Costaguta (Genova For Yachting): “Urge una soluzione al limite della permanenza dei marittimi extra-Ue in Italia”
Perfino un articolo pubblicato dall’autorevole Nautilus International ha messo in guardia gli armatori dalle posibilità criticità conseguente alla scelta di portare le proprie imbarcazioni in Italia
A distanza di un mese dall’allarme lanciato pubblicamente da Alberto Amico, vertice dell’omonimo cantiere genovese di refitting per yacht, la delicata questione dei marittimi di nazionalità extra-europea che non possono permanere a bordo dei super yacht più di 90 giorni rimane al momento irrisolta e il conto da pagare per l’indotto della grande nautica continua a salire.
Il problema emerge dall’applicazione, a partire dall’agosto 2021, di una sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2020 che ha modificato per l’Italia le regole di ingresso e permanenza dei marittimi di nazionalità extra Ue, mettendo di fatto a rischio la competitività del sistema italiano nei comparti del charter e dei servizi ai super yacht e in quello delle crociere. Perfino un articolo pubblicato dall’autorevole Nautilus International ha messo in guardia gli armatori dalle posibilità criticità conseguente alla scelta di portare le proprie imbarcazioni in Italia.
La prassi adottata fino all’anno scorso, in applicazione delle norme dettate dal Codice Schengen per il controllo dell’immigrazione, garantiva il regolare ingresso e la permanenza in Europa dei marittimi di nazionalità extra-Ue, in coerenza con la peculiarità del loro lavoro, soggetto per sua natura alla circolazione transfrontaliera. Questa recente sentenza, però, ha modificato tale prassi, mantenendo la normale circolazione dei marittimi che giungono in Europa a bordo della propria nave ma limitando di fatto a soli 90 giorni la permanenza dei loro colleghi che arrivano via terra o via aerea per imbarcarsi su una nave che già si trova in acque europee.
Una limitazione operativa della quale stanno approfittando i marina e i cantieri concorrenti nel Mediterraneo e che all’Italia, solo nel comparto genovese, ha determinato un danno economico stimabile in oltre 46 milioni di euro secondo l’associazione Genova For Yachting. “La conta dei danni è destinata però a salire ancora se non si porrà rimedio in fretta perché attualmente è in gioco l’imminente stagione dei charter estivi e a seguire toccherà alle programmazioni del prossimi autunno e inverno 2022/2023” spiega a SUPER YACHT 24 il presidente di Genova For Yachting, Giovanni Costaguta.
Le speranze del comparto sono ora appese all’impegno che si è presa Raffaella Paita, esponente di Italia Viva nonché presidente della Commissione Trasporti alla Camera, che all’emittente televisiva ligure Primocanale ha detto che lavorerà alla questione con il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, “ma qualora non dovessero esserci passi in avanti inseriremo l’interpretazione all’interno del nuovo decreto infrastrutture”. I tempi a su dire sarebbero “imminenti”.
Costaguta più precisamente spiega che le possibilità sembrano essere due: “La prima è quella di cercare di intervenire presso il Ministero degli Interni su un aggiornamento dell’interpretazione di quella sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2020 che in Italia è stata recepita in maniera eccessivamente restrittiva a danno degli equipaggi marittimi”. Se questa iniziativa non dovesse avere successo, il presidente di Genova For Yachting, spiega che “l’alternativa sarebbe quella di intervenire con una modifica normativa da realizzarsi attraverso l’approvazione di un emendamento al decreto infrastrutture bis”.
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Allarme di Amico: “Intervenire sulle limitazioni alla permanenza di equipaggi extra-Ue in Italia”