Ferretti ritenta lo sbarco in Borsa facendo rotta su Hong Kong
Il gruppo controllato dai cinesi di Weichai punterebbe a un’Ipo da quasi 500 milioni di dollari per sviluppare nuovi modelli e lavorare sui fornitori
Ferretti Group, multinazionale italiana attiva nel settore della cantieristica navale, potrebbe sbarcare sulla borsa Hong Kong nei prossimi mesi con un’offerta pubblica iniziale (Ipo) da 400-500 milioni di dollari con cui la società guidata dall’amministratore delegato Alberto Galassi punterebbe a raccogliere capitali che serviranno a sviluppare nuovi modelli e lavorare sui fornitori.
L’azienda italiana, controllata dalla cinese Weichai Group, punta a quotare intorno al 25% del capitale, secondo quanto ricostruito da Reuters, che cita anche una richiesta di quotazione a Hong Kong di fine dicembre (i cui dettagli non sono stati rivelati), con la banca di investimenti Cicc in qualità di sole sponsor.
Ferretti Group sarebbe alla ricerca di cornerstone investors in Europa e in Asia.
Il progetto di quotazione, almeno in questa fase, potrebbe essere ostacolato dalla volatilità dei mercati, a cui si è aggiunta l’incertezza geopolitica riguardante il conflitto militare in Ucraina.
Per Ferretti Group (che controlla i marchi Riva, Wally, Ferretti Yachts, Pershing, Itama, Crn e Custom Line) sarebbe il secondo tentativo di quotarsi in borsa, dopo che nel 2019 è fallito il piano di quotazione a Piazza Affari a causa di un prezzo ritenuto non soddisfacente.
MF-MIlanoFinanza ricorda che che la quotazione a Milano era stata annullata all’ultimo minuto perché advisor e investitori chiedevano che il collocamento avvenisse a un prezzo molto più basso rispetto alla forchetta proposta inizialmente e compresa fra 2,5 e 3,7 euro per azione, ovvero uguale a un equity value pre-aumento di capitale compreso tra 627 e 928 milioni di euro, che sarebbe corrisposto a una capitalizzazione post aumento di capitale compresa tra 727 milioni e 1,076 miliardi.
Invece, per venire incontro alle richieste del mercato, il prezzo di collocamento era stato portato entro una forchetta compresa tra 2 e 2,5 euro per azione, un livello ritenuto troppo poco premiante da Galassi. Nella primavera 2019 circolavano per Ferretti valutazioni pre-money attorno ai 750 milioni di euro sulla base di un multiplo pari a 14 volte l’ebitda 2018 (che era stato di poco meno di 53 milioni a fronte di 609 milioni di ricavi).
Già a fine dello scorso anno si erano inseguite alcune voci sulla quotazione (il prospetto è stato poi depositato il 24 dicembre), quando Bloomberg aveva sottolineato l’intenzione dell’azionista di maggioranza Weichai (86%) di avviare il processo, anche se l’agenzia parlava di un obiettivo di raccolta più intorno ai 100 milioni di dollari.
Le ambizioni di spuntare una valutazione superiore a quella a cui si poteva ambire nel 2019 sembrerebbero ora avere fondamento, anche guardando a un portafoglio ordini che alla fine dello scorso settembre ha raggiunto i 984 milioni di euro (a metà anno erano 493 milioni), a fronte di ricavi arrivati a 669 milioni, un ebitda di 83,3 milioni e un utile di 34 milioni.
Lo scorso dicembre Galassi aveva annunciato la realizzazione di un cantiere nautico a Taranto, su un’area di 220.000 metri quadri, 65.500 dei quali al coperto.
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