Destinato al congelamento anche il “sailing yacht A” in cantiere a Trieste
Appartiene all’industriale russo Andrey Melnichenko appena incluso, insieme ad altri 13 suoi connazionali, nella black-list europea che ora conta 862 persone fisiche e 53 persone giuridiche
Lo yacht a vela più grande e probabilmente più originale al mondo è destinato a essere sequestrato (congelato) dalla Guardia di Finanza nel porto di Trieste dove si trova attualmente per interventi di refit condotti da Fincantieri. Il «Sailing Yacht A», infatti, in base all’ultima tornata di sanzioni imposte dall’Unione europea contro la Russia e la Bielorussia sembra non avere scampo poiché appartiene all’industriale russo Andrey Melnichenko appena incluso, insieme ad altri 13 suoi connazionali, nella black-list che ora conta 862 persone fisiche e 53 persone giuridiche.
Costruito nel 2017 nei cantieri di Nobiskrug, in Germania, il super yacht a vela che naviga sotto bandiera del Regno Unito è lungo 142 metri ed era stato ordinato proprio dal magnate russo proprietario di EuroChem, gruppo produttore di fertilizzanti e dell’impresa mineraria Suek.
Andrey Melnichenko “opera pertanto in settori economici che costituiscono una notevole fonte di reddito per il governo della Federazione russa, responsabile dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina” si legge nel regolamento di esecuzione del Consiglio dell’Ue. “Il 24 febbraio 2022, all’indomani delle fasi iniziali dell’aggressione russa contro l’Ucraina, Andrey Melnichenko ha incontrato, insieme a 36 imprenditori, il presidente Vladimir Putin e altri membri del governo russo per discutere dell’impatto della linea d’azione alla luce delle sanzioni occidentali”.
Le nuova stretta ha incluso 160 russi: 14 oligarchi e 146 membri del Consiglio federale “che ha ratificato le decisioni del governo relative al trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza tra la Federazione russa e le Repubbliche popolari di Donetsk e Luhanusk”.
Oltre a Melnichenko, nella lista nera sono finiti anche Dmitry Mazepin (proprietario della società di concimi inorganici Uralchem) e il figlio Nikita, pilota appena licenziato dal team di Formula1 Haas; Alexander Vinokurov, genero del ministro russo degli Esteri Lavrov; Mikhail Poluboyarinov, amministratore delegato (fino a tre giorni fa) di Ojsc Aeroflot, la più grande compagnia aerea russa; Vladimir Kiriyenko, ad di VK Compan Limited, la società russa di internet associata alla piattaforma social VKontakte, ormai controllata dal Cremlino; Andrey Guryev, ad di PhosAgro, uno dei principali produttori mondiali di fertilizzanti a base di fosfati, noto per essere il proprietario della più grande abitazione privata di Londra (con 25 camere da letto) e dello yacht AlfaNero, che per sua fortuna è al riparo dalle sanzioni perché si trova nelle Antille olandesi.
Come spiegato nei giorni scorsi da SUPER YACHT 24 la possibilità per l’Italia e per altri Stati eurpei di congelare beni di lusso appartenenti a figure inserite in blacklist deriva da un Regolamento dell’Unione Europea esistente da quasi otto anni. “Ai sensi dell’art. 2 del Reg. 269/2014, infatti, sono congelati tutti i fondi e le risorse economiche appartenenti a, posseduti, detenuti o controllati, direttamente o indirettamente, da qualsiasi persona fisica o qualsiasi delle persone fisiche o giuridiche, delle entità o degli organismi ad essa associati elencati nell’allegato 1 del Regolamento” ha spiegato l’avv. Vergani, partner dello studio Bonelli Erede. “Per l’art. 17, il Regolamento si applica nel territorio dell’Unione, compreso il suo spazio aereo, anche a bordo di tutti gli aeromobili o di tutti i natanti sotto la giurisdizione di uno Stato membro e a qualsiasi persona giuridica, entità o organismo relativamente ad attività economiche esercitate, interamente o parzialmente, all’interno dell’Unione. In Italia l’iniziativa è del Comitato di sicurezza finanziaria che si avvale dei corpi di polizia territorialmente competenti”.
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Il fondamento giuridico per cui l’Italia ha sequestrato due superyacht russi