Fermato anche il gigayacht Flying Fox di 136 metri
Continuano i provvedimenti contro le navi da diporto di armatori russi
Gli yacht di proprietà di armatori russi, o comunque riconducibili a proprietari di quel paese, continuano a non avere vita facile e un po’ dappertutto nel mondo si susseguono i provvedimenti di
fermo e sequestro. Sono gli effetti delle sanzioni internazionali alla Russia, applicati all’interno di un quadro legislativo che, inizialmente incerto, ora inizia a definirsi meglio.
Fra gli ultimi soggetti che si sono pronunciati anche il registro delle Marshall Islands, moltoautorevole nella nautica di fascia alta, che si è detto pronto a espellere dai propri elenchi i superyacht di proprietà russa. La testata Superyacht Times ha aggiornato recentemente il proprio database relativo agli ultimi provvedimenti nei confronti di queste barche, eccone una sintesi.
Secondo quanto appreso il 136 metri “Flying Fox”, gigayacht uscito dal cantiere Lurssen nel 2019, è stato sottoposto a fermo nella Repubblica Dominicana. Il provvedimento è stato preso dalle
autorità domenicane sulla base di un input del Dipartimento della sicurezza interna degli Stati UnIti in quanto Flying Fox sarebbe di proprietà dell’amministratore delegato dell’aeroporto moscovita di Domodedovo, un oligarca presente nell’elenco delle persone da sanzionare delle autorità americane. Lo yacht Made in Germany è in grado di accogliere 22 ospiti e conta su un equipaggio di 54 persone.
Il 72 metri Axioma di Dunya Yachts è invece stato bloccato a Gibilterra: il proprietario in questo caso sarebbe l’amministratore delegato del gruppo dell’acciaio TMK. Le autorità locali hanno
diffuso una dichiarazione in cui si dice che il superyacht, consegnato nel 2013 e che a bordo può tenere 12 ospiti oltre a 20 persone di equipaggio, resterà fermo “fino a nuovo ordine”.
Stessa sorte per il 92 metri Royal Romance, costruito da Feadship e varato nel 2015, bloccato nel porto di Fiume, in Croazia: il proprietario del megayacht olandese sarebbe Viktor Medvedchuk,
controverso politico e imprenditore ucraino. Medvedchuk è stato infatti deputato nel proprio Paese ma come presidente del partito filorusso ed è molto vicino a Putin, tanto che il presidente russo, da lui definito “amico personale” è stato padrino della figlia.
Di Medvedchuk si è anche detto che potrebbe essere il futuro “presidente” dell’Ucraina russificata: a fine febbraio era sfuggito agli arresti domiciliari che stava scontando in Ucraina con l’accusa di alto tradimento per avere sostenuto le forze separatiste nel Donbass.
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