. Venderli o attuare il diritto di ritenzione – che consentirebbe allo Stato di trattenere e disporre da subito di queste proprietà se i destinatari delle misure non saldano il conto – sembrano al momento le uniche soluzioni.
Per questo il Governo starebbe valutando un aggiornamento del decreto legislativo 109/2007, la norma che attua in Italia le sanzioni disposte dall’Unione europea nei confronti dei fedelissimi dello “zar” Vladimir Putin, finiti nella black list dell’Unione Europea.
Le valutazioni giuridiche in corso in queste ore escludono che il decreto possa permettere la cessione di proprietà di così alto valore: il rischio di ricorsi per milioni di euro sarebbe concreto.
L’esecutivo sembra orientato a vuole mettere mano al decreto con un aggiornamento che permetta di non far ricadere sul bilancio dello Stato tutti questi costi; una via potrebbe essere proprio il diritto di ritenzione che consentirebbe all’Agenzia del demanio di amministrare questi asset con più poteri e senza spese elevate, potendo anche venderli o affittarli.
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