Da Yare un allarme: “Troppi super yacht venduti, sarà difficile rispettare tempi e costi”
Oltre al fatto che la capacità produttiva dei cantieri è rimasta inalterata preoccupano in particolare l’aumento dei costi dell’energia e delle commodity
Lido di Camaiore (Lucca) – Uno dei temi dominanti durante il “The Superyacht Captains Forum” che ha inaugurato la 12ma edizione di Yare in Versilia è stato l’eccessivo orderbook di nuove navi da diporto vendute e da consegnare nel corso dei prossimi anni. In molti sono convinti che molti cantieri, alcuni anche fra i più grandi, faticheranno a rispettare tempi di costruzione e costi preventivati.
Efficace a tal proposito la metafora utilizzata da Alberto Perrone Da Zara, sales director yacht refit per il cantiere tedesco Lurssen, per descrivere la preoccupazione condivisa da molti nel vedere in ottica futura un enorme quantità di superyacht da costruire a fronte di una capacità produttiva rimasta pressoché inalterata. “E’ come andare a mangiare in un ristorante sempre più affollato dove però in cucina lo chef rimane sempre uno solo” ha detto l’esperto architetto lasciando intendere che alcune criticità potrebbero emergere. Quali è facile immaginarlo: posticipi nelle consegne, aggravi di costi e nella peggiore delle ipotesi magari anche lavori qualitativamente al di sotto dei migliori standard soprattutto nei cantieri meno organizzati.
Prima di lui il tema è stato marginalmente toccato anche da Martin Redmayne, presidente di The Superyacht Group, che durante la sua ‘relazione’ si è soffermato anche sulla necessità per i cantieri di “strutturarsi nella gestione degli approvvigionamenti e della catena logistica anche attraverso delle partnership al fine di controllare e stabilizzare le forniture. Qualcosa di simile è stato già fatto da molte altre industry fra cui l’automotive”. La stabilità degli approvvigionamenti, oltre alla capacit di tenere sotto controllo i costi, è certamente considerato come uno degli aspetti più delicati per il prossimo futuro della grande nautica.
Sul tema è intervenuto, fra gli altri, anche Franco Torre (Genova Industrie Navali) che senza mezzi termini ha affermato: “Troppi yacht sono stati venduti, i cantieri faticheranno a consegnarli nei tempi e nei costi previsti”. Inoltre la guerra in Ucraina ha solo accentuato “problemi di forniture e di costi dei materiali che già erano evidenti sul mercato; si potrebbe dire che il conflitto ha generato quasi una tempesta perfetta per i fattori produttii rappresentati dall’energia e dalle commodity”.
Nel corso della sessione ‘awake or wish’, nella quale gli addetti ai lavori hanno potuto esporre le proprie idee per segnalare appunto ‘allarmi o desideri’, il capt. Marco Nocenti (M/Y Serenity) ha posto l’accento sugli equipaggi sottolineando che ne servirebbero “di più e migliori”. Oltre a ciò ha avanzato una richiesta particolare: “Avremmo bisogno di un professionista che studi le rispettive mentalità dei componenti l’equipaggio di uno yacht al fine di formarci e supportarci a lavorare meglio insieme”.
Il collega Maurizio Capitani (M/Y Johanna) ha invece auspicato che i giovani che entrano a far parte di questo mondo, in particolare i nuovi equipaggi, “trovino comandanti che sappiano loro trasmettere conoscenze e competenze per far sì che crescano professionalmente”. Un aspetto non scontato fino ad oggi dal momento che la percezione e la conoscenza del mondo dei super yacht dall’esterno è stato più volte richiamato durante il “The Superyacht Captains Forum” come uno dei fattori sui quali investire maggiormenete negli anni a venire.
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