Pier Luigi Loro Piana racconta il refit del suo Masquenada
Il tempo risparmiato rispetto all’alternativa di farsi costruire una nuova costruzione gli consente di sfruttare già la nuova barca con cui prossimamente girerà il mondo
Superyacht Times ha pubblicato un’interessante intervista esclusiva all’armatore italiano Pier Lugi Loro Piana nella quale il noto imprenditore italiano del settore tessile ha raccontato il perché della scelta di puntare su un refit come nuovo superyacht a motore dopo lo sfortunato naufragio del suo precedente yacht a vela My Song mentre veniva trasportato in coperta a bordo di una nave mercantile dal Centro America verso il porto di Genova. Proprio a seguito di quell’incidente Loro Piana riconsiderò le proprie priorità preferendo investire sul recupero di una nave a moto lunga 51 metri affiancandola a un altro yacht a vela.
“Dopo la perdita di My Song ho deciso di separare le due funzioni di competizione e di crociera. Al momento del suo varo non credo esistesse un’altra barca a vela con lo stesso livello di velocità e comfort ma allo stesso tempo My Song per le sue dimensioni era però al limite, sia per le regate che per le crociere, e regatare ad alto livello di sicurezza comportava dover avere circa 30 membri d’equipaggio: praticamente un impegno come quello che occorre per gestire una piccola azienda. Così ho deciso di avere una barca da regata dedicata e uno yacht a motore per crociere più confortevoli con amici e familiari. Insieme a Mario Pedol abbiamo ideato un concept per un nuovo motor yacht di 58 metri progettato per crociere a lungo raggio e per un viaggio intorno al mondo. Ma qualsiasi nuova costruzione, a vela o a motore, richiede circa tre anni per essere completata e quando la pandemia di Covid ha colpito ho iniziato a pensare che non volevo aspettare così a lungo” ha spiegato Loro Piana. “È stato allora che abbiamo pensato di ristrutturare uno yacht esistente e con Mario, che ha assunto la funzione di broker, ci siamo imbattuti nell’explorer Aspire. Mi piacevano le sue linee potenti e la sua costruzione solida, ed era in buone condizioni. Ci siamo resi conto che con alcuni aggiustamenti avremmo potuto portarla ancora più in linea con il mio concetto originale senza perdere una stagione di crociera nel Mediterraneo, e quella è stata la scintilla che ha innescato l’intero lavoro. La barca è entrata nel cantiere Lusben di Livorno nell’ottobre 2020 ed è stata consegnata in tempo per godere della stagione estiva 2021”.
Interessante anche il passaggio dell’intervista in cui viene chiesto a Loro Piana perché abbia deciso di affidare al cantiere Lusben quel lavoro di refitting: “C’erano tre o quattro cantieri nella nostra short list, ma Lusben aveva l’infrastruttura, la professionalità e il know-how tecnico per garantire un lavoro ben fatto. Naturalmente Lusben ha anche il collegamento con il Gruppo Azimut Benetti e grazie a questo può attingere a un’intera rete di fornitori e subappaltatori tra Genova e Livorno. Essendo la mia sede a Milano ho trovato utile poter visitare il cantiere a Livorno e ho avuto un buon rapporto con il presidente del gruppo Paolo Vitelli. Ho messo Lusben sotto pressione perché volevo che la barca fosse finita rapidamente e non ero disposto ad accettare molto in termini di compromessi, ma hanno risposto alla sfida e hanno fatto un ottimo lavoro in tempi record”.
Dopo la sua positiva esperienza Loro Piana si sentirebbe di consigliare il refitting di uno yacht ancora relativamente giovane (il suo era stato varato nel 2007): “Con questa scelta abbiamo dato nuova vita a una nave esistente ed evitato il ‘consumo’ di costruirne una nuova. In un certo senso riadattare è un po’ come riciclare. Se uno yacht è progettato, costruito e mantenuto correttamente può durare per decenni, e non è un caso che alcune delle barche più belle in circolazione oggi siano tra le più antiche. Quindi, qualunque sia il modo in cui lo guardi, il refitting è una scelta intelligente. Naturalmente, ogni armatore ha desideri e requisiti diversi e se non riesce a trovare uno yacht usato adatto per il refitting, dovrebbe costruirne uno nuovo con la tecnologia più recente e sistemi di propulsione efficienti”.
L’esperto imprenditore tessile dimostra di avere le idee chiare anche sulla lunghezza massima (ragionevole) di un super yacht: “Su Masquenada ho tutto lo spazio di cui ho bisogno per vivere comodamente in mare per settimane. C’è sempre un argomento valido per aggiungere un metro o due alla lunghezza, ma non capisco quale senso abbiano enormi yacht di 100 metri o più. Per il tipo di crociera che intendo fare uno yacht tra i 50-60 metri è l’ideale: ha abbastanza spazio per ospitare comodamente una dozzina di ospiti e, se fosse più grande, non sarei in grado di raggiungere alcuni luoghi meno accessibili che voglio visitare”.
Nel futuro prossimo di Masquenada è in progetto un lungo giro del mondo che durerà “più o meno il tempo che ci sarebbe voluto per costruire un nuovo yacht da zero!” conclude Loro Piana.
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