Perrone Da Zara: “La mia idea per rendere appealing il lavoro nella nautica fra i giovani”
L’esperto direttore commerciale per il refit del cantiere Lürssen invita anche a realizzare open day per le scuole e aprire i saloni nautici ai giovani al fine di fare conoscere le professioni
Lido di Camaiore (Lucca) – “Mi sono stufato di sentire parlare di sostenibilità, fuel cell, idrogeno, ecc. La maggiore criticità da affrontare nell’industria della nautica sono le risorse umane specializzate nella manifattura. Mancano giovani che scelgano di specializzarsi in questi mestieri ed è dovere di tutto il comparto trovare una soluzione in tempi brevi”.
È tanto appassionato nel parlarne quanto schietto nell’esprimere i propri concetti sul tema Alberto Perrone Da Zara, l’italiano che da alcuni anni è stato nominato direttore commerciale della divisione refit del cantiere tedesco Lürssen, il più grande al mondo per la costruzione di grandi navi da diporto.
Intercettato da SUPER YACHT 24 a margine dell’evento Yare 2022 andato in scena in Versilia, l’esperto architetto toscano ha approfondito quanto affermato durante la tavola rotonda che lo ha visto protagonista nel commentare alcuni temi d’attualità sui quali si è espresso lanciando alcuni messaggi di preoccupazione a proposito in particolare dell’elevato numero di super yacht da consegnare nei prossimi anni a fronte di una capacità produttiva dei cantieri rimasta inalterata.
“Tutti parlano di sustainability, un tema certamente importantissimo, ma l’enorme problema è rappresentato dal fatto che nei cantieri mancano gli artigiani e in futuro questa carenza andrà peggiorando. Non va dimenticato che è grazie alla passione per il lavoro, alla dedizione e alla manualità di uomini e donne che sono ‘in pianta’ che è possibile ottenere imbarcazioni che si avvicinano alla perfezione” afferma Perrone Da Zara, sottolineando che “fra i vari stakeholder che partecipano alla costruzione di un superyacht fra i più validi ci sono proprio gli operai”.
L’esperto sales director del cantiere tedesco Lürssen rincara la dose dicendo: “Basta entrare in un qualsiasi cantiere navale e accorgersi di quanti lavoratori abbiano i capelli bianchi. Per attività come gli impianti di condizionamento esiste un ‘polmone’ alternativo per i cantieri a cui rivolgersi rappresentato dall’industria ma per tutte le altre attività interne come la lavorazione dei marmi, i tappeti e altre nicchie dell’arredamento e degl impianti servono persone esperte e capaci. Sono pochissimi i giovani a cui si stanno tramandando queste competenze”.
Alberto Perrone Da Zara non si limita però a segnalare le criticità ben note riguardanti la formazione ma prova a suggerire anche qualche linea d’azione. “Tutta la manifattura nel settore dei superyacht rischia di scomparire perché questi lavori sono considerati poco sexy dai giovani per cui bisognerebbe in primis lavorare per far scoprire alle nuove generazioni il fascino e la bellezza di queste lavorazioni che portano a un risultato unico quale è quello di un nuovo yacht. Bisogna mettere insieme rappresentanti del Ministero competente, dei sindacati dei lavoratori, i cantieri e farli sedere a un tavolo per disegnare un percorso e stabilire chi e quante risorse deve investire in questo progetto”.
Non solo: “Per rendere appealing questi mestieri bisogna farli conoscere, attirare l’attenzione dei giovani parlando anche dei lauti guadagni che si possono ottenere, ma soprattutto coinvolgerli con degli open day, aprire i saloni nautici alle visite delle scuole, aprire le porte delle falegnamerie, degli studi di design”. Insomma fare conoscere da vicina cosa significhi lavorare per e in uno yacht.
L’esperto architetto italiano conclude le sue riflessioni evidenziando come “fra un po’ si vedranno nei cantieri solo lavoratori stranieri (bulgari, albanesi, ecc.) che hanno più fame degli altri; mentre è giusto che li facciano anche gli italiani in Italia così come i tedeschi in Germania “dove addetti al manufacturing ce ne sono pochissimi).
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